Francia, concessioni autostradali: Governo e imprese negoziano il piano di rilancio
Operatori pronti ad investire 3,5 miliardi in cambio di concessioni più lunghe. Tensioni sulla tassa demaniale

Roma, 3 giugno 2013 - Il piano di rilancio delle infrastrutture nazionali è da qualche mese argomento all’ordine del giorno per il governo di François Hollande. Un’accelerazione c’è stata in queste ultime settimane, secondo quanto riportato dal quotidiano Les Echos, per trovare un accordo tra le parti. La negoziazione tra lo Stato e le società autostradali riguarda investimenti sulla rete in cambio dell’allungamento delle concessioni.
L’importo dei lavori che potrebbero essere portati a termine su una ventina di importanti opere infrastrutturali sembra attestarsi sui 3,5 miliardi di euro. La contropartita sta in 3 anni aggiuntivi alla durata delle concessioni.
Ma lo Stato prende le sue precauzioni e, intendendo verificare la congruità della proposta, ha nominato l’economista Jean-Michel Charpin, direttore dell’Istituto nazionale di Statistica e Studi economici (Insee) nonché ex commissario per il “Piano”, e Patrice Parizé, ex direttore generale per le strade al ministero dello Sviluppo, che dovranno valutare e quantificare i benefici generati per ogni anno aggiuntivo di concessione.
La discussione resta bloccata però alla tassa demaniale. Questione che vede le imprese schierate contro il Governo da quando quest’ultimo ha annunciato, lo scorso dicembre, di volerne raddoppiare l’entità. Le società autostradali pagano circa 200 milioni di euro l’anno per questa tassa e l’eventualità di pagare una cifra doppia proprio non piace a nessuno.
Il Consiglio di Stato si è espresso in merito, chiedendo al Governo di ritoccare il progetto e giudicando l’aumento accettabile solo fino al 50% dell’importo attuale. Il decreto è apparso nella Gazzetta Ufficiale francese proprio la scorsa settimana, con la tassa portata a 290 milioni di euro annui.
Immediata si è alzata la voce dell’Asfa, l’associazione delle società francesi autostradali. In un comunicato ha annunciato che rispetto a tale decisione “manchevole di una compensazione integrale e trasparente, […] i concessionari si vedranno costretti a intraprendere tutte le azioni necessarie davanti alle autorità competenti”. Le compensazioni richieste potrebbero prendere la forma dell’aumento dei pedaggi.
Le società autostradali son quindi pronte ad attaccare il Governo per le vie della giustizia amministrativa, gestendo parallelamente con lo stesso Governo la trattativa sul piano di rilancio. A meno che l’affare non si concluda con una “negoziazione globale”.