Bulgaria: accelera sul piano infrastrutture
Un intero Paese da avvicinare agli standard dell'Europa occidentale
Roma, 13 aprile 2012 - In Bulgaria il capitolo infrastrutture è ancora quasi tutto da scrivere. Le risorse finanziarie, in gran parte provenienti da Bruxelles, cominciano a materializzarsi grazie ai progressi del Governo nella gestione dei fondi dopo i primi, faticosissimi passi. Accanto ai capitali servono però competenze e tecnologie che solo le imprese straniere sono in grado di fornire. Negli ultimi anni, grazie a “un sistema Italia” che diversamente da altre realtà qui funziona davvero, le nostre aziende hanno saputo cogliere diverse occasioni partecipando, e vincendo, gare internazionali proprio nel campo delle opere pubbliche. Le imprese made in Italy attive in Bulgaria sono circa 800, per un fatturato di quasi 2 miliardi di euro, pari al 5% del Pil bulgaro. Un contributo importante in una fase difficile per il Paese, ancora convalescente per la crisi importata dall'area euro. “Quella delle infrastrutture - spiega da Sofia Aldo Andreoni, responsabile della clientela internazionale di UniCredit Bulbank, la prima banca in Bulgaria con una quota di mercato del 25% e oltre un milione di clienti - è davvero un'opportunità per le imprese che vengono qui a costruirle ma anche per questo Paese. Ci sono stati anni in cui lo sviluppo era trainato da un'espansione dell'immobiliare spesso a carattere speculativo.
Ora invece stanno partendo progetti per dare un futuro alla Bulgaria”. Un esempio è la linea ferro- viaria Plovdiv-Burgas, 260 chilometri costruiti in epoca comunista da portare agli standard europei. La gara è stata vinta nel 2010 dall'italiana Generali Costruzioni Ferroviarie (Gcf) in consorzio con due imprese locali e i lavori sono partiti lo scorso settembre. “Siamo qui da sei mesi- spiega Edoardo Rossi, amministratore delegato di Gcf - e impieghiamo 720 lavoratori, di cui una cinquantina italiani. L'obiettivo è di portare la velocità dei treni da 60 a 160 chilometri all'ora. L'ambientamento non è stato difficile per merito delle istituzioni italiane che ci hanno assistito passo passo”. Nei prossimi tre anni il Governo ha in programma di investire 1,5 miliardi solo nella modernizzazione delle ferrovie. I finanziamenti in teoria non mancano. Per il periodo 2007-2013 al Paese sono stati destinati 6,7 miliardi di euro dalla Ue e nella prossima fase di programmazione finanziaria (204-2020) è in arrivo un'altra ondata di fondi. Si tratta però di saperli spendere e negli anni scorsi le autorità non sono state in grado di farlo come si sperava. Dal 2010 tuttavia le cose sono cambiate: il Governo guidato dall'ex sindaco di Sofia Borisov ha puntato molto sull'assorbimento dei fondi Ue creando un apposito ministero e fissando linee strategiche su cui attrarre le risorse. I risultati si sono visti anche se la capacità di spesa resta ben al di sotto del potenziale.
“Con l'assorbimento dei fondi Ue sinora inutilizzati - spiega Pietro Luigi Ghia, presidente di Confindustria Bulgaria, l'associazione che raggruppa le aziende italiane nel Paese - il Governo di Sofia ha dato avvio a numerose opere pubbliche, di cui molte vinte da consorzi italo-bulgari. Sempre più aziende italiane stanno cogliendo le opportunità che il Paese offre nelle energie rinnovabili e nelle infrastrutture”. Come Ferretti International, azienda di Dalmine con un fatturato di 80 milioni (di cui 60 all'estero) attiva proprio in questi settori.
“Attualmente - spiega Carlo Ferretti, responsabile perla parte internazionale della società - siamo impegnati nell'area di Plovdiv con tre pro- getti: un centro commerciale, un complesso residenziale di 200 appartamenti e un parco logistico-industriale che verrà alimentato con pannelli fotovoltaici. Problemi? Certo la burocrazia è pesante ma in questo senso è fondamentale avere come partner un'impresa bulgara”. Se la burocrazia non aiuta, il fisco invece sì: “Tutti i redditi - osserva Massimo Bonato, ad di Black Sea Technology Company, azienda del gruppo Amga gas di Udine che distribuisce il gas in 39 comuni bulgari - sono tassati al ionb, un'aliquota davvero competitiva. Noi siamo stati tra i pionieri qui e all'inizio è stata dura.Dovevamo costruire infrastrutture partendo quasi da zero. Siamo comunque molto soddisfatti dei risultati che abbiamo raggiunto”. La più recente scommessa sulla Bulgaria l'ha fatta Italcementi con un investimento da 160 milioni di euro per potenziare il cementificio di Devnya. L'obiettivo? Servire i progetti nel settore delle infrastrutture.