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Briciole di pane

Egitto: Sisi annuncia il raddoppio del Canale di Suez

Lavori su 72 km e mega-progetto di infrastrutture per 8 miliardi

Il Cairo, 5 agosto 2014 - Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha annunciato il parziale raddoppio e allargamento del canale di Suez nell'ambito di un faraonico progetto da almeno otto miliardi di dollari che punta a far fruttare ancor di piu' lo strategico corso d'acqua che collega l'Asia all'Europa evitando di circumnavigare l'Africa.

Alla presentazione e simbolico avvio dei lavori del piu' grande progetto previsto sotto la presidenza Sisi, a Ismailia e' stata fornita la "magica" cifra di un nuovo canale di 72 km che correra' parallelo a quello attuale di 193 km. Per la precisione, si tratta di 35 km di "scavo a secco" (quindi un nuovo canale) e di 37 di "espansione e approfondimento" di quello scavato quasi un secolo e mezzo fa. Lo scopo e' comunque quello di velocizzare il transito delle navi, riducendo i tempi di percorrenza dalle attuali 11 a 3 ore (attraverso la riduzione dei tratti a senso unico alternato) e raddoppiando il traffico giornaliero di navi (da 49 a 97).

 

Per l'Egitto, il canale e' dunque destinato a diventare ancora piu' fruttuoso: le stime sull'aumento degli introiti variano ma la piu' attendibile pare quella di un passaggio dagli attuali 5,3 miliardi di dollari l'anno a quota 13.

I tempi di realizzazione previsti in tre anni sono stati accorciati all'ultimo minuto - con un atto d'imperio compiuto da Sisi in diretta tv - ad un solo anno. Il costo del solo canale da 35 km e' di 4 miliardi di dollari. Gli altri 4 miliardi del progetto di sviluppo del Canale (per un totale di otto, e non 12, come indicato erroneamente al momento dell'annuncio) andranno nella costruzione di porti, una zona industriale, una "valle della tecnologia", tunnel, cantieri navali per riparazioni, "stazioni di servizio" per cargo e addirittura "resort" turistici per navi da crociera. Tutte opere finalizzate ad attrarre piu' navi nel Canale, e introiti.

 

La previsione e' di un milione di posti di lavoro che si inquadrano fra gli effetti positivi di uno degli assi portanti della politica economica di Sisi: i grandi lavori (e' previsto anche il rilancio di un faraonico progetto dell'era Mubarak insabbiatosi nel deserto occidentale e un aumento del 10% delle strade). L'altro asse e' la modernizzazione dell'economia attraverso la, socialmente dolorosa, riduzione dei sussidi per il calmierare i prezzi.

 

Fra il pulsante per innescare il primo sbancamento, immancabile inno nazionale, fischi di navi e rombo di aerei militari in cielo, non e' stato rivelato a chi andra' l'appalto. Indiscrezioni della vigilia parlavano pero' di un'Authority ingegneristica delle Forza armate di cui Sisi e' stato capo e la controllata saudita di un gruppo globale. La scelta dell'Arabia saudita sarebbe in linea con l'attuale posizionamento geopolitico egiziano in un asse che comprende anche Giordania ed Emirati Arabi Uniti.

E sarebbe anche in comprensibile contrapposizione con la passata presidenza di Mohamed Morsi: prima di essere deposto dall'esercito guidato proprio da Sisi, il leader politico dei Fratelli musulmani avrebbe voluto dare l'appalto al Qatar, suo alleato ora orfano di un referente in Egitto.

Rodolfo Calò (ANSA)