Rinnovabili, se l'energia arriva dal deserto
Le aride distese desertiche possono diventare una risorsa
Roma, 2 febbraio 2012 - Deserto e energia pulita. Il binomio è la scommessa per un futuro energetico non troppo lontano: le aride distese desertiche possono diventare una risorsa per produrre energia alternativa. Ogni anno un’enorme quantità di radiazione solare investe il territorio dei Paesi cosiddetti "Mena" (Medio Oriente e Nord Africa) e questa energia, più del doppio dell'intera Europa, se sfruttata, anche solo parzialmente, permette di investire in progetti destinati a coprire parte del fabbisogno energetico di questi Paesi, di puntare sull'esportazione e di favorire occupazione e crescita economica. Finora le aree di maggior sviluppo per grossi impianti solari sono state Stati Uniti e Spagna, ma già si incomincia a puntare sull'area sahariana con le sue riserve illimitate di energia solare. Un'idea che potrebbe sembrare avveniristica ma che, almeno per quanto riguarda il Nord Africa è già in fase avanzata di progettazione: si tratta del noto progetto Desertec il quale prevede che, entro il 2050, l'energia solare dal Sahara settentrionale riesca a soddisfare circa il 15 per cento del fabbisogno europeo di energia elettrica e una proporzione significativa della domanda di elettricità locale nei paesi del Nord Africa. Nel novembre 2009 dodici aziende europee hanno creato Desertec, con l'obiettivo di analizzare gli aspetti tecnici, economici, politici, nonché il quadro sociale e ambientale del progetto. “Non più tardi di 10 anni da oggi, centrali solari ed eoliche da queste aree cominceranno ad alimentare anche le reti elettriche europee", è l'opinione di Paul Van Son, Responsabile del Desertec Industrial Initiative, che conta quasi 60 soci e partner, tra cui Enel GreePower, Terna, Unicredit. Le implicazioni economiche del riscaldamento globale favoriscono inoltre la volontà politica di guidare progetti come Desertec che, grazie a un uso combinato di impianti solari, eolici, geotermici, permettono di produrre grandi quantità di energia senza fare ricorso alle inquinanti fonti fossili. La tecnologia produttiva principale del progetto sarebbe il solare a concentrazione che, a differenza del fotovoltaico, può garantire potenza per 24 ore al giorno: questi tipi di impianti usano gli specchi per concentrare la luce solare, così da produrre calore che viene utilizzato per generare vapore che a sua volta aziona turbine a vapore e generatori elettrici Negli ultimi anni sono state diverse le iniziative volte a favorire il settore energetico nell'area. Il Piano Solare Mediterraneo, varato nel 2008, prevede di installare nell'area una capacità di produzione pari a 20 Gw entro il 2020 (di cui 5 Gw da esportare verso l'Europa), con un investimento che oscilla tra i 38 e i 46 miliardi di euro, e il progetto Medgrid il cui scopo è di trovare le giuste soluzioni per rendere possibile lo scambio dell'energia tra i due continenti. L'iniziativa è del governo francese, insieme con 20 azionisti leader nella produzione, trasporto e distribuzione dell'energia.