Sicurezza stradale: controlli periodici su moto, caravan e rimorchi obbligatori in tutta l'Ue
Strasburgo approva la nuove regole per la sicurezza stradale, la legislazione vigente risale al 1977
Bruxelles, 4 luglio 2013 - Le nuove regole sui controlli tecnici dei veicoli circolanti nell'Ue sono state approvate dal Parlamento di Strasburgo. Si tratta di una revisione molto attesa visto che le norme comunitarie vigenti risalgono al 1977, e che da allora hanno subito solo leggere modifiche. Quella che si prospetta è quindi una piccola rivoluzione a livello europeo, anche se molte delle indicazioni di Bruxelles sono già contenute nella legislazione italiana. Con questo pacchetto le ispezioni regolari alle moto e ad alcuni tipi di rimorchi e caravan saranno resi obbligatori in tutta l'Unione per cercare di migliorare la sicurezza.
E ce n'è davvero bisogno se si pensa che più di 5 persone muoiono sulle strade europee ogni giorno in incidenti legati al guasto tecnico dei veicoli. I difetti tecnici sono responsabili per il 6% di tutti gli incidenti stradali, l'8% di quelli che avvengono in moto. Questo si traduce in 2mila e molti più feriti ogni anno secondo la Commissione europea. “Le prescrizioni tecniche relative alle prove che stiamo introducendo sono di standard molto elevati”, ha rassicurato il tedesco Werner Kuhn (Ppe), uno dei tre relatori dell'Aula.
A partire dal 2016 i controlli diventeranno obbligatori sulle moto e dal 2018 sui ciclomotori, a meno che uno studio della Commissione rilevi che la sperimentazione sui ciclomotori sia inefficace. L'obbligo sarà esteso anche ai rimorchi di peso superiore a due tonnellate e ai caravan di oltre 750 chili. Confermate le norme esistenti per i rimorchi superiori a 3,5 tonnellate. La soglia minima di 4 anni per il primo controllo tecnico per le auto, seguito da un test ogni due anni, viene invece confermata.
I deputati hanno proposto poi l'introduzione di un sistema di valutazione dei rischi: le aziende produttrici sarebbero classificate in base ai risultati ottenuti dai loro veicoli ai controlli, e i veicoli che risulteranno ad alto rischio potrebbero essere oggetto di controlli su strada mirati da parte delle autorità nazionali. “I controlli su strada variano notevolmente tra i diversi Stati membri ed è per questo che abbiamo bisogno di armonizzare le norme a livello Ue”, ha detto Olga Sehnalová (S&D), altra relatrice dell'Aula.
Verranno poi creati dei database online a livello nazionale per facilitare lo scambio di informazioni tra i diversi Stati. “Avendo un efficace scambio di informazioni tra Stati membri sui dati nazionali di immatricolazione, come noi chiediamo, saremo in grado di avere un quadro chiaro della solidità dei veicoli in Europa e avremo la garanzia che sulle strade d'Europa tutti i veicoli saranno in linea con i requisiti Ue”, ha aggiunto Vilja Savisaar-Toomast (Alde). Inoltre secondo la deputata estone “questo rapporto riduce la burocrazia armonizzando le regole di registrazione”.
Felice per l'approvazione del testo in Aula il commissario ai Trasporti, Siim Kallas. “Ringrazio il Parlamento per il suo forte sostegno politico – ha dichiarato - Sono lieto che i deputati concordino che i motocicli debbano sottoporsi a controlli tecnici regolari, questo sarà un passo in avanti per raggiungere il nostro obbiettivo di dimezzare il numero di vittime della strada entro il 2020”. Gli emendamenti alle proposte della Commissione adottati dal Parlamento saranno ora la base per i negoziati con il Consiglio, che inizieranno presto al fine trovare un accordo sulla legislazione in prima lettura.
E ce n'è davvero bisogno se si pensa che più di 5 persone muoiono sulle strade europee ogni giorno in incidenti legati al guasto tecnico dei veicoli. I difetti tecnici sono responsabili per il 6% di tutti gli incidenti stradali, l'8% di quelli che avvengono in moto. Questo si traduce in 2mila e molti più feriti ogni anno secondo la Commissione europea. “Le prescrizioni tecniche relative alle prove che stiamo introducendo sono di standard molto elevati”, ha rassicurato il tedesco Werner Kuhn (Ppe), uno dei tre relatori dell'Aula.
A partire dal 2016 i controlli diventeranno obbligatori sulle moto e dal 2018 sui ciclomotori, a meno che uno studio della Commissione rilevi che la sperimentazione sui ciclomotori sia inefficace. L'obbligo sarà esteso anche ai rimorchi di peso superiore a due tonnellate e ai caravan di oltre 750 chili. Confermate le norme esistenti per i rimorchi superiori a 3,5 tonnellate. La soglia minima di 4 anni per il primo controllo tecnico per le auto, seguito da un test ogni due anni, viene invece confermata.
I deputati hanno proposto poi l'introduzione di un sistema di valutazione dei rischi: le aziende produttrici sarebbero classificate in base ai risultati ottenuti dai loro veicoli ai controlli, e i veicoli che risulteranno ad alto rischio potrebbero essere oggetto di controlli su strada mirati da parte delle autorità nazionali. “I controlli su strada variano notevolmente tra i diversi Stati membri ed è per questo che abbiamo bisogno di armonizzare le norme a livello Ue”, ha detto Olga Sehnalová (S&D), altra relatrice dell'Aula.
Verranno poi creati dei database online a livello nazionale per facilitare lo scambio di informazioni tra i diversi Stati. “Avendo un efficace scambio di informazioni tra Stati membri sui dati nazionali di immatricolazione, come noi chiediamo, saremo in grado di avere un quadro chiaro della solidità dei veicoli in Europa e avremo la garanzia che sulle strade d'Europa tutti i veicoli saranno in linea con i requisiti Ue”, ha aggiunto Vilja Savisaar-Toomast (Alde). Inoltre secondo la deputata estone “questo rapporto riduce la burocrazia armonizzando le regole di registrazione”.
Felice per l'approvazione del testo in Aula il commissario ai Trasporti, Siim Kallas. “Ringrazio il Parlamento per il suo forte sostegno politico – ha dichiarato - Sono lieto che i deputati concordino che i motocicli debbano sottoporsi a controlli tecnici regolari, questo sarà un passo in avanti per raggiungere il nostro obbiettivo di dimezzare il numero di vittime della strada entro il 2020”. Gli emendamenti alle proposte della Commissione adottati dal Parlamento saranno ora la base per i negoziati con il Consiglio, che inizieranno presto al fine trovare un accordo sulla legislazione in prima lettura.