Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

India, un grande mercato per le infrastrutture

L'India è pronta a stanziare 75 miliardi di dollari in quattro anni per le strade

Roma, 28 giugno 2011 - L’India è pronta a stanziare 75 miliardi di dollari in quattro anni, di cui 45 provenienti dal settore privato, per il solo settore stradale. Lo ha detto in una intervista al Sole 24 Ore Kamal Nath una delle figure più visibili dell’esecutivo indiano del Primo Ministro Singh, che gli ha affidato il ministero per le Strade e dei Trasporti. Una sfida fondamentale per modernizzare la disastrosa rete stradale del paese. La partita è una delle più importanti giocate dal governo Singh. In palio non ci sono soltanto decine di miliardi di dollari di progetti, ma anche la credibilità dell’India come meta per gli investitori stranieri e soprattutto il suo futuro come centro mondiale, non solo dei servizi, ma anche del settore manifatturiero.

L’India ha una rete stradale di 2,1 milioni di km, ma la maggior parte sono strade rurali in terra battuta. Le strade asfaltate hanno un’estensione di 400 mila km , mentre le autostrade sono ancora limitate ad alcuni tratti di accesso alle grandi metropoli. Nel 2010 in India sono state vendute più di 2,7 milioni di auto, quasi tutte prodotte in loco, rispetto alle 700.000 del 2000. Il Governo indiano ha incentivato le politiche che supportano lo sviluppo dell'industria automobilistica locale, introducendo anche una riduzione della tassa sulle vendite delle vetture piccole e incentivi finanziari alle case automobilistiche che costruiscono veicoli nel Paese e li esportano all'estero. Si stima che le auto prodotte in India dovrebbero raggiungere gli 11 milioni entro il 2020, una cifra che collocherebbe l’India al terzo posto nel mondo dopo la Cina (35 milioni) e gli Stati Uniti (17 milioni).

In compenso in India è molto sviluppato il sistema ferroviario, lascito del colonialismo inglese che ha dotato il paese di linee ferroviarie per con una lunghezza totale di 63.000 chilometri. La ferrovia indiana è la seconda rete più grande del mondo. Trasporta più di 400 milioni di passeggeri all’anno e oltre 382 milioni di tonnellate di merce ogni anno. Di recente si è avviato un programma di ammodernamento del trasporto su ferro e su alcune linee fra città importanti i treni corrono a 160 km/ora, mentre la privatizzazione di alcuni servizi (stazioni ferroviarie, pasti e pulizia dei treni) ha permesso di migliorare il servizio. Ma ancora molto resta da fare.

Le infrastrutture dell'India sono molto obsolete se paragonate ai bisogni del paese. Un paese che si presenta con un biglietto da visita molto promettente: protagonista della scena economica internazionale, con un tasso di crescita medio del PIL dell’’8% negli ultimi 5 anni, ottime università, un mondo degli affari che parla inglese, un sistema giuridico che funziona, un mercato interno in forte espansione. Ma con un neo vistoso nelle infrastrutture. Una classifica sulle competenze logistiche fatta dalla World Bank su scala mondiale vede la Cina al 27° posto, prima tra i paesi del BRIC (acronimo per i nuovi colossi dell'economia mondiale Brasile, Russia, India e Cina) e l'India al 47° posto. La Cina può contare con 500 aeroporti contro i 334 scali aeroportuali indiani e, grazie alle caratteristiche geofisiche, la Cina conta un rilevante numero di vie navigabili.

Oltre ad avere alcuni dei porti più attivi al mondo, in Cina ci sono 110.000 chilometri di vie fluviali. Questo è forse il maggiore vantaggio che ha sull'India potendo quest'ultima contare solo su 16.000 km di corsi d'acqua navigabili. In compenso però l’India dispone di una vasta fascia costiera che permette di utilizzare il trasporto marittimo per la maggior parte del trasporto merci. In seguito alla politica di liberalizzazione del settore marittimo indiano i grandi porti come anche le vie di trasporto marittimo sono state aperte al settore privato. L’attività di trasporto marittimo è in piena espansione e il numero delle navi registrate sotto bandiera indiana ha raggiunto le 471 unità. L’età media della flotta indiana è di circa 13 anni rispetto ai 17 della flotta internazionale.

«Queste differenze infrastrutturali spiegano in parte come l'India si sia specializzata nella creazione di software e nell'erogazione di servizi ICT che non richiedono una gestione fisica del prodotto» sostiene un analista «ma se consideriamo che entrambi i paesi hanno stanziato il 10% del PIL per lo sviluppo di infrastrutture che ne miglioreranno capacità produttive e distributive, India e Cina devono essere prese in considerazione quando si pensa di produrre o acquistare all'estero». Colmare le carenze infrastrutturali rappresenta non solo una necessità per lo sviluppo urbano e industriale, ma anche una priorità per incrementare gli investimenti stranieri. A tal scopo il Governo indiano sta avviando una serie di importanti progetti che riguardano i porti, le strade, gli aeroporti e le aree urbane, per i quali risulta strategica una collaborazione pubblico-privata, in particolare attraverso la formula BTO (Build-Transfer-Operate, ossia con il trasferimento della proprietà al governo nel momento in cui l'infrastruttura viene completata), e che rappresentano una delle opportunità più interessanti per gli investimenti stranieri in India.

Inoltre, questo processo può rappresentare un'occasione unica per i fornitori e i consulenti di infrastrutture per fornire vantaggi sia all'India che all'Italia. Per la sua popolazione che è di 1,1 miliardi di persone che per il 60% vive nei grandi centri urbani il trasporto urbano è fondamentale. L'India è uno dei mercati più grandi e più rapida crescita del trasporto urbano, con investimenti di oltre 20 miliardi di dollari nel SMST bus-based e su rotaia nei prossimi cinque anni. Nuovi bus rapidi nei sistemi di trasporto urbani sono in costruzione in 10 città e sistemi rapidi di trasporto su rotaia sono stati avviati in altre 11 città dell’India. L’unica società italiana che si è affacciata sul mercato indiano è Atlantia, che è titolare della concessione (con scadenza 2030) della tratta autostradale Pune-Solapur di 110 km nello stato di Maharashtra.

Giancarlo Pasquini