Canale di Panama, l'accordo fa bene all'America
Investiti miliardi di dollari per la sfida delle nuove mega portacontainer

Roma, 18 febbraio 2014 - Dovrebbe decidersi oggi l’intesa tra l’Autorità del Canale di Panama ed il consorzio Gupc guidato dal duo italo-spagnolo Savyr-Salini. Accordo che vedrebbe riconosciuti alle imprese gli extracosti da 1,6 miliardi di dollari, che saranno in parte coperti dall’Acp e dalla Zurich, il principale assicuratore dell'opera.
L’accordo sarebbe condizionato ad una rigida tabella di marcia per rispettare la conclusione dei lavori a dicembre 2015. Tra le opere da completare, ci sono le 16 paratie dell’italiana Cimolai, di cui quattro son già a Panama.
Non sono solo l’Italia e la Spagna però ad attender l’ok definitivo sull’accordo (che sarà soggetto poi all'arbitrato internazionale), ci sono anche gli Stati Uniti che - proprio in vista dell’allargamento del Canale - hanno sostenuto e portato avanti investimenti di rilievo.
“Molte città e autorità portuali stanno spendendo miliardi di dollari per prepararsi al traffico che giungerà con il secondo canale - ha dichiarato al Wall Street Journal Adam Putnam, commissario per l’agricoltura in Florida -. L’impatto sarà grave se ci sarà un ulteriore ritardo nei lavori”. I coltivatori di agrumi in Florida contano di ridurre i costi del trasporto verso Asia e costa del Pacifico in America Latina usando le portacontainer più grandi sulla nuova via.
La città di Miami sta investendo centinaia di milioni di dollari per aumentare il pescaggio del suo porto affinché possa intercettare le grandi navi sul tragitto del Canale e per costruire un tunnel sottomarino per i mezzi pesanti che trasporteranno la merce verso quelle stesse navi.
La prospettiva del canale allargato spinge il mondo dello shipping ad accelerare la costruzione dei grandi battelli: 214 ordini per le navi cosiddette “neo-Panamax” (lunghe 370 metri e larghe 50) sono già in piedi. Le navi più piccole vengono dismesse: da inizio anno 14 modelli “Panamax”, che porta fino a 4.500 container, sono stati “rottamati” e - secondo i dati delle compagnie assicurative del settore - altri 40 avranno stessa fine entro l’anno. Nel 2013 le mini-navi dismesse son state 19.
Saranno rimpiazzate con le “neo-Panamax” che portano fino a 13.200 container. La costruzione delle mega navi è in fase avanzata, mentre i lavori per il Canale sono bloccati.
Anche la crescente industria americana del Gas Naturale Liquefatto freme nell’attesa di poter esportare verso l’Asia con le gigantesche navi portacontainer che attraverseranno la seconda via marina di Panama. La maggior parte delle imbarcazioni per il GNL oggi son troppo grandi per passare nel Canale, costringendo le imprese alla rotta di circumnavigazione del Sud America.
Quando il canale sarà ampliato il percorso si accorcerà di 8.000 km, con grande risparmio di tempi e costi.