Perù, grandi lavori ai privati
Il Governo ha appena lanciato un piano di investimenti per migliorare la rete di infrastrutture
Roma, 11 maggio 2012 – El Callao è il più grande porto sudamericano del Pacifico ma le strade che lo circondano «sono in uno stato disastroso». Parola di Eduardo Ferreyros, ex ministro degli Esteri ora a capo di ComexPeru, uno dei più grandi gruppi di trading peruviani. Così, il nuovo primato stabilito nel 2011 (1,6 milioni di container movimentati, +20% sul 2010) è ben lontano dalle potenzialità che il porto potrebbe esprimere se la rete di trasporto fosse all'altezza.
Ollanta Humala, l'ex militare diventato presidente del Perù un anno fa tra lo scetticismo generale, ha ascoltato le lamentele delle imprese e, forte di un'economia in salute (+6,9% il Pil nel 2011) grazie al boom dell'export di materie prime minerarie verso l'Asia, ha lanciato un ambizioso piano di investimenti pubblici per dare al Paese una rete di infrastrutture capace di attrarre capitali esteri. Humala, che molti un anno fa pronosticavano come un clone di Chavez, si è rivelato finora più simile a Lula, con scelte politiche all'insegna del pragmatismo, tra cui appunto il piano keynesiano di rilancio dei grandi lavori.
L'obiettivo è di mobilitare 35 miliardi di dollari in un triennio. I primi 10 sono già sul piatto per il 2012-2013 con una lista di 26 progetti pronti per essere dati in concessione a imprese private. Ben 4 miliardi di dollari andranno proprio alla costruzione e all'ammodernamento della fatiscente rete stradale, 3 miliardi alle ferrovie, 1,1 miliardi a progetti nel settore degli idrocarburi. Ce n'è per tutti i gusti, dalla ristrutturazione del Teatro nazionale di Lima (95 milioni di dollari) alla costruzione di dighe e canali nell'area agricola di Chavimochic, nel nord del Paese (500 milioni).
Il Governo, e il suo braccio operativo Proinversion (l'agenzia di promozione degli investimenti esteri) vogliono insomma fare sul serio questa volta dopo le false partenze del passato. «Ci sono ancora - ha ammesso il ministro dell'Economia e delle Finanze Luis Miguel Castilla - molti ostacoli burocratici da superare. Stiamo lavorando su questo con diversi ministeri». L'associazione dei fondi pensione privati, uno dei maggiori investitori nelle infrastrutture, ha stimato che tra la presentazione dei progetti e l'inizio dei lavori passano in media 70 mesi, quasi sei anni.
Ora però il Governo ha deciso di accelerare coinvolgendo i privati attraverso il sistema delle concessioni e delle public-private partnership nella speranza di rendere più attraenti gli investimenti. Humala è stato a fine gennaio in Spagna, primo investitore in Perù nel 2011 con una quota del 20% e proprio in questi giorni si trova in Asia per un tour di promozione del Paese che lo ha già portato in Giappone lunedì e ieri in Corea del Sud. Il presidente conta di rientrare con l'impegno degli investitori asiatici a iniettare capitali nei settori dell'energia e dell'acqua.
Nel 2011 il Perù ha attirato investimenti diretti esteri per 7,7 miliardi di dollari, nuovo record. Le aree privilegiate sono quelle delle telecomunicazioni (in gran parte per gli ingenti investimenti spagnoli nella telefonia), industria mineraria (principalmente dal Regno Unito e l'Olanda). Un altro settore di rilievo è quello della banca e finanza, nel quale sono particolarmente elevati gli investimenti di Regno Unito, Olanda e Spagna.
Nel panorama della presenza straniera in Perù spicca la scarsa rilevanza dell'Italia. Gli investimenti diretti si limitano a poco più di cento milioni di dollari. L'interscambio è in crescita ma rimane limitato nel 2011 a 1,8 miliardi di dollari, con un saldo negativo per l'Italia di 700 milioni. L'uscita di scena di Banca Intesa nel 2006 (con la cessione della quota di controllo di Banco Wiese Sudameris) e quella di Tim un anno prima non hanno aiutato il sistema Italia a consolidarsi.
«Il rilancio delle infrastrutture - osserva Miriam Guimaray, senior trade analyst dell'Ice di Lima - rappresenta una grande opportunità per le imprese italiane. Al di là dei progetti quali centrali termoelettriche, linee di trasmissione dell'elettricità, gasdotti, reti di telecomunicazione, strade e ferrovie, sono in cantiere altri interventi interessanti, come il piano di riordino urbano di Lima, che comprende il restauro del centro storico e il rinnovamento della rete di trasporto. La prima gara per il nuovo parco degli autobus è stata vinta da un consorzio cinese, ma altre sono in programma».
Un altro fattore che può incoraggiare l'export italiano è il rafforzamento della valuta locale, il sol, che viaggia ai massimi degli ultimi 15 anni nonostante gli acquisti di dollari della Banca centrale. Il super-sol, e la politica di apertura al commercio e di bassi dazi perseguita da Lima negli ultimi anni, possono incoraggiare l'import di tecnologia e beni strumentali made in Italy.