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Briciole di pane

I grandi cantieri d'Australia

Il Paese ha pianificato 90 miliardi di euro per porti, strade e ferrovie

Roma, 6 febbraio 2012 - Boom degli investimenti nelle infrastrutture in Australia. La fame cinese e indiana di materie prime spinge Canberra a spendere 112 miliardi di dollari australiani (equivalenti a 90 miliardi di euro) in porti, strade e ferrovie. L'Australia, il maggior esportatore di materiali per la fabbricazione dell'acciaio, progetta, tra le altre cose, di potenziare la rete ferroviaria da Sydney a Perth nei prossimi dieci anni e di costruire un nuovo porto sulla costa del Great barrier reef, in modo da sostenere progetti immediati nei minerali e nell'energia dal valore di 232 milioni di dollari australiani e futuri piani di espansione nel medio e lungo periodo. Gli esperti calcolano che il potenziamento delle infrastrutture porterà al raddoppiamento dell'export di carbone e accrescerà del 57% il mercato dei minerali ferrosi.

La domanda di logistica, unita al rallentamento economico negli Stati Uniti e in Europa, ha reso l'Australia il Paese a maggior crescita nelle infrastrutture tra le nazioni sviluppate.

«Non è un fenomeno di breve periodo - spiega Hamish Tyrwhitt, chief executive di Leighton, la più importante società australiana nelle costruzioni». La vendita di materie prime alle economie emergenti è legata all'urbanizzazione di India e Cina e alla crescente prosperità economica della regione asiatica».

Porti e ferrovie

II piano australiano include la costruzione di terminal portuali dalla capacità di 1,5 miliardi di tonnellate cubiche entro il 2022 e la posa di 3.700 chilometri di binari. Uno dei principali siti è Abbot Point, un piccolo porto carbonifero collocato tra una palude e una laguna nella Great Barrier Reef. Lo stato del Queensland intende aumentare la capacità di Abbot Point di 26 volte da 15 milioni di tonnellate cubiche a 385 milioni grazie a un progetto di espansione che inizierà nel 2014.

Una volta completati i lavori, Abbot Point supererà di almeno il 400/0 i volumi del 2011 del porto cinese di Qinhuangdao, la maggior facility mondiale per trasporti solidi.

A Pilbara, la regione del Western Australia dove si concentrano ingenti quantità di minerali ferrosi, i gruppi minerari Bhp Billiton e Rio Tinto hanno piani di espansione dell'export di 538 milioni di tonnellate entro i prossimi cinque anni. Ciò raddoppierà la produzione da un'area che già controlla il 40% dell'export mondiale di minerali ferrosi. Port Hedland, la più grande baia della regione, dovrebbe aumentare la sua capacità di 390 milioni di tonnellate entro i! 2016 (nell'anno terminato a giugno, l'export da Port Hedland è stato pari a 199 milioni di tonnellate cubiche) per sostenere l'aumentata produzione.

Interesse internazionale

L'espansione delle infrastrutture australiane sta suscitando l'interesse di grandi società internazionali. General Electric, che fornisce il 70% delle locomotive per trasporti minerari nella regione di Pilbara e nel distretto carbonifero di Bowen Basin, progetta di raddoppiare il volume del suo business in Australia entro il 2014.

Bouygues, il secondo più importante costruttore edilizio europeo quotato in Borsa, punta a vincere due o tre nuovi appalti all'anno. Dal canto suo Bechtel sta costruendo un porto carbonifero per Bhp ed estendendo, sempre per Bhp, quattro giacimenti minerari nel Bowen Basin. In Western Australia, il gruppo texano Fluor gestisce l'espansione del terminal portuale di Bhp a Port Hedland.

Alcune aziende straniere, quindi, sono riuscite a entrare nella corsa australiana alle infrastrutture. Tuttavia, affermano gli esperti, alcuni player internazionali potrebbero avere difficoltà nel reperire forza lavoro e nell'approntare un'efficace catena di rifornimento. «Non c'è un grande numero di imprese straniere che conosce la geografia e il mercato locali», spiega Mike Carter, capo della divisione carbonifera di QR National. L'ideale potrebbe quindi essere lavorare in partnership con le aziende australiane.

Boom delle costruzioni

Intanto l'Australia continua a costruire. L'Australia ha speso 176,5 miliardi in costruzioni nei 12 mesi terminati a settembre. L'investimento in infrastrutture è cresciuto del 50% dal giugno 2006, rendendo il Paese-continente il mercato a maggior crescita nelle costruzioni tra le nazioni più avanzate. II valore dei metalli usati nelle grandi costruzioni importati nei 12 mesi terminati a novembre è doppio rispetto all'import complessivo degli anni Novanta, mentre !'import di prefabbricati dello scorso settembre è pari a quello degli anni Novanta. «Stiamo assistendo a una crescita esponenziale - commenta Jay Leary, attivo nelle costruzioni con Freehills a Brisbane -. I progetti che verranno realizzati nei prossimi cinque anni cambieranno il volto e il mercato australiano per sempre».

Barbara Pezzotti (fonte: Il Sole 24 Ore)