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Briciole di pane

Dove c'era Amundsen, ora ci sono i croceristi

Con lo scioglimento dei ghiacci diviene praticabile una rotta leggendaria. Si parte il 16 agosto

Roma, 14 luglio 2016 – Si può dire, schematizzando, che nel settore dei viaggi e dei trasporti ogni grande novità si afferma attraverso tre fasi: 1) l’eroismo dei pionieri, a volte tacciato di stravaganza se non peggio (nella prima metà dell’Ottocento, non mancava chi considerava la ferrovia “demoniaca”); 2) passatempo o vezzo per pochi facoltosi; 3) utilizzo di massa. A quanto pare, il “mitico” Passaggio a Nord-Ovest, ossia la rotta navale dall’Atlantico al Pacifico attraverso l’arcipelago artico del Canada, è entrato nella seconda fase.

Quei mari evocano l’impresa del norvegese Roald Amundsen del 1906, replicata, quarant’anni dopo, dalla goletta canadese St. Roch: storia, certamente, ma con il sapore e il fascino del romanzo d’avventura, visto il rischio, costante e continuo, di rimanere schiacciati dai ghiacci che si chiudono. Nei primi anni del nostro secolo poi, tra cargo, rompighiaccio e velisti in cerca di record, molte imbarcazioni hanno affrontato con successo il Passaggio a Nord-Ovest: nella consapevolezza, comunque, di percorrere acque pericolose (a causa degli iceberg) e pressoché ignote (secondo stime della Guardia Costiera di USA e Canada, solo il 10% di quelle aree è tracciato sulle carte). Dal prossimo agosto, però, la percezione dovrà per forza di cose cambiare. Partirà infatti, su quella rotta leggendaria, una nave da crociera, la attrezzatissima Crystal Serenity (foto). Svago, divertimento puro; un selfie con i trichechi, sperando di incontrare un orso bianco, o almeno una balena.

Certo, i biglietti (peraltro andati subito esauriti) hanno un prezzo spropositato per i comuni mortali, al quale va obbligatoriamente aggiunta un’assicurazione individuale da 50mila dollari, caso mai fosse necessario farsi venire a recuperare in elicottero. Ma il viaggio stesso è la spia del fatto che, molto probabilmente, si è giunti a una svolta: lo scioglimento dei ghiacci, dovuto al riscaldamento del pianeta, progredisce – come del resto confermano i satelliti – a tal punto che gli operatori del settore “osano” proporre a fini di diporto un viaggio affrontabile, fino all’altro ieri, solo da pochissimi temerari.

Possiamo tranquillamente supporlo: nella prospettiva propria degli ambientalisti, anche dei meno intransigenti, il viaggio della Crystal Serenity avrebbe un che di voyeuristico e morboso. Come quei viaggi che si fanno per contemplare, da vicino, una catastrofe in corso.

Davide Fornaro