Le auto elettriche ci salveranno dall'inquinamento? Non nel prossimo futuro
A Bruxelles un convegno (su twitter) fa i numeri dei prossimi anni
Bruxelles, 3 giugno 2013 - Nella strategia Europa 2020 l'Ue si è data l'obiettivo di ridurre del 20% le emissioni di gas serra. Per farlo dovrà sicuramente provare a incidere sul traffico automobilistico responsabile, da solo, di circa un quinto delle emissioni totali dell'Unione europea di anidride carbonica. E a questo scopo l'utilizzo di vetture elettriche potrebbe dare un contributo importante, ma non così immediato come si potrebbe immaginare. Fatto sta che la confusione sotto il cielo è tanta e per questo i dibattiti sull'argomento sono diversi e coinvolgono sempre più non soltanto personalità del mondo della politica, dell'industria o studiosi, ma anche la “rete”.
E così il convegno “Driving the Transformation of the City” che si è svolto a Bruxelles, ha coinvolto anche gli utenti internet che hanno potuto dire la loro nel dibattito pur senza essere presenti, grazie a Twitter. Tra questi Carlo Fidanza, europarlamentare italiano e relatore del Ppe per la “Clean Power for Transport Initiative”. “Le auto elettriche potrebbero essere cruciali per ridurre l'inquinamento atmosferico, a partire da quello per Co2, ma non soltanto quello – ha dichiarato in collegamento streaming – Pensiamo ad esempio all'inquinamento acustico, un altro fattore di rischio per la nostra salute con cui dobbiamo confrontarci ogni giorno”. Solo nel 2000, i danni alla salute causati dall'inquinamento atmosferico sono stati quantificati, dal punto di vista economico, tra i 277 e i 790 miliardi di euro. Secondo i calcoli dell'Ufficio europeo per l'Ambiente il raggiungimento dei limiti di emissioni di Pm 2,5 prescritti dall'Organizzazione mondiale della Sanità in sole 25 grandi città dell'Ue, potrebbe assicurare un risparmio di 31,5 miliardi l'anno in spese sanitarie, assenze dal luogo di lavoro per non parlare dei costi non economicamente quantificabili come il benessere, l'aspettativa e la qualità di vita. Le emissioni di Co2 del trasporto stradale tra il 1990 e il 2010 sono aumentate di quasi il 23%, e se non fosse stato per la crisi economica, che ha rallentato la crescita, le cifre potrebbero essere molto maggiori.
Non a caso i trasporti sono l'unico settore importante nell'Unione europea dove le emissioni di gas a effetto serra sono in continuo aumento. E l'inserimento nel mercato di vetture elettriche da solo non riuscirà a invertire questa tendenza. Non nel breve termine almeno. “Il ruolo che possono svolgere in questo ambito è enorme, ma soltanto nel domani, non nell'oggi” ha avvertito Ivan Hodac, segretario generale dell'Acea (European automobile manufacturers association). Secondo Hodac “dobbiamo capire che entro il 2020 non ci sarà più del 5% di auto elettriche nel mercato dell'Ue, quindi il vero cambiamento potrà esserci negli obbiettivi per il 2025 o per il 2030. Ma le auto a combustibile continueranno ad esistere ancora a lungo anche se saranno migliorate dal punto di vista delle emissioni di Co2. Ma una introduzione di massa delle auto elettriche non avverrà certo nel futuro prossimo”.