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Briciole di pane

Draghi spinge la cooperazione economica tra Italia e Libia

Tra le aziende impegnate sul fronte infrastrutturale: Anas, Eni, Saipem, Bonatti

L’industria italiana cruciale per il rilancio economico della Libia. I principali organi di informazione hanno seguito la visita a Tripoli del presidente del Consiglio, Mario Draghi, in cui si è evidenziato come si  contribuirà ad accelerare la cooperazione tra le aziende dei due Paesi.

Come riportato dall’agenzia stampa Labitalia, tra le imprese  in prima fila in questa fase ci sono il consorzio italiano Aeneas, che realizzerà l'aeroporto internazionale a sud di Tripoli, fino all'Eni passando da Saipem, il gruppo Bonatti e Anas. Nonostante il difficile contesto libico degli ultimi anni, Anas ha portato avanti il progetto legato alla realizzazione dell'autostrada Ras Ejdyer-Emsaad. Anas nel dicembre 2010, infatti, a seguito di una gara d'appalto, aveva stipulato un contratto di 125mila euro per i servizi di Project Management Consultant per la realizzazione dell'opera infrastrutturale lunga 1.750 km che attraversa tutta la Libia, dal confine con l'Egitto fino al confine con la Tunisia. Le prestazioni relative del contratto hanno subìto diverse sospensioni a causa del contesto geopolitico instabile. Nonostante questi perduranti periodi di blocco, sono comunque continuate le attività realizzabili a distanza, mantenendo i contatti con l'autorità libica committente del progetto.

Il gruppo Bonatti è ancora attivo in Libia ed in particolare è impegnato in attività di manutenzione degli impianti nell'area di Mellitah, e di costruzione di impianti Upstream nell'area di Wafa. Eni, che è presente in Libia dal 1959, ha continuato ad operare e investire in Libia, nonostante le difficoltà degli ultimi anni, anche grazie al supporto della società di Stato Noc, partner storico nel Paese. Il gruppo Eni, come ha spiegato l'ad Claudio Descalzi che il 21 marzo ha incontrato Abdulhamid Dbeibah, il neo primo ministro del Governo di Unità Nazionale della Libia, è pronto a continuare a sviluppare le ingenti riserve del Paese già scoperte e a valorizzare anche l'importante potenziale esplorativo ancora presente.

Rinnovabili, economica circolare, progetti sociali, accesso a salute ed energia, educazione e formazione professionale: sono questi i temi di comune interesse che erano stati al centro dell'incontro tra Dbeibah e Descalzi che in quell'occasione ha confermato al primo ministro il pieno impegno della società per quanto riguarda le attività operative e i progetti nel paese, con particolare focus sullo sviluppo del gas, strategico per Eni nella sua transizione energetica e per la Libia e che sarà vitale per sostenere la crescita prevista della domanda di elettricità nel paese e ridurre l'utilizzo di fonti a maggiore impatto carbonico. Eni, che è il primo produttore di gas in Libia e il principale fornitore di gas al mercato locale, con una quota di circa l'80%, continuerà quindi a svolgere un ruolo di primo piano nella produzione di gas grazie ai nuovi progetti di sviluppo offshore come le Strutture A&E, Bouri Gas Utilization e Sabratha Compression.

Anche Saipem, che è presente nel Paese dalla metà degli anni '60 e che negli ultimi anni travagliati ha comunque mantenuto la propria sede, punta a mantenere un ruolo di primo piano in Libia e in generale nel Nord Africa che rimane un'area strategica dalle enormi potenzialità di sviluppo sia nel settore industriale che in quello energetico. "Saipem punta ad avere un ruolo di primo piano nel contribuire al rilancio dell'economia della Libia", ha spiegato nei giorni scorsi l'ad di Saipem, Stefano Cao, ricordando che il gruppo ha "una profonda conoscenza del Paese e delle sue infrastrutture energetiche avendo progettato e costruito molti dei principali impianti oil & gas e petrolchimici, tra cui il primo impianto Gnl e le due più grandi raffinerie della Libia, oltre ad aver preso parte alla realizzazione del gasdotto sottomarino GreenStream che trasporta il gas naturale dalla costa libica fino alla costa italiana". Saipem, inoltre, come Eni "ha un rapporto di lunga data con la Noc, consolidato anche dal contratto di ingegneria e consulenza per la realizzazione del centro tecnico di Bengasi, siglato di recente". Il 9 marzo, Saipem, infatti, si è aggiudicato un contratto di servizi di consulenza dalla Noc per lo sviluppo del Benghazi Oil Technical Center (Botc), il Centro tecnico specializzato e integrato che sarà istituito nella zona franca di Mreisa, a 25 chilometri da Bengasi e progettato con le migliori strutture e tecnologie per servire il mercato libico del petrolio e del gas e altre industrie strategiche. Saipem, nell'ambito di questo contratto, fornirà inizialmente lo studio di fattibilità, Feed e servizi per le gare per la durata di 15 mesi. Nelle fasi successive, Saipem si occuperà dei servizi di project management e dei servizi di ingegneria per Noc per i restanti 40 mesi del contratto.