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Briciole di pane

Rinnovabili, l'olio da cucina diventa carburante ecologico

In Cina è in costruzione un impianto da 18.000 metri quadrati in grado di produrre dall'olio fritto 100.000 tonnellate l'anno di biodiesel

Hong Kong, 20 agosto 2012 - Potrebbe incuriosire non soltanto quanti strizzano l'occhio all'ecologia e alla sostenibiltà la notizia, riportata in questi giorni dall'agenzia di stampa cinese Xinhua, secondo la quale l'olio comunemente utilizzato in cucina possa essere trasformato in carburante. Sorgerà, infatti, entro il prossimo mese di febbraio nella zona orientale di Hong Kong un impianto di 18.000 metri quadrati in grado di produrre 100.000 tonnellate l'anno di biodiesel dall'olio di cucina. A lanciarsi nell'impresa è un gruppo di imprenditori locali e investitori provenienti dai Paesi Bassi e dal Medio Oriente che, con un finanziamento di 165 milioni di dollari, ha annunciato che partirà nel mese di agosto 2013 la produzione di carburante ecologico.

Mentre l'impianto è in fase di costruzione, l'obiettivo principale è quello di assicurarsi le materie prime coinvolgendo i produttori di Malesia e Indonesia. Inizialmente, la materia prima più usata (e anche più cara) sarà quella derivata dalla lavorazione dell'olio di palma ma, a tre anni dall'avviamento dell'impianto, la percentuale dovrebbe invertirsi e l'olio di palma rifornirà l'impianto mentre per il 90% si utilizzeranno oli da cucina esausti, di scarto e grassi animali. In questo modo, circa il 40 per cento delle materie prime saranno grassi animali e acidi grassi di palma (un sottoprodotto della raffinazione dell'olio di palma) e circa il 25 per cento il comune olio da cucina, non più riutilizzabile per uso alimentare. Per questo scopo, già a partire da novembre 2010, la ASB (la società che sta costruendo l'impianto), ha raccolto finora in 1.800 ristoranti di Hong Kong olio da cucina esausto in modo da avere una consistente scorta cui attingere.

A guadagnarci sarà, in primis, l'ambiente visto che, rispetto ai combustibili fossili, la produzione di carburante da questi materiali di scarto consente di arrivare a tagliare le emissioni di Co2 anche dell'80%, con minori emissioni di ossido di zolfo e di particolato. Siamo di fronte a una sfida e, numeri alla mano, non proprio a buon mercato. Infatti, in Europa, per una tonnellata di gasolio servono circa 1.000 dollari mentre per il biodiesel, derivato dalla lavorazione degli acidi grassi di palma, il costo sale a 1.200 dollari circa e per una tonnellata di biodiesel da olio esausto ci vogliono ben 1.300 dollari. Anche se l'investimento è relativamente elevato, dalla ASB fanno sapere che sapranno capitalizzare i loro 15 anni di esperienza maturati nel settore delle energie rinnovabili poiché convinti che il biodiesel prodotto da materiali di scarto abbia un grande potenziale. Infatti, i materiali di risulta sono disponibili e più a buon mercato e - come dargli torto - i rifiuti hanno un impatto di emissioni di carbonio più basso che rendono i bio-carburanti rispettosi dell'ambiente, anche in confronto agli altri tipi di biodiesel tradizionale.

Irene Anna Leone