Torino-Lione più veloce e compatibile con l'ambiente
La costruzione del tunnel di base potrebbe iniziare fra un anno circa
Torino, 11 ottobre 2011 - La realizzazione della Nuova Linea Torino Lione (NLTL), dovrebbe diventare ancora più compatibile per l’ambiente e, se possibile, più “veloce”. Mentre a Parigi la Conferenza Intergovernativa Italia-Francia sta mettendo a punto i particolari dell’assetto della società che dovrà effettivamente costruire l’opera (l’erede dalla Ltf che ha progettato la NLTL), alcune novità contenute nei documenti tecnici – trapelate in questi giorni e riprese localmente dal quotidiano la Repubblica – indicano infatti due importanti salti di qualità: da un lato, la costruzione del tunnel di base potrebbe iniziare tra un anno circa, dall’altro lo smaltimento del materiale di scavo (lo smarino), sarà a carico più della Francia che dell’Italia.
Per quanto riguarda il tunnel di base, l’idea progettuale è quella di iniziare a scavarlo partendo dalle tre discenderie già costruite in Francia e non dall’esterno. Sostanzialmente, i tecnici stanno pensando alla creazione di una galleria di servizio che unisca i punti di arrivo nella montagna delle tre discenderie già finite: si tratterà di una galleria inizialmente di una decina di chilometri che poi proseguirà fino all’arrivo della discenderia italiana di Chiomonte. In questo modo, sarà di fatto costruita una delle due canne del tunnel di base; basterà poi costruire l’altra a fianco. Se, poi, si useranno i metodi di scavo tradizionali, senza cioè le frese di scavo, i lavori per il tunnel di base potranno iniziare fra un anno. Si accelererebbe così la costruzione dell’opera che, per quanto riguarda il tunnel, è per i quattro quinti in territorio francese. Sarebbe così molti difficile, fra l’altro, bloccare i lavori in Italia una volta che oltre 40 chilometri saranno già in avanzato stato di realizzazione oltre confine.
La collocazione in Francia di una parte importante del tunnel di base, poi, determina una diversa gestione dello smarino con un abbattimento dell’impatto ambientale dei lavori sul versante italiano. La quantità di materiali che dovrà essere smaltito in Italia, infatti, corrisponde solo a circa 12 chilometri di galleria (fino al confine), mentre quella dei 45 chilometri circa collocati in Francia, dovrà essere “gestita” dai francesi (che hanno già individuato i siti di stoccaggio d’accordo con i Comuni d’oltralpe). L’effettiva quantità di materiali da smaltire, fra l’altro, sarà notevolmente inferiore a quella estratta: il 40% circa sarà riutilizzato nella costruzione della galleria o nella sistemazione di vecchie cave abbandonate.