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Briciole di pane

Crisi della concessionarie autostradali in Spagna

Roma, 5 luglio 2012 - Nove società concessionarie di autostrade in Spagna sono sull’orlo del fallimento e non riescono più a pagare nemmeno gli interessi sul debito. La crisi esplosa la scorsa settimana, in concomitanza con la crisi bancaria, ha gettato più di un’ombra sulla solidità finanziaria del paese iberico. Si è appreso che le autostrade a pedaggio hanno un buco di 3,8 miliardi di Euro e fra le società interessate vi sono imprese di fama internazionale come Albertis, Globalvia, ACS , OHL, Ferrovial che partecipano a gare di concessione in tutto il mondo. Il Governo, nonostante abbia ammesso che la situazione di alcune concessionarie è “insostenibile”, ha lanciato una ciambella di salvataggio alle società in difficoltà per evitare il fallimento dell’intero sistema. Il Ministro dello Sviluppo Ana Pastor ha annunciato che il Governo prolungherà dal 2012 al 2021 il sistema di compensazioni per “diminuzione del traffico”, un sistema per cui lo Stato anticipa una parte del denaro alle concessionarie, che si aggiunge a prestiti per 290 milioni di Euro avvallati dallo Stato che figura nella Finanziaria per il 2012. Pastor ha puntualizzato che si tratta di misure “provvisorie” per non danneggiare l’immagine delle imprese di costruzione spagnole all’estero. Al di là di questo il Governo sta lavorando per riformare la Legge di espropriazione forzosa (che permette ai proprietari di ricorrere e ottenere indennizzi fino al 170% più alti di quelli concessi ) e una “ripartizione equilibrata” dei rischi nei contratti di concessione fra “concedente e concessionario”. Lei autostrade coinvolte nella crisi sono quelle inaugurate negli ultimi 15 anni e costituite dalle 4 “radiali” a pedaggio che si irradiano dal raccordo anulare di Madrid (M-50 gratuito). Fra esse l’autostrada Madrid-Guadalajara (63 Km), Madrid-Toledo (50 Km), Madrid-Albacete (90 km), l’autostrada a pedaggio che va all’aeroporto di Barajas, la Madrid-Ocaña-La Roda e la Alicante- Cartagena- Vera (150 km) sulla costa del Mediterraneo. Le cause di questa crisi vanno cercate nella lievitazione dei costi di espropriazione dei terreni e di quelli di costruzione che sono passati da 640 milioni preventivati a 1.900 milioni di Euro. Ma la causa principale è la drastica diminuzione del traffico, crollato di oltre il 60%, nelle autostrade a pedaggio a causa della crisi. Il fenomeno è dovuto anche al fatto che vi sono quasi sempre delle strade alternative a 4 corsie che corrono parallele alle autostrade e sono ugualmente sicure e comode. Per questo le società concessionarie, al di là di queste misure temporanee, chiedono che si istituisca il pedaggio con sistemi elettronici sulle cosiddette “autovie libere”. Anche la Commissione Europea, nel suo rapporto sulla Spagna raccomanda che: “Gli utenti del trasporto dovrebbero sopportare una parte proporzionale dei costi globali mediante l’applicazione generalizzata del principio : “chi usa paga”. In Spagna ci sono attualmente 3.365 km di autostrade a pagamento, mentre le autovie ad alta capacità in cui non si paga pedaggio sono più di 4.500 Km. E’ stato calcolato che lo Stato potrebbe incassare più di 1.000 milioni di E l’anno in più qualora decidesse di applicare un pedaggio medio a tutta la rete ad alta capacità. Oltre agli introiti dell’IVA che le concessionarie versano allo Stato e che ammonta attualmente a 330 milioni di Euro. Secondo alcuni analisti il fiasco delle autostrade a pedaggio in Spagna è dovuto a un eccesso di “finanza allegra” negli anni delle “vacche grasse” . L’eccesso di costi poteva essere previsto e mitigato da parte del Governo che ha programmato e approvato le autostrade, così come la previsione di traffico è stata gonfiata ad arte per ragioni clientelari e per ottenere consenso. Scrive il quotidiano “El Pais” in un editoriale : “La circonvallazione di Madrid (la M-50) e le 4 radiali a pedaggio facevano parte di un faraonico progetto viario per esibire i successi del primo Governo del Partido Popular (PP) di Josè Maria Aznar e della Comunidad autonoma di Madrid, anch’essa governata dal PP. Alla megalomania si sono accompagnati errori di progettazione come quello di decidere la gratuità della M-50, mentre le “radiali” meno necessarie obiettivamente, venivano gravate da pedaggio”. L’allora capo del Governo Aznar definì queste opere come “ una delle infrastrutture più importanti che fanno della Spagna un paese moderno e prospero” e aggiunse che le infrastrutture devono aprirsi “a nuove fonti di finanziamento di iniziativa privata “ in quanto il sistema delle concessioni “non solo apporta fondi ma imprime una gestione più efficace”. Oggi quel sistema è in crisi profonda non solo nell’area di Madrid ma anche in altre Comunità autonome della Spagna, i cui governi per poter sostenere i costi di manutenzione delle strade e autovie ad alta capacità stanno progettando di generalizzare il pagamento del pedaggio , come avviene già in Catalogna.

Giancarlo Pasquini