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Briciole di pane

Libia. Gli interessi in gioco per l'Italia: appalti, gas e petrolio

Siamo in ritardo sui concorrenti inglesi, francesi e del Qatar

Roma, 22 gennaio 2011 – Quali sono oggi i nostri interessi in Libia? L'Eni è il primo operatore internazionale nell'estrazione di gas e petrolio. Con il governo Gheddafi aveva sottoscritto accordi per il rinnovo delle concessioni fino al 2045. Nello stesso settore sono attive Saipem e Snam progetti (sempre Eni), Edison e Tecnimont. Nelle infrastrutture l'Anas è la capofila del gruppo di imprese italiane in vista della realizzazione dell'autostrada costiera libica lunga 1.700 km prevista dal trattato di amicizia e cooperazione. I lavori valgono circa 3 miliardi di dollari. In corsa per la gara il colosso delle infrastrutture Impregilo che ha anche ottenuto in Libia contratti per 1 miliardo di euro per la realizzazione di diverse infrastrutture. Nello stesso settore sono attive Bonatti, Garboli-Conicos, Maltauro. Nelle telecomunicazioni la Sirti, con la francese Alcatel, ha chiuso un contratto per oltre 7 mila km di cavi di fibre ottiche, importo globale 161 milioni di euro. La Prysmian Cables & Systems di Milano (ex Pirelli Cavi) un contratto da 35 milioni di euro per i cavi a larga banda nella rete del Libya General Post and Telecommunications Company. E poi l'onnipresente Finmeccanica, con la sua controllata Ansaldo Sts, si era aggiudicata due contratti per la realizzazione delle ferrovie libiche del valore complessivo di 740 milioni di euro. Ma da difendere ci sono anche gli interessi delle piccole e medie imprese italiane, che prima della guerra stavano investendo per un ammontare di 60 milioni di dollari.

Siamo però in ritardo su francesi, inglesi, americani e qatarioti che, ad esempio, hanno già messo le mani sui nuovi media libici, finanziando anche la creazione di radio in lingua inglese o mettendo a disposizione specialisti in comunicazione. E la Francia, già ad ottobre e più recentemente lo scorso 20 dicembre, si è presentata con nutrite delegazioni di imprenditori guidate dal sottosegretario francese al Commercio estero Pierre Lellouche, portando a casa negoziati tra l'Airbus e Tripoli e contratti nel settore petrolifero e per la ricostruzione di Misurata.

Cristiano Tinazzi (fonte: Il Messaggero)