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Briciole di pane

Editoria, "Le grandi infrastrutture e la funzione strategica dei trafori alpini"

Il volume di Alessandro Focaracci, edito da Marsilio, racconta gli aspetti economico-sociali, tecnico-scientifici e politico-finanziari dei trafori alpini

Il libro, edito nella collana di saggistica di Marsilio e scritto da Alessandro Focaracci, ingegnere progettista, consigliere tecnico e membro di varie commissioni tecniche presso il MIT, docente, autore di numerose pubblicazioni scientifiche e presidente della Fondazione Fastigi (Formazione Addestramento Scienza Tecnologia Ingegneria Gallerie e Infrastrutture), tratta con dovizia di particolari, cura e attenzione ai dettagli, attraverso un linguaggio dotto, preciso, puntuale e mai ostico, anzi naturalmente divulgativo, e mediante pure un ampio corredo di immagini, grafici e tabelle, che mostrano in modo esplicativo e ricco di informazioni gli aspetti economico-sociali, tecnico-scientifici e politico-finanziari – di fatto il volume è tripartito, così come appunto sono tre le aree fondamentali di interesse e indagine del fenomeno che viene trattato – che sono connessi alla realizzazione delle grandi infrastrutture, quali, nella fattispecie particolare, i trafori alpini, caratterizzati da significative peculiarità.

Una grande opera, infatti, non è soltanto una manifestazione di ingegno e una dimostrazione dei prodigi che sono possibili grazie alla scienza e alla tecnica, che edifica viadotti e zone d’innesto, ma anche un punto di contatto tra diverse culture, a maggior ragione al di qua e al di là di una catena montuosa imponente come quella delle Alpi, un terreno comune su cui convergono gli approcci e le visioni della politica, un’opportunità di lavoro e sviluppo: l’autore, in modo organico e diffusamente commentato, pone al centro il punto di vista degli esperti nei diversi campi di questo specifico settore, non mancando affatto di sottolineare in maniera approfondita la grande attualità dell’argomento, proponendo una necessaria riflessione per il futuro.

Focaracci, ricordando le parole di Giuseppe De Rita, “esiste un radicato problema nazionale che riguarda il rapporto tra lo sviluppo infrastrutturale e la forte mentalità localistica”, inserisce infatti in un contesto più ampio e trasversale la riflessione sulla necessità di saper coniugare pienamente gli interessi particolari con le necessità collettive: talvolta infatti piccoli sacrifici possono dare luogo a grandi progressi. Concetti che affondano le radici nella storia, quella dell’Unità d’Italia, nella mente del conte Camillo Benso di Cavour che fu uno dei primi a concepire fra le altre cose la rete ferroviaria italiana quindici anni prima che quella stessa unità sulla carta avesse luogo, era il 1846. Insieme alla scuola, all’esercito e ai tre trafori alpini: Moncenisio, Gottardo e Brennero. Di fatto già allora si parlava di reti Ten-T, se ci fermiamo a riflettere.

Erminio Fischetti