In Europa il futuro viaggia su due ruote
Piste cilabili su autostrade e corridoi sopraelevati
Roma, 28 agsoto 2013 - Un futuro ecosostenibile non può prescindere dalla bicicletta. E' l'indirizzo indicato lo scorso aprile dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo che ha introdotto una norma volta a sviluppare le infrastrutture dedicate a ciclisti e pedoni, in modo da raddoppiare il numero di chi usa la bicicletta. Le città europee hanno già risposto, chi più e chi meno, alla nuova norma che è in attesa del via libera definitivo da parte del Parlamento.
Il sindaco di Londra, Boris Johnson, ha infatti recentemente annunciato un imponente piano di rivoluzione su due ruote: 25 nuovi chilometri di piste ciclabili più una serie di servizi connessi per i quali, nel complesso, dovrà essere stanziato oltre un miliardo di euro. Lo stesso Johnson si è detto inoltre affascinato e interessato al progetto avveniristico dell’architetto Sam Martin, che ha elaborato una serie di piste ciclabili sopraelevate. E poi è arrivato il turno del governo, che ad agosto ha annunciato di avere in programma un investimento di quasi 170 milioni di euro proprio a favore del potenziamento delle piste ciclabili, secondo un piano che coinvolgerà l’intera Inghilterra.
Anche Parigi ha scommesso sulle due ruote. Oggi la capitale francese conta circa 500 chilometri di piste ciclabili, ma il “Plan Vélo 2010-2014” ha come obiettivo l’estensione a di 700 chilometri entro il 2014. Sono già ventimila le rastrelliere, di cui molte riparate da tettoie, mentre le zone antitraffico con limite di 30 chilometri all’ora sono diffuse da tempo nei quartieri residenziali.
La capitale tedesca, invece, non è all’altezza di Londra e Parigi, con “soli” 160 chilometri di piste ciclabili , però sono molti i lavori in corso. Nel 2015 è prevista l’inaugurazione di un “Pedelec-Korridor”, una pista ciclabile che dovrà collegare il centro di Berlino alla periferia. Ed entro il 2020 l’amministrazione intende raggiungere il traguardo dei 350 chilometri di percorsi ciclabili. Va detto però che Berlino vanta un’ottima integrazione fra i mezzi di trasporto, tanto che le biciclette hanno libero accesso ad autobus, metropolitana e ferrovie regionali – dietro a pagamento del relativo biglietto.
Molto avanti in tema di due ruote è invece Monaco, dove tra città e sobborghi si contano ben 1.200 chilometri di piste ciclabili, con altri 1.400 pianificati e numerosi parcheggi coperti riservati alle biciclette. Modello per tutti, comunque, restano le capitali nordeuropee, dove gli spazi dedicati ai ciclisti si sommano a una cultura e a una serie di servizi davvero green. Amsterdam e Copenaghen sono sempre in testa alla classifica delle città più all’avanguardia in tema di due ruote, rispettivamente con 400 e 350 chilometri di piste ciclabili. Copenaghen ha vinto di recente il riconoscimento della commissione Europea “European green capital 2014”: nella capitale danese circa il 40% degli spostamenti avviene in bici (contro il 10% della media italiana), con l’obiettivo di alzare la quota al 50% entro i prossimi due anni.
Copenaghen è stata anche la prima città a inaugurare un’autostrada per biciclette. Condivisa in alcuni punti da altri mezzi di trasporto, l’autostrada è lunga 17 chilometri e connette il centro con il sobborgo Albertslund. Lungo il percorso si trovano anche “stazioni di servizio”, dov’è possibile per esempio riparare gomme a terra, e se si tiene una precisa velocità è possibile “cavalcare l’onda verde” dei semafori. L’autostrada è la prima di tante e fa parte di un progetto per il quale il Regno ha stanziato finora circa 1,2 miliardi di euro. Sono invece 116 i milioni di euro che spenderà da qui al 2018 un’altra capitale tradizionalmente bike friendly, Stoccolma, per realizzare diverse misure a favore dell’uso della bici. Intanto, negli ultimi anni molte altre piccole città europee hanno cominciato a scommettere su questo mezzo così ecologico, tanto da sviluppare in poco tempo piste ciclabili e servizi dedicati ai ciclisti tali da poter competere con le città storicamente bike friendly. È il caso di Utrecht, nei Paesi Bassi, che ha conquistato il terzo posto della classifica sulle città a misura di bici a livello mondiale pubblicata da Copenhagenize, un movimento green fondato dal danese Mikael Colville Andersen.
Al quarto posto della classifica si trova Siviglia, che in un solo anno ha costruito 80 chilometri di piste, seguita da Bordeaux, dove se contano già 200, e da Nantes. Da notare al decimo posto Tokio, tutt’altro che caotica per i ciclisti, dove la metropolitana è aperta 24 ore al giorno e il trasporto delle bici vi è estremamente facilitato. Ma ci sono anche posti dove il numero di biciclette è talmente alto da essere diventato un potenziale problema: come a Groninger, il capoluogo settentrionale dei Paesi Bassi che vanta la percentuale di spostamenti in bici più alta al mondo, 57%. Il traffico causato dalle due ruote sta ostacolando la sicura circolazione e l’immagine del ciclista rischia di deteriorarsi. Ma per prevenire il peggio, l’amministrazione non ha affatto deciso di limitare le misure a favore dell’uso della bici, al contrario: ha scelto di investire in parcheggi e rastrelliere e nel potenziamento delle infrastrutture dedicate.