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Briciole di pane

Proposta della Ue: "tagli" al rumore dei veicoli

L'obiettivo è la riduzione dell'inquinamento acustico degli autoveicoli del 25%

Bruxelles, 9 dicembre 2011 - La Commissione europea ha proposto quest’oggi una riduzione dei limiti di rumorosità delle automobili, dei furgoni, degli autobus, dei pullman e degli autocarri leggeri e pesanti. Nel dettaglio, i valori limite di rumorosità delle automobili, dei furgoni, degli autobus e dei pullman verrebbero ridotti in totale di 4 dB(A), con una riduzione in due fasi di 2 dB(A) ciascuna. Per gli autocarri la riduzione sarebbe di 1 dB(A) nella prima fase e di 2 dB(A) nella seconda. L'applicazione della prima fase è prevista dopo due anni dalla pubblicazione del testo approvato dal Parlamento europeo e dagli Stati membri e quella della seconda fase dopo altri tre anni.

Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS, o World Health Organization, WHO in inglese), il rumore del traffico nell'Europa occidentale è responsabile ogni anno di oltre un milione di anni di vita - in salute, si intende - persi. Quindi, per l'Ue «la riduzione del rumore del traffico è essenziale per il miglioramento della salute e della qualità della vita dei cittadini europei». Certo è che un dato fa riflettere: era dal 1986 che, nonostante i crescenti volumi di traffico, i valori limite di rumorosità non subivano variazioni. Grazie a questa proposta, l'attuale normativa Ue sulle emissioni sonore dei veicoli garantirà l'applicazione delle medesime norme in materia di salute, sicurezza e ambiente all'interno dell'UE.

L’obiettivo delle misure proposte è quello di ottenere una riduzione totale di circa il 25% dell'inquinamento acustico dei veicoli. Antonio Tajani, commissario europeo per l'industria e l'imprenditoria, ha spiegato che con i provvedimenti studiati dall’Unione Europea: «si assisterà ad una significativa riduzione delle emissioni, dovute al traffico stradale, che i cittadini subiscono. Grazie alla proposta si avranno autoveicoli più silenziosi e un ambiente più sano. La proposta contribuirà anche a chiarire la normativa internazionale di settore e in tal modo sarà più facile per i costruttori europei vendere automobili al di fuori dell'Ue».

Ovviamente, per valutare i risultati, occorre una verifica puntuale delle emissioni sonore e così la Commissione Europea vuole introdurre anche un nuovo e più affidabile sistema di misurazione: l’additional sound emission provisions (Asep), ovvero la valutazione dei requisiti preventivi, in base ai quali le emissioni sonore di un veicolo in condizioni di guida su strada non dovranno discostarsi in misura significativa da quelle che sono prevedibili durante la prova di omologazione di quello specifico veicolo. Non restano fuori dalla proposta neanche i veicoli elettrici e i veicoli ibridi elettrici, i quali possono essere dotati di dispositivi sonori che li rendano più sicuri. Ed a proposito di sistemi sonori, quelli di avvicinamento dei veicoli (Approaching Vehicle Audible Systems) garantiranno che vengano utilizzati esclusivamente dispositivi sonori idonei e anche questo porterà ad un'armonizzazione della tecnologia applicata.

L'intervento farà aumentare la sicurezza stradale, ma l’installazione dei sistemi resterà comunque opzionale, a discrezione del costruttore. Da non sottovalutare, infine, il fatto che il “taglio” permetterà ai costruttori automobilistici europei un migliore accesso al mercato nei Paesi terzi che aderiscono all'Unece (United Nations Economic Commission for Europe) del 1958 - che garantisce l'armonizzazione internazionale delle regolamentazioni sui veicoli -, stimolando la competitività dell'industria europea. Pochi giorni fa proprio il dott. Tajani aveva detto: "Occorre assicurare che l'industria dell'Ue mantenga la sua leadership nel campo delle tecnologie per veicoli puliti" e tra le raccomandazioni vi erano la necessità di limitare l'inquinamento acustico causato dai veicoli, di definire una procedura di misurazione delle emissioni e del consumo di carburante, di utilizzare un metodo appropriato per valutare le emissioni di CO2 dei veicoli pesanti e di garantire all'industria dell'Unione Europea condizioni di concorrenza eque in tutto il mondo.

In considerazione dell'attuale perdita di fiducia delle imprese, infatti, il gruppo ad alto livello ‘Cars21’ aveva annunciato – proprio all’inizio del mese – una prima serie di raccomandazioni per la competitività e la crescita sostenibile dell'industria dell'auto europea. Nella relazione il gruppo sottolineava la necessità di garantire all'industria dell'Unione Europea condizioni di concorrenza eque in tutto il mondo e la necessità che tutte le parti in causa sostenessero l'introduzione di un sistema su scala mondiale per l'omologazione dei veicoli conformemente al già citato accordo Unece. La relazione raccomandava, inoltre, di limitare l'inquinamento acustico causato dai veicoli, di definire una procedura di misurazione delle emissioni e del consumo di carburante che tenesse maggiormente conto delle condizioni di guida reali e di utilizzare un metodo appropriato per valutare le emissioni di CO2 dei veicoli pesanti.

Il gruppo chiedeva, inoltre, un ulteriore sostegno per i veicoli a energia pulita e la creazione delle infrastrutture corrispondenti. "Il successo dei costruttori automobilistici europei sui mercati dei paesi terzi è un esempio a cui dovrebbero ispirarsi tutti gli altri segmenti dell'industria manifatturiera - aveva sottolineato in una conferenza stampa a Bruxelles il vice presidente della Commissione europea con delega all'Industria, Antonio Tajani - E' nostro compito garantire che tale successo continui. Pertanto, occorre assicurare che l'industria dell'Ue mantenga la sua leadership nel campo delle tecnologie per veicoli puliti. Ciò sarà possibile solo se ci impegneremo con ferma determinazione a favore dell'innovazione continua". Un discorso ‘premonitore’.

Chiara Biggi