Archivio storico al Porto di Civitavecchia
L'Autorità del Porto di Civitavecchia sigla accordo per la formazione di un archivio storico
È di questi giorni invece la notizia che un nuovo protocollo d'intesa è stato siglato dall’Autorità Portuale di Civitavecchia, dal Provveditorato alle Opere Pubbliche e dalla Soprintendenza Archivistica. L’oggetto del protocollo è la creazione di una sezione di archivio storico dell'Autorità Portuale. Pertanto quest’ultima potrà reperire ed usufruire di vari materiali riguardanti i vecchi archivi del Provveditorato Interregionale Opere Pubbliche Lazio, Abruzzo e Sardegna permettendo così la salvaguardia di materiali storici di notevole pregio e valore documentaristico.
Sarà la stessa Autorità Portuale a curare e gestire gli archivi – tra le altre cose già presenti all’interno del Porto di Civitavecchia - del Provveditorato Interregionale Opere Pubbliche Lazio, Abruzzo e Sardegna. Questo permetterà anche che l’Autorità Portuale possa reperire i materiali e prendere possesso dei locali del Provveditorato, che si annetteranno a quelli del Porto, così da permettere anche al pubblico interessato di poterli visitare tutti in base al loro antico splendore, di poter visitare e consultare gli archivi, i documenti storici ad esso annessi.
Materiali che aiuteranno chi sarà interessato a poter ripercorrere, rievocare, studiare, ricostruire, attraverso i volumi messi a disposizione, la storia – dalla nascita alla crescita, dal declino alla rimonta - di uno dei porti più antichi e popolari d’Italia, per non dire d’Europa, la storia tutta italiana dei suoi mercantili, la sua vita marittima, le sue particolarità, le sue innovazioni, i suoi scheletri nell’armadio, tutto ciò che comporta il nostro passato in tale ambito. Il tutto dovrebbe essere usufruibile da parte del pubblico entro la fine del 2013. Una decisione della quale Pasqualino Monti, Donato Carlea, Provveditore alle Opere Pubbliche Lazio, Abruzzo e Sardegna e Donato Tamblè, Responsabile della Soprintendenza Archivistica del Lazio sono orgogliosi e soddisfatti. Un altro passo verso la salvaguardia e il riuso di spazi che altrimenti sarebbero col tempo rimasti abbandonati a se stessi, vittime ancora una volta del degrado urbano, della fatiscenza architettonica, una lotta agli “ecomostri”, come sono stati definiti, ancora una volta vincente.