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Briciole di pane

Turchia paese leader nelle infrastrutture

I progetti hanno l'obiettivo primario di integrare il sistema dei trasporti dell'UE con quello turco

Roma, 7 luglio 2011 - C’è un paese in Europa - che non fa parte della UE e quindi non è tenuto a sottostare al patto di stabilità, ha il pieno controllo della politica monetaria e fiscale - la cui economia va a gonfie vele. Il paese è in pieno boom economico, il suo PIL è cresciuto nel 2010 del 7,5% e per l’anno in corso si sfiorerà l’8%, che porta la Turchia ad essere la quinta economia al mondo per crescita. Gli investimenti esteri, accorrono in abbondanza, attratti anche dal differenziale del costo del lavoro e della pressione fiscale e dalla ritrovata stabilità politica ed economica assicurata dal governo di Tayyip Erdogan, leader del Partito islamico moderato “Per la Giustizia e lo Sviluppo”, che ha vinto le recenti elezioni legislative del giugno 2011.

Mentre il Consiglio Europeo continua a tergiversare sulle trattative per l’ingresso della Turchia nell’Unione e a porre condizioni sempre più tassative, la Turchia non solo ha perso interesse per l’Europa, ma reputa in questo momento non conveniente entrare in una Europa in profonda crisi di identità e di leadership e per di più in preda ai prodromi di una crisi finanziaria che mette a rischio la solvibilità di alcuni Stati (fra cui la vicina Grecia) e la tenuta della moneta unica. Come sostengono imprenditori e banchieri italiani non è necessario che l’ingresso formale nella UE, per quanto auspicabile, sia una condizione per il proseguimento di proficue relazioni economiche e di business, che già prescindono da considerazioni politiche.

Già nel 2009 l’Italia è stato il quarto partner commerciale della Turchia: un mercato di 72 milioni di abitanti, con realtà urbane, culturali e imprenditoriali di assoluto rilievo. Le opere pubbliche e le infrastrutture sono stati uno dei settori privilegiati in cui si è dispiegata la cooperazione delle imprese italiane. Negli ultimi dieci anni si sono compiuti ingenti sforzi al fine di ammodernare e rendere più efficiente il sistema dei trasporti in Turchia e si sono raggiunti importanti risultati. Il sistema autostradale é stato migliorato grazie ad una serie di investimenti che lo hanno reso il principale mezzo di trasporto per merci e passeggeri. Le autostrade si estendono per 63.889 km di cui 1.987 sono superstrade. Il 95% dei passeggeri e il 92% delle merci vengono trasportati utilizzando le infrastrutture stradali. Le ferrovie sono di proprietà dello Stato che le gestisce direttamente (Turkish State Railways).. Le linee ferroviarie turche si estendono per 10.991 km, di cui 2.274 elettrificate.

Tra le linee nazionali principali: la prima é Istanbul-Ankara, la linea più frequentata sia da passeggeri che per il trasporto merci, che si estende per una lunghezza di 564 Km. La seconda é la linea Istanbul-Kapikule lunga 340 Km che collega Istanbul alla Grecia e viene utilizzata principalmente per trasportare merci. Negli ultimi anni si é cercato di migliorare il sistema dei trasporti ferroviari per renderlo maggiormente competitivo soprattutto nei confronti del sistema autostradale e di quello aereo. Con i progetti ora in atto e con quelli previsti per gli anni prossimi si prevede di aumentare i chilometri delle linee ferroviarie elettrificate da 2.274 a 2.689. Inoltre, si prevede di modernizzare il parco locomotive che presenta un’età media che si aggira intorno ai 17-20 anni.

La Turchia essendo circondata da mari su tre lati ha da sempre concentrato la propria attenzione sullo sviluppo dei porti e sui trasporti marittimi. Nel Paese ci sono 15 porti di proprietà maggioritaria dello Stato, altri 50 sono di proprietà di città ed enti locali. I porti più importanti di proprietà pubblica sono : Samsun, Haydarpasa (Istanbul), Derince, Bandirma-Izmir e Iskenderum, attualmente gestiti dalla Turkish State Railway. A partire dal 2006 é in corso un progetto di privatizzazione, anche se la Direzione Generale delle Ferrovie Turche (TCDD) controlla tuttora una serie di porti di primaria importanza, quali ad esempio il porto di Haydarpasa (Istanbul), primo porto d’importazione in Turchia e con una capacità di 360.000 TEU/all’anno e il porto di Izmir (Smirne) che risulta primo per quanto riguarda le esportazioni.

Nel novembre scorso è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale turca la decisione finale del Consiglio Supremo per le Privatizzazioni (OYK) con cui viene avviato il processo di privatizzazione di alcune importanti infrastrutture stradali. Si tratta di un unico pacchetto che include sette tratte autostradali per complessivi 2.000 chilometri, tra le quali la Edirne-Istanbul-Ankara, la Pozanti-Tarsus-Mersin, la Tarsus-Adana-Gaziantep, la Toprakkale-Iskenderun nonchè i due ponti sul Bosforo, tutte infrastrutture che in futuro verranno gestite da privati. Il pacchetto comprende anche strade di minore importanza come la Gaziantep-Sanliurfa, la Izmir-Cesme e la Izmir-Aydin, i raccordi autostradali di Ankara e Izmir, 16 tunnel, 96 viadotti e la gestione dei punti di ristoro e rifornimento situati sulle tratte interessate. Il gestore che si aggiudicherà l'intero pacchetto gestirà le strutture per 25 anni.

Particolare interesse rivestono i due ponti sul Bosforo che, secondo l'Autorità per le Privatizzazioni, hanno portato negli ultimi tre anni all'erario 1,5 miliardi di Lire turche (quasi 750 milioni di euro). Il primo ponte, lungo 1.074 metri e noto come uno dei simboli di Istanbul, fu completato nel 1973 ed è dotato di sette varchi automatizzati (telepass) e cinque varchi con tessera. Il secondo ponte, noto come ponte Fatih Sultan Mehmet e lungo 1.510 metri, consente ad autoveicoli e traffico pesante di bypassare la metropoli per proseguire verso Bulgaria o Grecia e dal 2007 al 2009 è stato percorso da 437 milioni di veicoli. Fu completato nel 1988 ed è dotato di 21 varchi con pagamento elettronico, nove varchi automatizzati e 12 con tessera.

La Direzione Generale per le Autostrade del ministero dei Trasporti turco continuerà a gestire tali strutture sino al 31 dicembre 2012, data entro la quale si prevede dovrebbero concludersi le procedure di privatizzazione. Sono al momento in corso di preparazione le specifiche tecniche della gara che dovrebbe essere emanata entro le prossime settimane. Incontri informali con le aziende interessate potrebbero aver luogo entro fine novembre. Secondo quanto dichiarato dal presidente di Garanti Investment, Metin Ar, la Società Autostrade (di proprietà della famiglia Benetton) sarebbe interessata al pacchetto di privatizzazioni, in competizione con altri importanti gruppi europei provenienti da Francia, Spagna, Portogallo e Austria. Il piano di privatizzazioni ha attirato anche le attenzioni di Atlantia, Enel, Edison, Astaldi, Finmeccanica e Unicredit, che è presente in Turchia con una rete abbastanza estesa, dopo avere rilevato una banca locale.

Il settore delle infrastrutture turco attrae quotidianamente sempre più investitori, specialmente nell'ambito delle attività a lungo termine. La Turchia nell’ambito del “Transport Infrastructures Needs Assesment” (TINA) ha indicato 33 progetti prioritari per un ammontare di 20 miliardi di Euro. I progetti hanno l’obiettivo primario di integrare il sistema dei trasporti dell’UE con quello turco. Tra questi quelli considerati prioritari sono legati a ferrovie e aeroporti al fine di ridurre la concentrazione del traffico per via terrestre. Infatti, attualmente il 52% dei turchi si sposta con auto e bus privati, il 42% con bus statali, il 3,3% con ferrovie e l’1,8% con aerei. Principalmente si vogliono realizzare reti ferroviarie ad alta velocità, reti di segnalamento computerizzato in varie tratte ferroviarie, centri logistici in varie città, il terzo aeroporto a Istanbul e ad Ankara. Per quanto riguarda il terzo aeroporto ad Istanbul si intende dotarlo di una capacità di 10 milioni di passeggeri l’anno. Sono previsti finanziamenti di oltre 500 milioni di USD e il completamento dell’aeroporto é atteso entro la fine del 2013. Oltre un miliardo è destinato a finanziare il nuovo tunnel a Istanbul sotto il Bosforo, i cui lavori sono già iniziati e che rappresenterà una delle meraviglie tecnologiche di questo millennio.

Di fronte a questo massiccio programma, che non ha confronti in Europa, le imprese italiane si stanno attrezzando e hanno già aperto sul posto i loro uffici e mandato in avanscoperta i loro tecnici. Atlantia (che in Italia è il maggior concessionario autostrade) è interessata a uno dei pacchetti più consistenti di privatizzazioni. Quello che vedrà mettere sul mercato 8 tratti autostradali (per una lunghezza complessiva di 1.600 chilometri) e i due ponti sul Bosforo a Istanbul. Un business con ampie prospettive di crescita: i 75 milioni di turchi hanno un' età media di 30 anni e quindi con una forte propensione ai consumi di beni intermedi (casa, auto) e a costruire progetti di vita. Il gruppo romano Astaldi è in cordata con quatto società locali per la realizzazione in sette anni e la successiva concessione dell'autostrada Gezbe- Istanbul-Izmir, con un ponte sul Bosforo di 3 chilometri: un investimento da 6,5 miliardi di dollari garantito da ricavi di gestione previsto in 23 miliardi per 22 anni. Ansaldo Sts: la società del gruppo Finmeccanica, vuole sfruttare la sua posizione di leader mondiale nel settore della segnaletica ferroviaria per essere pronto a partecipare alla modernizzazione della rete su rotaia. Dopo aver vinto due anni fa due gare per il rinnovo delle quattro linee dellla metropolitana di Ankara e di due linee ferroviarie nel centro del paese (rispettivamente per 107 e 126 milioni), ora guarda ai I0 miliardi di investimenti previsti dalla Turchia sull'Alta velocità e alla rete ferroviaria nei prossimi 12 anni.

La Turchia sta valutando tempi e modi per la dismissione di 46 centrali a gas, carbone e idroelettriche. Sia Enel che Edison stanno monitorando il processo di privatizzazione, interessate soprattutto all'energia idroelettrica e alle fonti alternative. E’ noto che il settore delle costruzioni e dei trasporti in Turchia è molto forte e le imprese che ne fanno parte hanno un volume d’affari di 130 miliardi di dollari (2010). Sono le imprese turche che dagli anni 80 hanno realizzato progetti infrastrutturali su larga scala, come dighe, impianti idroelettrici, autostrade, ponti , condotte, viadotti Esse sono molto attive anche all’estero nei paesi dell'Asia centrale, del Medio Oriente e dell'Europa orientale e hanno saputo trasformare i vantaggi delle comuni radici culturali, storiche e etniche in fruttuosi legami commerciali. E’ logico quindi che le imprese italiane che vogliono partecipare alle gare si debbano associare con analoghe imprese turche e apportare quel plus di know-how tecnologico, di R&S e di esperienza che può fare la differenza.

Giancarlo Pasquini