Missione in India per il made in Italy
Roma, 24 ottobre 2011 - Il ministro degli Affari esteri, Franco Frattini, e quello dello Sviluppo economico, Paolo Romani, accompagnati da oltre cento aziende portate da Confindustria, con la partecipazione di Abi, Simest, Sace e Unioncamere, partiranno lunedì prossimo (31 ottobre 2011) per l’India in nome del “made in Italy”. Obiettivo della missione e di verificare le opportunità nei settore delle infrastrutture, dell’energia, e della meccanica. L’India, infatti, sta spingendo sulla realizzazione di superstrade, sui progetti elettrici e sulle telecomunicazioni.
La visita si realizzerà in due le tappe: New Delhi e Chennai, quarta città più popolosa del Paese e capitale del Tamil Nadu (sud-est), Stato dalle grandi potenzialità economiche. L'India (1,2 miliardi di abitanti) ha ritmi di crescita incalzanti, anche se il Governo ha rivisto al ribasso le stime sul Pil: l'obiettivo del 9% per l'anno in corso (che si chiude a marzo) sembra non più raggiungibile e, secondo la Banca mondiale, nel prossimo biennio il Paese dovrà "accontentarsi" di una media del 7-8%. Cifre comunque straordinarie per gli standard europei che fanno dell'India una terra di grandi opportunità per chi sappia coglierle. “Italia e India - fa notare Roney Simon, vicepresidente dell'Associazione Italia-India e director in Italia della Ficci (Fede-ration of Indian Chambers of commerce and Industry) - hanno una tradizione imprenditoriale comune (aziende italiane come Fiat, Eni e Olivetti hanno contributo all'industrializzazione indiana negli anni'60) e condividono un tessuto imprenditoriale fatto di piccole e medie aziende. Non c'è settore che non possa avere prospettive in un mercato con le dimensioni dell'India. L'India - aggiunge - esprime una naturale vocazione per tutto ciò che è made in Italy”. Parole che trovano conferma nei dati di un interscambio commerciale in crescita da anni: 29,3% nei primi cinque mesi del 2011, cifra superiore all'incremento del nostro export complessivo.
A trainare le esportazioni è tradizionalmente, oltre alla componentistica auto e all'alta tecnologia, soprattutto la meccanica, settore in culle opportunità commerciali sono in espansione. “Abbiamo informazioni su molte società - spiega Alessandro Terzulli, responsabile servizio studi di Sace - che puntano all'espansione della loro capacità produttiva: un'esigenza che le porta ad acquisire nuovi macchinari”. Dopo un 2oio "nero", nei primi sei mesi dell'anno hanno ripreso ad affluire in India investimenti dall'estero. Nella graduatoria mondiale l'Italia è settima tra i Paesi dell'Ue.
La voce più promettente è quella delle infrastrutture sulle quali si concentrerà la missione italiana: tra le priorità dell'India c'è infatti la costruzione di superstrade e la realizzazione di progetti elettrici e di telecomunicazione. Un'opera di adeguamento infrastrutturale per il quale il Governo di New Delhi ha annunciato investimenti per 750 miliardi di euro nei prossimi cinque anni e nel quale punta a coinvolgere il settore privato. L'Italia si segnala inoltre in particolare per gli investimenti che implicano un trasferimento di tecnologia, con 488 collaborazioni approvate. Attitudine che può risultare strategica in un altro settore in espansione, quello dell'energia: aumento della popolazione e processo di industrializzazione portano a una domanda crescente e a opportunità da cogliere. Alcune imprese sono già pronte: tra queste Concordia C pl, gruppo cooperativo che porterà in India il proprio know how sulle fonti di energia rinnovabili per alimentare sistemi di cogenerazione e trigenerazione (produzione contemporanea di energia elettrica, termica e frigorifera).