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Briciole di pane

Porti: "progetto Trieste" spiegato ad Amburgo

Al secondo meeting sulle "città porto"

Trieste, 27 giugno 2011 - A Trieste servono infrastrutture, spazi pubblici e mezzi di trasporto per collegare adeguatamente il porto vecchio al resto della città. Lo ha detto Piotr Lorens, della facoltà di architettura dell'università di Danzica, concludendo, ad Amburgo, il secondo Meeting internazionale sulle “città-porto”. 
Nel suo intervento sul tema dei waterfront, Lorens ha anche avanzato alcuni suggerimenti per il progetto che “Porto Città” andrà a sviluppare. ''Serve una strategia complessiva di sviluppo - ha precisato - per evitare problemi futuri e per non trovarsi con edifici slegati l'uno dall'altro. Sul piano del management bisogna poi prendere esempio dalla struttura messa in piedi per l'HafenCity ed ancora si deve evitare di commettere gli errori fatti a Londra con il riutilizzo dei docklands, in particolare a Canary wharf dove con vari progetti non si è stati capaci di dar vita a una città”.
Sui collegamenti tra il porto vecchio e la struttura urbana della città ha insistito anche  Massimo Bertollini della Sapienza di Roma, sostenendo che ''un sistema di trasporto pubblico deve essere la principale infrastruttura del porto vecchio''. Bertollini  ha poi sottolineato che per il successo del progetto è necessario un mix di funzioni  (abitazioni, attività di ricerca, musei, sport e spazi pubblici) accompagnato da un'efficiente mobilità e dalla creazione di nuovi parchi urbani. Per l'area di Barcola Bovedo l'esperto ha concordato sulla destinazione ad attività sportive e a circoli nautici, non senza dimenticare la necessità di piccoli cantieri per  manutenzioni e riparazioni legate alla nautica da diporto; accanto a ciò è necessaria una residenzialità mista.
Proprio sul bisogno di stabilire un dialogo tra il vecchio e il nuovo, ''quando si realizzano nuovi edifici'' ha insistito l'amministratore delegato della societa' HafenCity Jurgen Bruns-Berentelg. ''I nuovi edifici devono tenere conto dell'architettura esistente, ma non basta - ha spiegato -. Va fatto un passo in più: bisogna superare la difficile convivenza tra vecchio e nuovo e aprire un dialogo. Grazie all'HafenCity'' - ha  proseguito - il porto storico di Amburgo, che si apre al pubblico e alla città, non è più una zona portuale a se stante. Ma non deve comunque perdere le proprie caratteristiche rimanendo riconoscibile senza adattarsi alle nuove costruzioni dell'HafenCity''.
Il dibattito attorno al progetto per il porto vecchio si è aperto dopo la presentazione fatta da Corrado De Francisco e Luca Fantin, rappresentanti di ''Porto città Trieste e mitteleuropa'',  i quali  si sono soffermati sulle caratteristiche generali del progetto e sul mix di funzioni previste nel comprensorio, precisando che la prima fase riguarderà il magazzino 26 e la marina prevista nel bacino zero. Quanto alle nuove edificazioni, De Francisco ha sottolineato che verrà bandita una gara internazionale di progettazione.
Al meeting internazionale ha preso parte Luca Rinaldi, Soprintendente ai beni architettonici del Friuli-Venezia Giulia che  ha ripercorso i progetti del porto vecchio degli ultimi vent'anni e, commentando i lavori del convegno, ha parlato di ”spunti interessanti  per fare un intervento unitario, soprattutto per l'uso degli spazi liberi e privi di vincoli, ma anche per l'impostazione urbanistica del progetto e per l'adozione di singole soluzioni. Il nostro approccio – ha aggiunto - è diverso da quello dell'HafenCity, dove l'esistente fa da sfondo al nuovo. Nel progetto del porto vecchio, la parte esistente domina quella nuova, detta le regole e deve essere la base per il gesto della nuova architettura”.

Fonte: Ansa