Camioniste di settant'anni fa: le ausiliarie del generale Anders
Una mostra a Roma, alla Casa della Memoria e della Storia

Roma, 10 maggio 2016 – Chi fosse a Roma troverà ancora aperta, fino al 20 maggio, una mostra piccola ma di sicuro interesse: “Camioniste polacche. Ausiliarie del II Corpo d’armata polacco dalla Russia all’Italia 1942-1946”. È allestita presso la Casa della Memoria e della Storia, a Trastevere.
Una breve premessa, per inquadrare il contesto storico. Nel settembre 1939, vigente il patto Molotov-Ribbentrop, Hitler e Stalin si spartirono con sincronismo quasi perfetto la Polonia, che scomparve come entità statuale. Moltissimi polacchi, specialmente della parte orientale del Paese, si trovarono sparpagliati (ma sarebbe più corretto dire: deportati) nell’immenso territorio sovietico.
La situazione cambiò, radicalmente, nel 1941, dopo l’attacco tedesco all’URSS. Con le grandi città russe minacciate o addirittura occupate dai panzer, Stalin non poteva più permettersi di considerare i polacchi dei nemici. Fu quindi possibile la costituzione di un esercito polacco destinato a combattere assieme agli Alleati, e incominciò così l’epopea del generale Władysław Anders, che riuscì a radunare decine di migliaia di connazionali portandoli, attraverso l’Iran e l’Egitto, fino al fronte italiano, dove si distinsero in più di un frangente (su tutti: Montecassino e la liberazione di Ancona e Bologna).
Particolare non da poco: per espressa volontà di Anders, al seguito dei soldati erano aggregati i civili, anche donne e bambini. Il II Corpo d’armata polacco, insomma, non era soltanto un’unità combattente nella fornace della Seconda guerra mondiale, ma un vero e proprio “pezzo di popolo” in cammino.
E qui si innesta la mostra, dedicata alle donne arruolatesi nelle Compagnie di trasporto femminili PWSK (Kompanie Transportowe Pomocniczej Wojskowej Służby Kobiet). Foto rarissime, provenienti dall’archivio del Polish Institute and Sikorski Museum di Londra, ritraggono quelle donne alla guida degli autocarri, a lezione di meccanica e segnaletica stradale con i graduati, o impegnate nella manutenzione e riparazione dei mezzi.
Una storia che merita di essere ricordata. E che ci conferma un dato di fondo, quasi una costante: nel mondo dei trasporti, le più grandi innovazioni sia sul piano tecnico (come, tanto per dirne una, l’aviazione) sia sul piano sociologico (come, appunto, le donne camioniste) hanno, innegabilmente, un’origine militare.