Cabotaggio stradale nella Ue, sospesa la liberalizzazione
Il sottosegretario ai Trasporti, Rocco Girlanda, precisa la posizione del Governo italiano
Roma, 28 maggio 2013 – In stand-by la liberalizzazione del cabotaggio stradale nell’Unione Europea. Per cabotaggio stradale, lo rammentiamo, s’intende la possibilità per ogni vettore comunitario di effettuare il servizio di trasporto merci nazionale in un altro paese comunitario diverso da quello dove ha sede l’impresa. La liberalizzazione, prevista a partire dal 2014, è stata sospesa. Se ne riparlerà in futuro. Il responsabile dei Trasporti della Commissione Europea, Siim Kallas, ha, infatti, accolto le richieste, formulate, in tal senso, tra l’altro, da numerose associazioni europee di trasportatori.
Gli operatori europei chiedono a Bruxelles di intraprendere, prima e in tutta la comunità, l’armonizzazione fiscale e delle norme sul lavoro. Armonizzazione che consentirebbe di evitare distorsioni della concorrenza.
“Il ruolo del cabotaggio deve evolvere nel lungo termine, ma va fatto in maniera corretta e consultando tutte le parti interessate - ha evidenziato il portavoce della Commissione europea dei trasporti. Nel breve periodo sarà possibile aumentare il controllo delle norme, inclusi gli aspetti sociali e far funzionare meglio il mercato per il bene di entrambe le parti, di chi lavora nel settore e soprattutto dell’economia europea che dipende in maniera vitale dall’efficienza dei servizi di trasporto”.
Il sottosegretario ai Trasporti, Rocco Girlanda (nella foto), che nei giorni scorsi ha rappresentato il Governo italiano al “Forum Internazionale del Trasporto” di Lipsia, ha ribadito l'opposizione a modifiche sull'attuale disciplina sul cabotaggio terrestre. Girlanda ha sottolineato che “l'Italia intende mantenere le riserve già poste dal nostro Paese relativamente alla quota multilaterale Cemt per l'autotrasporto di merci internazionale e alla regola dei cosiddetti tre viaggi, prevista dalla Guida Itf/Cemt 2009".
Ha precisato, poi, che il Governo è contrario a qualsiasi modifica di tali regole, ritenendole irrinunciabili per la garanzia degli equilibri di mercato. Una posizione, dunque, chiara e ferma. Diretta a evitare "ulteriori aperture del mercato del trasporto internazionale di merci su strada che, in assenza di uniformità di regole e condizioni fra i diversi soggetti coinvolti, implicherebbero fortissime ricadute sul settore e sull'economia nazionale".