Fondi Ue, i trasporti la priorità croata
Lo Stato che ha appena aderito all'Unione disporrà di 449,9 milioni da spendere entro il 2016

Bruxelles, 29 agosto 2013 - La Croazia è l'ultimo Stato ad aver aderito, il primo luglio scorso, all'Unione europea. Con l'adesione sono arrivati diversi vantaggi per il governo di Zagabria, il primo dei quali sono i fondi di coesione per lo sviluppo regionale, fondi grazie ai quali ora il governo spera di riuscire creare un boom di investimenti ad essi collegati. È quanto ha annunciato il vicepremier e ministro croato per lo Sviluppo e i Fondi europei, Branko Grcic.
È stato lo stesso Grcic a presentare il piano strategico per gli investimenti, approvato dalla Commissione europea lunedì scorso, piano che ha un valore complessivo di 449,9 milioni di euro così distribuiti: 149,8 milioni in Fondi di coesione per investimenti destinati alla gestione di rifiuti e acque reflue, nonché al miglioramento della rete idrica; 228,4 milioni dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) che saranno investiti nel sostegno alle Piccole e medie imprese, ricerca e innovazione, e nello sviluppo delle infrastrutture di base, come le ferrovia e le vie navigabili; infine 60 milioni dal Fondo sociale europeo (Fse) per sostenere la creazione di posti di lavoro e investimenti in progetti di inclusione sociale e di educazione.
“120 milioni sono previsti per il settore dei trasporti, 150 per la difesa dell'ambiente, 109 per la competitività regionale e altri 60 per lo sviluppo delle risorse umane”, ha detto il ministro, affermando che l'indotto collegato potrebbe ammontare ad altri 500-600 milioni di euro di investimenti pubblici e privati. Finora sono stati preparati 500 progetti locali, e la precedenza è stata data a quelli per la costruzione e la modernizzazione delle infrastrutture comunali. In un secondo momento, a partire dall'anno prossimo, al primo posto figureranno gli investimenti nella struttura ferroviaria, specie sui corridoi europei che attraversano la Croazia.
Per quanto riguarda i trasporti, dei tre assi prioritari del piano croato il primo riguarda lo sviluppo del sistema di trasporto ferroviario all'interno del network europeo Ten-T, al fine di collegare il Paese in modo più completo ed efficiente con le reti continentali armonizzando allo stesso tempo le norme tecniche e di interoperabilità con quelle dell'Unione europea. In particolar l'obbiettivo è migliorare lo standard della rete ferroviaria regionale e suburbana. Secondo le previsioni del governo questi lavori dovrebbero permettere a 3.800 abitanti di avere un migliore accesso ai servizi di trasporto e di ridurre di 70 minuti i temi di viaggio tra la contea di Zagabria e quella di Bjelovar, il tutto ricostruendo 54 kilometri di ferrovie e migliorando 534 chilometri di vie navigabili interne.
La Croazia si unisce all'esercizio in corso della politica di coesione, solo sei mesi prima della sua scadenza, il che significa che, in linea con le norme Ue, tutti i progetti selezionati per gli investimenti dovrebbe essere completato entro la fine del 2016. Poco tempo per familiarizzare con una delle politiche europee più efficaci, quando ben funzionante, ma anche più difficile da portare a compimento, a causa dei severi standard di Bruxelles. La Croazia ha comunque in parte già acquisito dell'esperienza in materia nell'ambito dei programmi precedenti e dei progetti facenti parte de quadro dello strumento di assistenza preadesione (IPA) il quale dovrebbe aver facilitato la gestione efficiente e tempestiva di investimenti da questa prima tranche di finanziamento della politica di coesione.