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Briciole di pane

Cinema, "Young Europe" di Matteo Vicino

Arriva il lungometraggio del progetto Icaro diretto da Matteo Vicino, da un suo stesso romanzo, per sensibilizzare i giovani ad una guida responsabile

Roma, 13 maggio 2013 - “Young Europe” , vincitore del Festival Internazionale di Milano per la miglior regia, candidato al miglior montaggio e miglior attrice protagonista (la giovane Victoria Oberli), è il primo lungometraggio al mondo realizzato sul difficile e complesso tema della sicurezza stradale. Realizzato interamente con i finanziamenti del Ministero dell’Interno, della Polizia di Stato e della Commissione Europea, la pellicola fa parte del progetto Icarus con la collaborazione di Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) per la sicurezza stradale. Un progetto che vede coinvolti quattordici Paesi Europei e la supervisione del Dipartimento di Psicologia dell’Università “La Sapienza” di Roma. Questo perché “Young Europe”, basato sul romanzo omonimo di Matteo Vicino (pubblicato da Aliberti nel 2010), che scrive dirige e monta anche l’adattamento filmico, racconta con analisi introspettiva le vite di cinque ragazzi all’interno di un’Europa dove la prima causa di morte fra i giovani è quella di un incidente stradale, la media è di circa cento al giorno, che a sua volta è causato da una serie di fattori sociali, psicologici, comportamentali. Questo è dato che si sa molto bene, spesso anche da vicino perché ognuno di noi conosce qualcuno che è morto così. E per coloro che restano – siano allo stesso tempo i cari della persona scomparsa che altri coinvolti in un incidente - è un dolore che non si potrà colmare mai, men che meno potranno confortarli percentuali, dati, spiegazioni, fattori casuali, responsabilità. Il vuoto resta ovviamente. Vicino si focalizza su una generazione di giovani persi all’interno di una solitudine profonda, a cominciare da Josephine, parigina di famiglia ricca, ma completamente sola e non amata; per proseguire con Julian, uno sportivo diciassettenne dublinese che ha una relazione amorosa con una sua coetanea, ma resta sempre più affascinato dalla sua lettrice di spagnolo; Federico e Annalisa due romani, lui è figlio di un poliziotto, incantati dall’amicizia per Angelo, adulto trentacinquenne dai comportamenti adolescenziali, che non è proprio un buon modello da imitare.

È inutile stare ad evidenziare che “Young Europe” vuole essere un lungo spot di un’ora e mezza dedito alla sensibilizzazione dei più giovani nei confronti della guida dei veicoli (siano esse automobili o motocicli), ma è anche una storia che si concentra su modelli generazionali, stili di vita, realtà quotidiane che spesso sono la diretta conseguenza di quello che può accadere una notte qualunque di una qualunque strada di un qualunque paese o città. Perché le cause che trascinano i nostri protagonisti verso quella fine tragica, la loro e quella di altri, potrebbero essere facilmente evitate, attraverso una maggiore presenza degli adulti, attraverso più attenzione alla guida, ma spesso purtroppo anche con tutta l’attenzione del mondo questo non è possibile. È questa anche un’altra amara verità a cui il film di Vicino non dà molto credito, ma che bisognerebbe tenere in considerazione. Sono le storie della strada che si intrecciano, si amalgamano, sono simili e vivono di incredibili cliché, non del film ma della vita stessa: l’uso di droghe e alcol, le cattive compagnie, la disattenzione, l’uso del cellulare (mentre si sta guidando, ovvio). Questi sì comportamenti che devono essere evitati a tutti i costi. E in tal senso il regista costruisce per Icaro una campagna intelligente perché esce fuori dal canone dello spot e mette in campo storie sincere che vivono della nostra quotidianità, della nostra esistenza. Così in tal senso, l’esperimento può dirsi riuscito e “Young Europe” - che è uscito in tutti e quattordici i Paesi di cui fa parte il progetto Icaro e che viene distribuito nelle sale italiane soprattutto per le visioni scolastiche (è inoltre possibile vederlo comodamente dal proprio computer per intero su You Tube e sul sito sul sito www.showbiz- movies.com) -, prima di essere un film per l’ora di educazione civica, è essenzialmente un discreto film. Ma non bisogna dimenticare che però resta un film e racconta delle verità, non assolute, ma spesso attendibili.

Erminio Fischetti