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Briciole di pane

La Cina investe sul nucleare con l'aiuto di Bill Gates

L'ex CEO di Microsoft investe sulla dotazione tecnologica contribuendo al passaggio della Cina alla produzione di energia nucleare

Roma, 5 gennaio 2012 – Bill Gates, ex Ceo di Microsoft, scommette sullo sviluppo tecnologico per il passaggio della Cina alla produzione di energia nucleare contribuendo in questo modo a far diventare il Paese una superpotenza anche nel nucleare, non solo sul piano della capacità installata ma anche su quello dell'innovazione tecnologica. Risale a poche settimane fa l’installazione del nuovo reattore nucleare di Ningde e già entro la fine del 2012 il nuovo impianto situato nella provincia del Fujian diventerà operativo. L’ex CEO di Microsoft sta portando avanti trattativeper lo sviluppo degli impianti nucleari a cui sta lavorando TerraPower, progetto finanziato dalle sue tasche e che punta a creare un reattore nucleare particolarmente sicuro che promette una produzione con un impatto ambientale minimo e che intende ridurre quasi a zero l'elemento umano. Gates aveva già alimentato il dibattito sulle nuove prospettive in campo energetico, schierandosi a favore del nucleare che a differenza delle rinnovabili (definite "soluzioni attraenti per il mondo ricco") potrebbe, a suo avviso, rispondere al problema energetico dei Paesi in via di sviluppo. Pechino lavora a un piano nucleare (che comporta un investimento complessivo di 120 miliardi di dollari) per ridurre la sua dipendenza dal carbone che oggi copre quasi il 70% del fabbisogno energetico del Paese e contribuisce per l'83% alle sue emissioni di gas serra. Il piano nucleare messo a punto in Cina è senza dubbio il più colossale per investimenti, impiego di tecnologia e tempi di realizzazione nella storia dell'industria atomica. Oggi, oltre la Grande Muraglia, sono in funzione 12 reattori, distribuiti su 4 centrali che hanno una capacità complessiva di 10mila megawatt annui. L'obiettivo di Pechino, secondo quanto previsto da una recente revisione del piano originario elaborato nei primi anni Duemila, è di aumentare la capacità atomica cinese a 70 gigawatt entro il 2020, tramite la costruzione di 28 reattori di nuova generazione. Di questi, una ventina sono già in costruzione e almeno una dozzina dovrebbe entrare in funzione già entro il 2015. Procedendo a questo ritmo, nel 2030 o forse anche prima Pechino arriverà a insidiare il primato degli Usa, con quasi 100 gigawatt installati. L'uranio per alimentarli verrà preso in parte in Cina stessa (lo Xinjiang è ricco di giacimenti) e in parte sui mercati internazionali, dove il governo cinese negli ultimi anni ha concluso numerosi accordi con grandi Paesi produttori come Australia e Kazakhstan. Così la Cina, seguita dagli altri Paesi emergenti, si avvia a superare a passo di carica il parco di generazione nucleare di tutti i Paesi europei, salendo in pochi anni dal decimo al secondo posto nella top ten delle nazioni che sfruttano il nucleare civile, secondo un'analisi della società di ricerche americana Enerdata. La Russia salirà dal quarto al terzo posto, la Francia scenderà dal secondo al quarto e la Corea del Sud avanzerà dal sesto al quinto, mentre l'India e la Turchia entreranno nella top ten al settimo e all'ottavo posto. Il tutto per l'effetto combinato del post-Fukushima, che sta portando i Paesi occidentali ad abbandonare progressivamente l'atomo e i Paesi emergenti ad adottarlo, per soddisfare le crescenti necessità di energia non inquinante.

Irene Anna Leone