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Briciole di pane

Editoria, "Ai margini della ferita" di Sepp Mall

Ambientato nel trentino di confine degli anni Sessanta, è in realtà un'opera sulla metafora della congiunzione stradale

Molte strade hanno dei confini. Territoriali, di competenza, di frontiera. Da un lato la stessa strada può appartenere ad un Paese, dall’altro ad un altro. Pensiamo a quelli che contornano le nostre Alpi: con la Francia, con la Svizzera, la Slovenia, l’Austria. Quest’ultima ad esempio confina con il Passo del Brennero, quello di Monte Croce Carnico, quello di Resia, etc. Ma di per sé la strada, proprio nella sua funzione, non ha confini perché ti porta al di là di essi grazie ad un intrecciarsi di biforcazioni, svincoli, crocevia. Congiunge. Il confine è spesso è un concetto. Quello del passaggio dalla maturità all’età adulta, quello di un mondo antico che diventa nuovo, quello di un popolo che si tiene distante da un altro pur avendo vissuto le stesse tribolazioni, quello di una lingua che si confonde con un’altra, il tedesco mescolato con l’italiano nell’Alto Adige degli anni Sessanta. Sono le strade di un passato di mondi confusi attraverso vite e mondi labili e liminali che ha stabilito e rimodellato il tempo, la Storia, le guerre, il dolore.

Sepp Mall è autore italiano di lingua tedesca ed è in quella sua lingua che scrive il premiato Ai margini della ferita, ora tradotto nella nostra e pubblicato da Keller, volume che ha inaugurato il progetto editoriale Confini nel 2014 per commemorare il centenario della Prima guerra mondiale. E questo piccolo romanzo ne è un esempio concreto perché racconta la storia di due ragazzini che sognano la libertà e il calcio nonché l’affrancamento da famiglie distanti e infelici, con padri assenti e madri che piangono tutto il tempo per le loro esistenze fatte di sogni infranti.

Luoghi dove i confini sono indefiniti, ma le distanze e le incomprensioni nette, il dolore lacerante e l’amore fortuito, rubato al tempo e allo spazio, alle strade della vita. È un mondo di scoperta nel decennio che si apre alla contestazione (eco davvero lontana dalle piazze delle grandi città?), al cambiamento. La libertà è il desiderio segreto ed espresso anche solo attraverso uno sport nazionalista come il calcio, che in fondo unisce i due protagonisti.

L’autore scrive con semplicità, una lineare liricità contraddistingue una scrittura depauperata di intellettualismi, priva di sovrastrutture, perché il mondo che racconta in fondo ne ha create così tante da aver ucciso ogni senso di gioia e dignità, ma non ha distrutto i sogni; cosicché Mall va dritto al punto proprio attraverso lo stile per dire quello che deve essere detto. Si legge infatti tutto d’un fiato Ai margini della ferita proprio perché è limpido e diretto, naturalmente sincero ribadendo più e più volte che bisogna vivere la propria vita senza lasciarsi ingabbiare dalla prigione dentro la quale l’uomo si è rinchiuso da solo.

Erminio Fischetti