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Briciole di pane

Le imprese di costruzione italiane in America Latina

Perché per le imprese italiane di costruzione il Centro e Sud America sono il primo mercato con il 37% delle commesse in atto e il 48% del portafoglio

Roma, 22 ottobre 2012 - Dal Rapporto 2012 dell’ANCE sulle imprese di costruzione italiane nel mondo emerge che il Sud America e l’America centrale rappresentano insieme il 37% del portafoglio globale delle commesse in corso di esecuzione, mentre per quanto riguarda le nuove commesse il Sud America rappresenta il 48% .  In pratica quasi  la meta dei lavori realizzati all’estero sono  localizzati in Sud America. Perché?  I motivi sono diversi. Innanzitutto ci sono le referenze acquisite nel corso di una presenza che risale agli anni 60 del secolo scorso quando le imprese italiane si distinsero  nella costruzione soprattutto  di dighe e centrali idroelettriche, ma anche ponti, strade, metropolitane (fra cui quelle di Caracas e Valencia in Venezuela):  con risultati ritenuti eccellenti sia dal punto di vista tecnico che estetico.  Un secondo motivo va ricercato nella presenza in quasi tutti i paesi del Sud America di importanti comunità di origine italiana, anche a livelli di responsabilità politica e imprenditoriale. Ciò ha facilitato i contatti e reso più fluide le relazioni per la comunanza linguistica e culturale.
Il fattore principale è che l’America latina  ha fatto progressi significativi dagli anni 90 – come sostiene un recente  Rapporto di  Goldman Sacks – per promuovere un ambiente favorevole alla crescita. “La Regione si colloca attualmente al di sopra degli altri mercati emergenti in termini di stabilità macroeconomica (basso debito pubblico e moderato deficit fiscale), di scolarizzazione, di aspettativa di vita e di accesso alla tecnologia.” Tuttavia prosegue il Rapporto “questi sviluppi non sono stati sufficienti per permettere alla Regione di aumentare il suo ancora limitato potenziale di crescita del PIL. Un fattore che ostacola il progresso in questo senso è la qualità inadeguata delle infrastrutture esistenti, che è il risultato di anni di bassa spesa per investimenti.” Ora i Governi hanno deciso di investire nelle infrastrutture (da 2 a 3 punti di PIL) e creare il contesto adeguato per favorire anche gli investimenti privati nel settore. 

Oggi sono molti i progetti in cui sono impegnate le imprese di costruzione italiane. Ne diamo qui una sintetica rassegna. Continua la tradizionale presenza delle imprese italiane nella costruzione di dighe e centrali idroelettriche.  Il gruppo IMPREGILO è impegnato nella realizzazione del progetto idroelettrico sul fiume Sogomoso nella Colombia nord occidentale a 40 km dalla città di Bucaramanga.  Il progetto prevede la costruzione di una diga alta 190 metri e lunga 300 metri,  di una centrale in caverna che alloggerà tre turbine per un totale di 870 MW di potenza installata, nonché di due tunnel di deviazione e del sistema di strade e tunnel di accesso per un valore di 55 milioni di Euro. Sempre in  Colombia, IMPREGILO  ha ottenuto dalla EMGESA, la più grande impresa elettrica del paese, l’incarico di progettare e realizzare la centrale di EL Quimbo sul fiume Magdalena nel dipartimento di Huila. L’impianto avrà una capacità installata di 400 MW e prevede la costruzione di una diga principale alta 150 metri e lunga 635 e di una secondaria alta 66 metri e lunga 410 metri.  In Cile IMPREGILO si è aggiudicato la gara per realizzazione di un impianto idroelettrico nella località di Angostura, nella regione di Bio-Bio. Il progetto prevede la costruzione di una diga principale di 152 m di lunghezza e 63 di altezza e di una diga secondaria di 1,6 km di lunghezza e 25 metri di altezza, nonché di una centrale in caverna dove saranno alloggiate tre  unità di generazione con una potenza installata di 316 MW. Il valore dell’opera è di 200 milioni di Euro. IMPREGILO, infine, sta realizzando l’impianto idroelettrico di Tacoma in Venezuela, che prevede la costruzione di una diga lunga 300 metri e alta 82, comprendente una centrale idroelettrica per una potenza installata di 2160 MW.
IMPREGLO è anche capofila del consorzio “Grupos Unidos Por el Canal” di cui fanno parte la spagnola SACYR, l’olandese Van De Nul e una società panamense, che da 3 anni sta lavorando per  l’ampliamento del Canale di Panama, “ la più grande opera di ingegneria civile del mondo”, per la cui realizzazione il governo di Panama ha stanziato 5,4 miliardi di dollari .
Molti problemi sta invece incontrando l’ENEL che, avendo acquisito la società spagnola ENDESA, è diventato uno dei principali produttori e distributori di energia elettrica in Sud e Centro America. L’ENEL ha ereditato da ENDESA il progetto HidroAysen, in consorzio con il Gruppo cileno Colbún,   per costruire 5 centrali idroelettriche sui fiumi Pascua e Baker nella regione di Aysen nella Patagonia cilena.  La potenza totale generata sarà di 2.750 MW e l’energia dovrà essere trasportata 2300 km più a nord con una linea di trasmissione ad alta tensione, che dovrebbe attraversare 4 parchi nazionali e riserve naturalistiche per la conservazione della biodiversità. Il costo del progetto è stimato intorno ai 3,2 miliardi di dollari per le sole dighe e in altri 3,5  miliardi per le linee di trasmissione.  Ma la sua esecuzione è fortemente contestata dalle popolazioni indigene e da associazioni ambientaliste, le quali sostengono che il progetto distrugge il patrimonio naturale dell’area e comporterà un aumento del costo dell’energia per i consumatori cileni.
Il Venezuela con il governo di  Hugo Chávez, recentemente riconfermato per la quarta volta alla guida del paese, ha intrapreso un intenso programma di modernizzazione delle infrastrutture di trasporto su ferro, quasi del tutto inesistente.  Nel 2006 sono state inaugurate la metropolitana di Los Teques e la ferrovia Caracas-Tuy. Attualmente sono in corso di realizzazione altre tre linee ferroviarie ritenute prioritarie per il Venezuela : la Puerto Cabelo-La Encrucijada di 110 km ; la Chaguarramas- Cabruta e la San Juan de los Morros-San Fernando de Apure.  Queste tre linee, una volta completate, permetteranno alla parte centro-meridionale di inserirsi nei progetti di sviluppo economico delineati a livello nazionale. La linea infatti collega il principale porto del paese (Puerto Cabello) con i grandi centri industriali e agro alimentari di Valencia e Cabruta, il principale porto sull’asse fluviale Orinoco-Apure.  Queste infrastrutture si inseriscono in un  articolato sistema di trasporto multimodale merci e passeggeri che dovrà integrare le differenti esigenze e modalità di trasporto tramite la creazione di centri logistici ferroviari  (interporti)e  fluviali (terminal e container) con i quali far interagire il trasporto su gomma.
La linea Puerto Cabello-La Encrucijada è stata affidata  a aziende italiane. La ITALFER,  società di ingegneria del Gruppo Ferrovie dello Stato, ha curato la progettazione  esecutiva delle opere ferroviarie di diverse tratte delle linea, nonché delle stazioni e altre opere civili. Per l’esecuzione dei lavori sono impegnate nelle diverse specializzazioni  imprese come IMPREGILO, ASTALDI, GHELLA, TREVI. I lavori sono stati più volte interrotti, a causa di contenziosi e mancato  rispetto degli impegni finanziari da parte venezuelana, ma grazie al lavorio diplomatico del Ministero degli Esteri,  gli intoppi sono stati via via superati.
Un settore del tutto nuovo per le imprese italiane è quello delle concessioni. Il Gruppo ATLANTIA, della famiglia Benetton, da anni   concessionario   di “Autostrade per l’Italia”, si è lanciata alla conquista dei mercati esteri. Nel 2012  grazie a una joint venture con il Gruppo brasiliano Bertin , ha ottenuto la concessione di circa 1.500 km di autostrade in Brasile e gestisce 313 km di autostrade in concessione in Cile, fra cui l’ autostrada urbana  Costanera Norte (43 km in sotterranea) e un tratto del raccordo anulare di Santiago “ Vespuccio Sur”  di 38 km  (a pedaggio).  Al contrario IMPREGILO ha  ceduto nei giorni scorsi per 989 milioni di dollari  il 12,4% delle sue partecipazioni nella società  brasiliana ECORODOVIA (di cui deteneva il 19% delle azioni), acquistate dal socio di maggioranza CR ALMEIDA, un’impresa con 50 anni di attuazione nel settore delle costruzioni in Brasile. ECORODOVIAS è una società di infrastruttura logistica integrata che opera nella logistica intermodale, nelle concessioni autostradali e servizi correlati ed è titolare di 5 concessioni autostradali in Brasile per un totale di 3 mila km. Una mossa che si spiega per ragioni aziendali, ma che risulta  in controtendenza dal momento il Brasile è  considerato il nuovo eldorado per gli investimenti in infrastrutture.

Giancarlo Pasquini