Slovenia ai margini del Corridoio Baltico
Il tracciato prioritario parte da Helsinki e arriva in Italia diramandosi da Udine verso i porti di Trieste, Venezia e Ravenna
Bruxelles, 14 dicembre 2011 – La "gamba" slovena del Corridoio Baltico-Adriatico non è più una priorità, è una possibilità ulteriore. La Commissione Ue distingue la grande progettualità infrastrutturale in "core" (prioritaria) e "comprehensive" (allargata): l'ultimo documento uscito il 19 ottobre dalle stanze comunitarie prevede che il "core network corridor" in questione parta da Helsinki e arrivi solo in Italia diramandosi da Udine verso i porti nord-adriatici di Trieste, Venezia, Ravenna, raggiungendo il cuore logistico padano a Bologna.
Questo percorso, che adesso ricostruiremo tappa per tappa, sostituisce quello precedente che invece prevedeva una specifica deviazione in territorio sloveno verso Maribor, Lubiana, Capodistria.
Il Corridoio Baltico-Adriatico, che approderà in commissione trasporti dell'Europarlamento a inizio 2012, si compone delle seguenti tratte intermodali portuali e ferroviarie: Helsinki-Tallinn, Riga-Kaunas-Varsavia, Gdynia-Katowice, Gdynia-Danzica, Varsavia-Katowice, Katowice-Ostrava-Brno-Vienna & Katowice-Zilina-Bratislava-Vienna, Vienna-Graz-Klagenfurt-Udine, Trieste-Venezia-Ravenna. Vengono quindi coinvolte Finlandia, Estonia (patria dell'eurocommissario Kallas), Lettonia, Lituania, Polonia, Cechia, Slovacchia, Austria (con capitale, Stiria e Carinzia), Italia
Rispetto alla precedente "edizione" estiva, manca la "rail connection" tra l'austriaca Graz e la slovena Maribor, da dove partivano i successivi passaggi verso la capitale Lubiana e lo scalo marittimo ca- podistriano.
«Attenzione - sdrammatizza l'europarlamentare pidiellino Antonio Cancian, organizzatore dell'importante convegno tenutosi a Bruxelles martedì 6 dicembre - la Slovenia non è scomparsa dalla carta infrastrutturale dei Corridoi, è stata inserita nella progettazione "comprehensive" distinta da quella "core" che definisce le priorità».
Debora Serracchiani, eurodeputato del Pd, rifinisce la spiegazione: «Una disattenzione della rappresentanza italiana presso la Commissione Ue aveva determinato un problema riguardo lo sbocco del Corridoio in Adriatico. Allora gli eurodeputati del Nord Est hanno allentato i presidenti delle Regioni interessate, ovvero l'emiliano Vasco Errani, il veneto Luca Zaia, il friulogiuliano Renzo Tondo che a loro volta si sono mossi. L'azione trasversale di lobbyng territoriale, così intrapresa, ha consentito di recuperare la situazione in modo positivo per la portualità nord-adriatica italiana».
Ma siamo solo all'inizio di un lungo iter nei meandri delle istituzioni europee: adesso il dossier relativo ai Corridoi viene trasmesso alla commissione trasporti del Parlamento Ue (dove siedono sia Cancian che la Serracchiani) per un primo esame, al quale seguirà quello dell'assemblea plenaria. Superato il vaglio parlamentare, i Corridoi viaggeranno verso la Commissione Ue e verso il Consiglio d'Europa: dall'analisi incrociata operata da tutte queste sedi uscirà - si spera entro la fine del prossimo anno ma la tempistica comunitaria è di arduo pronostico - la carta dei grandi collegamenti intermodali nel Vecchio Continente.
Insomma, la partita resta aperta e siamo solo al primo gradino. L'eurocommissario Kallas, senza entrare nel merito, aveva fatto esplicito riferimento alle resistenze che il Baltico-Adriatico avrebbe dovuto affrontare. «Ma sono ottimista - commenta Cancian - anche se indubbiamente l'alleanza, che si va prospettando tra Anversa, Rotterdam, Amburgo, può rappresentare un ostacolo insidioso». La potente "triplice" nord-europea ha obiettato, in uno studio recentemente pubblicato, che sarebbe stato inutile investire sui porti mediterranei quando la migliore organizzazione logistica belga-olandese-tedesca avrebbe ovviato alla migliore dislocazione mediterranea nei collegamenti con l'oltre Suez. Dislocazione che consentirebbe un risparmio di cinque giornate di viaggio per le fullcontainer da/per i mercati asiatici.
Nazione-chiave nelle comunicazioni Baltico-Adriatico è l'Austria, che infatti ha predisposto una robusta progettualità infrastrutturale per 8,46 miliardi di euro. Tra l'altro la confinante Carinzia, con l'agenzia Eak, sta impostando un importante "dry port" logistico, denominato Alplog, a sud di Villaco. Ma, ancora prima, è il compimento delle opere al Koralm e al Semmering ad assumere rilievo fondamentale per eliminare le strozzature su questo grande tracciato potenziale tra nord e sud Europa.
Infine, tra le future scadenze del Corridoio Baltico-Adriatico campeggerà la nomina di un coordinatore, una figura prevista per le analoghe iniziative, tant'è che il Barcellona-Kiev ha l'olandese Laurens Jan Brinkhorst e il Berlino-Palermo l'irlandese Pat Cox, già presidente del Parlamento Ue. L'auspicio è che il coordinatore, oggi una figura di mera mediazione politica, possa invece essere rivestito di poteri e di responsabilità operative, necessari per farsi ascoltare da una così fitta platea di interlocutori nazionali.