Editoria, "La regina rossa" di Margaret Drabble
Il viaggio di due donne dal simile destino nella Corea di oggi e in quella di tardo Settecento
Roma, 14 agosto 2013 - La storia di due donne molto diverse, in due epoche molto diverse, in due paesi molti diversi si intrecciano. Una docente universitaria inglese, Babs Halliwell, sta per partire alla volta di Seoul in Corea per un congresso medico quando riceve un pacco contenente un volume. Lo porta con se e comincia a leggerlo. Il volume in questione è composto dalle memorie di Lady Hong, una principessa coreana vissuta a cavallo fra Settecento e Ottocento. La principessa racconta la sua vita a corte, l’infanzia, il matrimonio a soli dieci con il principe ereditario, passando per la maternità e la quotidianità, tra eccessi, violenza, follia famigliare, morte, la sua incoronazione a regina (negli annali diverrà nota come la Regina Rossa). La nostra protagonista contemporanea resta sempre più affascinata dalla lettura del testo tanto che la figura di Lady Hong diventa la sua ossessione: Babs non solo si identifica in lei, ma in qualche modo diventa una parte dell’oggetto di questa sua ossessione. Non a caso, la donna si è recata proprio nel luogo in cui si svolsero i fatti due secoli prima, dove tutto ebbe inizio...
Margaret Drabble trae ispirazione dal vero diario di Lady Hong, che lo compose nell’arco di dieci anni fra il 1795 e il 1805 - e che nel tempo è diventato un vero e proprio classico della letteratura coreana tanto da essere l’oggetto di numerosi studi universitari -, per mettere in relazione la vita di due donne all’apparenza molto distanti, ma dal simile destino (un marito con una malattia mentale, un figlio morto giovanissimo). Il tempo oggi procede ad una velocità diversa, il mondo è completamente cambiato, ma non le disgrazie, non l’epica e il senso della vita, l’essenza delle sue sventure, il dolore dell’anima. La scrittrice inglese divide il romanzo in due parti ambientando la prima ai tempi della regina rossa e la seconda ai nostri giorni come se fossero due opere distinte, costruendole però attraverso tutta una serie di rimandi iconografici e introspettivi. Quel che viene alla luce, oltre alla raffinata narrazione della sua autrice, icona della letteratura femminista britannica negli anni della Swinging London da sempre attenta all’analisi della psicologia femminile (pensiamo a notevoli opere come La vita radiosa o L’ostacolo di Rosamund), è l’incontrovertibile analisi della fissità dei comportamenti umani, la totale presa di coscienza di se stessi e dei propri limiti in quello che diventa per la protagonista contemporanea un viaggio negli abissi della propria memoria e di quella altrui. Il viaggio fisico a Seoul rappresenta per lei un cortocircuito psicologico dai connotati onirici che si espleta intenzionalmente con la fugace relazione con un uomo che sembra conoscerla molto meglio di quel che lei crede. Conosce troppe cose di lei, quello che pensa, quello che ama. Margaret Drabble con La regina rossa costruisce così un romanzo nel romanzo, la sua scrittura diventa una forma metanarrativa capace di mescolare realtà e finzione, personaggi reali e fittizi in un compendio di letteratura finissima (anche se non perfetta in certi meccanismi), che si rivela affascinante e dagli inesauribili riferimenti.
Margaret Drabble, La regina rossa, 368 pp.; La Lepre Edizioni, Roma 2009; 22,00 €