I megaprogetti nei paesi petroliferi del Golfo
Censiti 280 megaprogetti
Roma, 4 giugno 2012 - Una delle aree del pianeta più dinamiche e attive dal punto di vista delle costruzioni di infrastrutture è senza dubbio l’area del Golfo arabico-persico. I sei paesi che fanno parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrain, Qatar, Emirati arabi uniti, Kuwait,Oman) sono paesi petroliferi con enormi introiti derivanti dalle esportazioni di petrolio e hanno quindi grandi disponibilità di capitali, anche se in calo rispetto agli anni passati. Con 42 milioni di abitanti e un PIL di 920 miliardi di dollari, le sei monarchie sunnite del Golfo hanno in corso programmi di investimento in infrastrutture per 150 miliardi di dollari.
Nel database di Construction Week Online sono censiti 280 megaprogetti, che comprendono impianti di desalinizzazione dell’acqua marina, linee di trasmissione dell’energia elettrica, mega impianti di trattamento delle acque di scarico riutilizzate per irrigazione, autostrade urbane ed extraurbane, metropolitane, ferrovie, aeroporti, edilizia residenziale e civile.
Fra le infrastrutture in corso di realizzazione negli Emirati, la metropolitana sopraelevata di Dubai è senza dubbio il più importante progetto di trasporto pubblico anche per le sue implicazioni strategiche. Una linea di 52 km con 29 stazioni che verrà completata entro il 2016 a cui seguirà una seconda linea di 22 km con 19 stazioni. La scala del progetto è così grande che esso è stato diviso in 32 sezioni, 12 delle quali sono già state appaltate e sono in fase di esecuzione. Gli appalti comprendono una serie di servizi specialistici come la progettazione, le linee di alta tensione, le attrezzature e le installazioni di sicurezza, una stazione di controllo elettronico di tutto il sistema, oltre alle opere di ingegneria vera e propria.
Un secondo progetto è quello relativo all’ampliamento dell’aeroporto internazionale di Abu Dhabi che prevede la costruzione di un’area di 700 mila metri quadri e una spesa di 6,8 miliardi di dollari. Il progetto comprende l’ampliamento del numero dei gates e le aree di controllo di sicurezza per i passeggeri nel Terminal 3 e una nuova spettacolare sala per gli arrivi del Terminal 1, una delle più grandi del mondo. La gara per la progettazione dell’area arrivi del Terminal 1 è stata aggiudicata allo studio di architettura degli Stati Uniti Kohn Pedersen Fox Associates che ha presentato il progetto definitivo nel 2011.
Numerosi i progetti in programma in Arabia Saudita. Fra essi la metropolitana leggera di Jeddah, la riqualificazione della città antica di Al Balad , cuore della ex capitale dell’Arabia Saudita, per il cui master plan sono stati richiesti i servizi e l’expertise di contractor specializzati in restauro di monumenti storici di matrice islamica.
L’annuale pellegrinaggio alla città santa di La Mecca e agli altri Luoghi santi dell’Arabia fa muovere 2,5 milioni di pellegrini ogni anno che pongono problemi logistici e di accoglienza ancora non risolti. Il governo saudita ha implementato 7 nuovi progetti per un costo totale di 1,6 miliardi di dollari, che comprendono fra l’altro la costruzione di un secondo terminal per autobus, auto e carovane per l’ arrivo alla Mecca, la costruzione di nuovi ostelli, di 32 mila nuove toilette per i pellegrini, un tunnel di 13 Km a doppia galleria che connette le città di Taif e la La Mecca. Dopo la costruzione della moderna università per sole donne a Ryadh, intitolata alla principessa Nora Bint Abddulrahman, che accoglie 26 mila studenti, ormai completata, il re Abdullah bin Abdulaziz al-Saud in persona ha lanciato la scorsa settimana un vasto programma del valore di 20 miliardi di dollari per la costruzione di nuovi campus universitari a Jazan, Taif, Tabuk, Hail. Baha, Nairan e in altre località periferiche del paese , confermando l’orientamento della monarchia saudita a investire nel sistema educativo e creare università e centri di ricerca di alto livello scientifico.
Si è appena conclusa la gara per la costruzione di un grande impianto per il trattamento delle acque di scarico Ashghal in Qatar per un valore di 7,5 milioni di dollari che è stato vinta dalla società scozzese Scottish Water International. L’impianto utilizza un metodo considerato fra i più rispettosi dell’ambiente che consente il riutilizzo dei residui organici per la concimazione naturale del terreno e delle acque per l’irrigazione. La gara è stata indetta dal Qatar’s Public Works Authority che ha in carico I lavori per la preparazione della Coppa del mondo di calcio nel 2022.
Sono poche le imprese italiane che si sono cimentate a partecipare alle gare internazionali indette dalle autorità locali e ancora meno quelle che si sono aggiudicate qualche contratto. In questi paesi esistono imprese di costruzione, che con gli anni, hanno perfezionato le loro capacità progettuali, tecnologiche ed esecutive e che si aggiudicano normalmente la maggior parte delle opere che non richiedono una specializzazione sofisticata. Fra esse la SAUDI OGER, una delle più importanti società di costruzione della penisola arabica, la SAUDI BIN LADIN GROUP ( di proprietà della famiglia dai cui proviene lo “sceicco del terrore” ucciso un anno fa in un raid degli americani in Pakistan) che si occupa di edilizia residenziale e civile; la ARABTEC HOLDING, una multinazionale che opera in tutto il mondo arabo da Dubai alla Giordania, dall’Egitto all’Arabia e che ha 60 mila dipendenti dislocati nei diversi paesi.
Per entrare nei contratti occorre allearsi o consorziarsi con i grandi gruppi locali oppure essere in possesso di capacità tecniche e specializzazioni che non si trovano in loco e il cui valore aggiunto è determinate per fare la differenza.