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Briciole di pane

Alla scoperta della Via Regia delle Calabrie

L’antico tracciato sostenuto da Archeoclub d’Italia

Alla riscoperta di antichi borghi grazie alla Via Regia delle Calabrie. Uno slow tourism dal fascino antico e immerso nella bellezza della natura. A raccon-tarlo, in una nota, è Archeoclub d’Italia attraverso le testimonianze dei suoi rappresentanti. Come racconta Luca Esposito, infatti, architetto, storico della Car-tografia del Regno di Napoli, delegato Archeoclub D’Italia al Programma di Riqualificazione dei Borghi sulla Via Regia delle Calabrie ed autore dello studio “La Strada Regia delle Calabrie. Ricostruzione storico-cartografica dell’itinerario postale tra fine Settecento e inizio Ottocento, da Napoli a Castrovillari”, la Via Regia delle Calabrie ha un percorso di oltre 400 km: “Grazie ad uno studio che abbiamo condotto con particolare cura, durato ben 8 anni, siamo riusciti a mappare e a georefe-renziare la Via Regia delle Calabrie, riportandola per un lungo tratto anche sui sistemi satellitari. Abbiamo ritrovato ben 14 stazioni postali con annesse taverne ed osterie dell’ottocento. L’importanza di quello che potrebbe benissimo essere un percorso turi-stico, ma anche di pellegrinaggio essendoci numerosi Santuari, prescinde dall’epoca borbonica.”
Numerosi anche i ponti – prosegue Esposito – “quelli romani e quelli borbonici, poi lo splendore della piana di Campostrino e Campotenese. Rotonda – Morano Calabro – Castrovillari: siamo dinanzi ad uno dei tratti più interessanti della Via Regia dell’‘800. La tratta postale che introduce nel territorio calabro è sicuramente una delle più interessanti dal punto di vista storico e paesaggistico dell’intero cammino da Na-poli a Reggio Calabria. I luoghi attraversati offrono uno scenario naturale ricco di suggestione e fascino, in un contesto ambientale fra i più belli e autentici del meridione italiano, ma che, proprio per la particolare posizione a cavallo dei valichi tra Basilicata e Calabria, in passato è stato spesso teatro di violenti scontri militari e azioni di guerriglia tra bande brigantesche e forze regolari”.

“Il primo tratto da Napoli a Torre Annunziata – sostiene l’architetto Aldo Vella, ribadendo l’importanza della Via Regia delle Calabrie - include ad esempio le Ville del Miglio D’Oro, residenze estive dei nobili che avevano seguito il Re Carlo che aveva edificato la Reggia di Portici. E per tre mesi tutti i ministeri si trasferivano alla Reggia di Portici che io definisco Palazzo Reale. Dunque c’è un interesse architettonico enorme. Zone che non sarebbero nulla senza l’insediamento delle Ville Vesuviane, sarebbero casali quattrocenteschi o del ‘500 che poi sono rimasti nella zona interna co-me quella di Somma Vesuviana. La caratteristica invece del litorale è settecentesca. La Via Regia delle Calabrie ricalca in qualche modo la strada che i romani avevano costruito per il controllo del territorio ma con qualche variante”. 
  
“Il territorio sta percependo questa evoluzione – ha ricordato Vienna Cammarota, Guida Ambientale Escursionistica di “Assoguide” e Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia, nel Mondo – e l’Italia, le istituzioni devono leggere questo cambiamento. Il futuro dei borghi, soprattutto dei Centri Storici dell’Appennino è garanti-to solo se ci dovesse essere lo sviluppo di un turismo ecologico, di un eco – turismo. Archeologia, patrimonio culturale e naturalistico, rappresentano un investimento e non un costo!”.