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Briciole di pane

Canale di Panama: si sblocca l'impasse. Ok dell'Acp e riparte il cantiere

Da Zurich 400 milioni. L'Autorità del Canale accetta gli extracosti

Roma, 13 febbraio 2014 - Una soluzione preliminare è giunta per il Canale di Panama proprio nei giorni che eran stati detti del “prendere o lasciare”. Ed è la decisione che il consorzio Gupc guidato dal duo italo-spagnolo Savyr-Salini auspicava: l'Autorità di gestione del Canale di Panama (Acp) riconosce gli extracosti da 1,6 miliardi di dollari. Ora si dovrà procedere alla firma definitiva dell'intesa, affinché i lavori per l'ampliamento dell'opera - attualmente in stand by - possano tornare a regime.

 

Fonti finanziarie vicine al dossier hanno confermato all'Ansa i contenuti dell'accordo: di fatto l'Acp accetta di partecipare al 50% agli extracosti in attesa che nei prossimi mesi sull'intera vicenda si esprima l'arbitrato internazionale con sede a Miami, procedura che rimarrà attiva anche dopo l'accordo definitivo, che dovrebbe essere siglato nei prossimi giorni.

Il restante 50% a carico delle imprese sarà in parte coperto dalla Zurich, il principale assicuratore dell'opera, che rinunciando a un 'perfomance bond' da 400 milioni otterrà, anche attraverso altre tranche minori, il rifinanziamento di lavori.

In questo quadro il Gupc assicura di poter rispettare la consegna del raddoppio del Canale entro il 2015.

 

Dall’Europa, che è stato attore importante per la mediazione insieme ai governi spagnolo e italiano, sono arrivati i commenti soddisfatti del vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani: “quando l'Europa parla con una voce sola ottiene risultati”.

 

L’annuncio di questo accordo preliminare è arrivato dall’Autorità. Ma lo scenario resta variabile, visto che a margine di un'audizione in Parlamento il numero uno dell'Acp, Jorge Quijano, ha rivelato di aver sempre pronto un 'piano B' per riaffidare i lavori e che, quindi, non comprenda l'attuale consorzio di imprese.

“Non abbiamo ancora definito l'accordo per iscritto e non vogliamo dunque dire che siamo riusciti a raggiungerlo finché non sarà firmato”, ha aggiunto Quijano, secondo il quale si e' raggiunto un compromesso “sulla maggior parte dei cinque problemi che erano sul tavolo della trattativa”, senza precisare però quali sarebbero “perché le negoziazioni sono ancora in corso”.

 

Il cantiere - che occupa oltre 10mila persone - quindi ripartirà a pieno ritmo solo dopo la firma definitiva dell’accordo. La fine lavori prevista nel 2015 e nel 2016 i ricavi dei pedaggi saranno a regime per 6 miliardi di dollari all'anno.

Manuela Zucchini