Editoria, "Corpo estraneo" di Hélène Lenoir
Il viaggio in treno di una madre per raggiungere il capezzale della figlia vittima di un pirata della strada
Roma, 1° ottobre 2013 – Un brutale incidente stradale può cambiare la vita di una persona e di coloro che le sono attorno. Un pirata della strada – un motociclista – ha lasciato a terra Claire dopo averla investita ed è fuggito via. Ora la giovane ventiquattrenne è stata ricoverata, priva di conoscenza, in un ospedale della capitale francese. Sono le uniche terribili notizie che arrivano a sua madre Elvire, che prende il primo treno disponibile per raggiungere la figlia. Elvire e Claire hanno sempre avuto un rapporto molto particolare a causa di alcuni problemi di famiglia che hanno portato la prima ad allontanarsi perché considerata un “corpo estraneo” dalla sua famiglia acquisita. In qualche modo, come ora la sua giovane figlia è un corpo martoriato dalla violenza della strada quello di Elvire lo è nell’animo, che vive di paura e di ricordi. Quel viaggio in treno diventa così un viaggio nel passato, nel dolore, nella confusione di quegli attimi del presente che la separano dal capezzale della figlia.
Molto amata dalla critica in Francia, Hélène Lenoir costruisce un breve ma intenso romanzo sulla casualità degli eventi e sui sentimenti primari, due elementi che inevitabilmente si intrecciano. Alla malinconia dei ricordi l’autrice alterna la paura e la disperazione per una probabile perdita, sentimenti forti e incontrollati che si dipanano come un flusso di coscienza ricco di sfaccettature intimiste. Una scrittura limpida e decisa connatura il racconto, che sottolinea il dramma privato di una madre di fronte ad una tragedia spesso troppo quotidiana e universale. E così il suo dolore diventa quello di ogni madre che si trova di fronte all’incertezza, nel limbo di quel tempo che separa il famigliare dal luogo in cui si trova il proprio caro. È un tempo lento e infinito nel quale lo stato di incoscienza e di negazione si frappone alla paura e alla rabbia per un destino così crudele e casuale, prima che il pensiero volga a quello ancora più terribile e inutile dei “se”. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte in Europa per i giovani sotto i trent’anni, altrettanto numerosi sono i feriti che restano per sempre danneggiati nel corpo e nello spirito. Numerosi, troppi, sono coloro che dopo aver causato un incidente fuggono via senza lasciare traccia. Questo accade nel cuore della culla della civiltà europea. Pirati nella notte che si lasciano alle spalle un crimine spaventoso.
Corpo estraneo, finalista al Premio Roma 2013 nella sezione di narrativa straniera, parte dalla banalità della cronaca per raccontare la vita, i sentimenti, lo strazio del dubbio, il momento cardine di più esistenze, i pensieri umani e personali incarnati nel commovente ritratto femminile di Elvire, madre coraggio che affronta una sofferenza della quale troppe donne sono protagoniste ogni giorno. Il dolore di altre vittime mietute dalla strada che però non risultano nei numeri statistici: quello dei famigliari, delle madri, dei padri, dei fratelli, delle sorelle, degli amici, delle mogli, dei mariti, degli amanti, dei figli che restano. Numeri infiniti.
Hélène Lenoir, Corpo estraneo (trad. G. Castorani), 192 pp.; Gremese, Roma 2013; 16,00 €