Energia, Letta: "Ue punti su infrastrutture e fonti rinnovabili"
Il presidente del Consiglio assicura che al vertice europeo l'Italia si batterà "perché vi sia una politica europea di sostegno per gli investimenti infrastrutturali e per il completamento delle interconnessioni"
Roma, 21 maggio 2013 - Investimenti in infrastrutture ed energie rinnovabili. Sono i due cardini su cui, ad avviso dell'Italia, dovrebbe puntare la politica europea nei prossimi anni. "Insisteremo perché vi sia una politica europea di sostegno per gli investimenti infrastrutturali e per il completamento delle interconnessioni, e un forte impegno per le esigenze delle imprese ad alta intensità energetica", ha affermato oggi il presidente del Consiglio Enrico Letta (foto del Laboratorio fotografico Chigi), nell'Aula del Senato, durante l'informativa al Parlamento in vista del vertice europeo di domani, che ha tra i suoi punti centrali quello della politica energetica europea.
"Il Consiglio - spiega Letta - tornerà sui temi dell'energia domani, due anni dopo la riunione del febbraio 2011, per valutare i progressi nella costruzione di una politica energetica europea e affrontare in particolare quattro punti: il completamento del mercato interno dell'energia dal punto di vista sia della regolazione sia delle infrastrutture fisiche dell'interconnessione di rete, comprese le reti intelligenti; la promozione di investimenti, anche nell'ambito della definizione di un quadro di riferimento per le politiche in materia di cambiamento climatico ed energia dopo il 2020; la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e lo sfruttamento delle fonti di energia prodotte in Europa; infine, l'efficienza energetica".
"La priorità assoluta in campo energetico per noi - sottolinea il presidente del Consiglio - resta lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Il filo rosso che lega tutti gli altri temi è il contenimento dei prezzi dell'energia, oltre che naturalmente il contributo della politica energetica alla competitività dell'intera economia, italiana ed europea. È un'evoluzione niente affatto scontata: nell'agenda energetica europea, infatti, ora trovano finalmente piena legittimità espressioni come competitività, costi per le famiglie e per le imprese ed attenzione ai soggetti vulnerabili. Si tratta di uno sviluppo importante per il nostro Paese, dato che ancora oggi abbiamo un costo dell'energia più alto di quello di tutti gli altri partner europei e dei nostri competitor internazionali".
"Insisteremo poi - sottolinea il premier in Senato - perché vi siano una politica europea di sostegno per gli investimenti infrastrutturali e per il completamento delle interconnessioni, nonché un forte impegno nei confronti delle esigenze delle imprese ad alta intensità energetica. Chiederemo una politica realistica del cambiamento climatico dopo il 2020 e invece un atteggiamento aperto e non penalizzante per lo sfruttamento delle fonti di energia prodotte in Europa come lo shale gas". "Porremo enfasi sulla necessità - fa sapere - di progressi sull'efficienza energetica, settore in cui l'Italia ha una leadership ed un'esperienza ormai innegabili. Sarà infatti da valutare con grandissima attenzione anche la proposta, avanzata di recente nel Libro verde della Commissione sul quadro delle politiche energetiche e climatiche del 2030, di fondere in un unico obiettivo le misure attinenti alla produzione di energia rinnovabile, alla riduzione dell'emissione di gas serra e all'incremento nell'efficienza energetica attualmente esplicitate nel triplice cosiddetto obiettivo 20-20-20".