Editoria, nasce rivista sul mercato delle costruzioni a Roma
Roma, 15 marzo 2012 - Presentato il 12 marzo scorso, presso lo spazio informale di via dei Cerchi a Roma, lo studio realizzato dal Cna (Confederazione degli artigiani) e dal Cresme, l’istituto di ricerche specializzato nel settore delle costruzione, con la partecipazione della Camera di Commercio. L’incontro è stato l’occasione per presentare una piccola rivista cartacea, ma piena di numeri interessanti, per il presente ma anche per il futuro. Si chiama E.co (Economia, Costruzioni e Occupazioni), un notiziario trimestrale che fotografa l’andamento del mercato delle costruzioni a Roma e Provincia. All’interno di ogni numero contiene un focus su un argomento specifico: il primo focus è dedicato alle dinamiche demografiche. Alla presentazione sono intervenuti Lorenzo Tagliavanti, Direttore Cna Roma, in veste di coordinatore, Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, Amedeo Schiattarella, presidente degli architetti di Roma, Nicola Zingaretti, presidente della provincia di Roma e Alessandro Maruffi, presidente Cna Costruzioni di Roma. Si tratta di un’analisi che permette agli operatori del settore di prevedere gli scenari futuri nel mondo delle costruzioni e dei trasporti. Lorenzo Tagliavanti, parte dalla stretta attualità. «È triste constatare che la città ha troppe emergenza e per noi che facciamo un lavoro ordinario, cominciamo ad avere una certa nostalgia di una città normale, dove non ci sono emergenze». Il settore delle costruzioni, così strategico per l’economia nazionale e in particolare per l’economia capitolina, sta vivendo una fase di cambiamento, dopo il decennio d’oro 2000-2009. La fase espansiva è finita e la crisi ha cambiato anche il mercato immobiliare, per questo, secondo Tagliavati, «Roma, come accade ciclicamente, si deve fermare e ripensare al proprio sviluppo urbanistico». In futuro l’edilizia avrà probabilmente una vocazione alla manutenzione, alla riqualificazione, alla ristrutturazione e alle infrastrutture. Lorenzo Bellicini definisce la pubblicazione E.co una mini rivista, una mini nota congiunturale organizzata in quattro pagine di dati che verranno continuamente aggiornati. Negli anni 2000 l’andamento del valore aggiunto nella provincia di Roma è stato superiore a quello della media nazionale e anche a quello di alcune aree del nord Italia, ma secondo Bellicini, se tale crescita la si «mette in relazione alle dinamiche demografiche, ci si rende conto che questa crescita è stata debole e che il reddito pro capite è cresciuto molto poco, e con la crisi, siamo di fronte a un'ulteriore riduzione». Tre sono stati gli elementi caratterizzanti del periodo compreso tra la metà degli anni 90 e il 2008: forte incremento demografico, accesso facile al credito e ciclo immobiliare espansivo. In una fase che si è compravenduto molto è accaduto che le famiglie hanno cominciato a indebitarsi con le banche per acquistare casa. Oggi, invece, siamo in una situazione in cui il reddito delle famiglie diminuisce e l’accesso al credito è molto difficile. «Se prendiamo i dati delle imprese attive, notiamo che paradossalmente sono cresciute, soprattutto quelle artigiane, quelle che operano nel settore delle costruzioni». Ma le ore lavorate delle imprese, iscritte alle casse edili, sono diminuite del 7,8% nel 2011. Bellicini poi ricorda un dato di rilievo nazionale, riferito alla caduta vertiginosa delle richieste di mutui: meno 45% da novembre 2011 a gennaio 2012. La caduta di investimenti nelle costruzioni è molto pesante: meno 15% nel 2010, meno 20% nel 2011, meno 8%, in previsione, nel 2012. Per le aziende artigiane, prevede Bellicini, il mercato della riqualificazione sarà quello principale. La crisi ha determinato tre tendenze: riduzione, riconfigurazione, credito difficile. Il risultato è una forte selezione tra le piccole e medie aziende. Per ciò che riguarda i bandi di gara nel settore pubblico, i dati dello studio mostrano che nel 2009, in provincia di Roma, venivano messi a gara quasi 5 miliardi di lavori. Nel 2010 c’è una caduta a 1,3 miliardi di euro, e poi c’è un rimbalzo, nel 2011, a 5,5 miliardi di euro. Ma, avverte Bellonci, i dati bisogna leggerli bene, perché è conteggiato anche il corridoio intermodale Roma-Latina e il collegamento Cisterna-Valmontone che vale 2,7 miliardi di euro. Il quadro dell’aggiudicazione delle gare è un po' diverso: con un miliardo nel 2009, 893 milioni nel 2010, 1,3 miliardi nel 2011. Bisogna notare che, sui quasi 5 miliardi di euro messi a gara nel 2009, 3,8 sono partenariato pubblico-privato. Nel 2010 su 1,3 miliardi, 156 milioni sono partenariato, perché non vi sono stati bandi molto grandi. E nel 2011, su 5,5 miliardi a gara, 4,4 sono partenariato pubblico-privato. Il mercato delle opere pubbliche, nota Bellicini, è riservato soltanto alle grandi imprese. La partita dunque si gioca sulla grandi opere (al di sopra dei 15 milioni di euro) e sull’integrazione tra pubblico e privato. Passando al focus demografico contenuto nel primo numero di E.co, Bellinci afferma che «forse pochi si sono resi conto che abbiamo vissuto in questi anni 2000 un boom demografico da anni '50 e '60». Tra il 2001 e il 2010 gli abitanti della provincia di Roma sono aumentati di 500 mila unità, passando da 3,7 milioni di abitanti a 4,2 milioni. Ma quello che è da registrare è l’aumento del numero delle famiglie che esprimono la domanda abitativa. Questi flussi demografici intorno a Roma creano oggettivamente una vasta area metropolitana, perché il lavoro, nella capitale, rimane. Si crea così un problema di servizi, di trasporti in primis, da e verso la città. «Bisogna dunque chiedersi, conclude Bellicini, se questo sistema metropolitano è dotato di sufficienti servizi da sistema metropolitano». Amedeo Schiattarella, presidente dell'ordine degli Architetti di Roma, lamenta un surplus di professionalità che rappresenta un fattore di criticità, perché nella provincia di Roma oltre 60 mila svolgono l'attività di progettisti. In questi anni, nota Schiattarella, «si è assistito alla caduta in senso verticale della programmazione e della pianificazione. Per questo si è ricorso alla contrattazione e al piano casa: tutte strategie tese a modificare gli strumenti di previsione». E questo ha creato una forte incoerenza urbanistica. È vero che in questi anni ci sono state molte gare pubbliche, ma c'è da sollevare un problema qualitativo, secondo il presidente degli architetti. «Per le gare pubbliche il peso del progetto è inutile o poco significativo. E poi alle gare di un certo rilievo partecipano quasi sempre i grandi studi. La progettazione di opere pubbliche non ha dunque ricadute sul mondo della progettazione nel complesso». Schiattarella concludendo lamenta la mancanza di una visione complessiva nel management del rapporto tra pubblico e privato, e tra impresa e professionisti. A Nicola Zingaretti, presidente della provincia di Roma, il coordinatore dell'incontro ha chiesto il suo punto di vista sulle trasformazioni in atto nell'area metropolitana, e se le amministrazioni italiane siano in grado di guidare o anticipare le trasformazioni in corso. Per Zingaretti «la presentazione dei dati è in totale sintonia con il lavoro di ricerca che stiamo facendo con la provincia sotto lo slogan 'Capitale metropolitana, un nuovo modello di sviluppo', che non solo analizza questi dati ma cerca di aggredire i nodi strutturali». Il presidente della provincia ritiene che si possano anticipare i processi «purché ci sia una radicale discontinuità della nostra capacità di intendere il territorio. L'area metropolitana si è rapidamente trasformata in un unico sistema metropolitano complesso, che però si è espansa senza pianificazione. A questa grande esplosione demografica non è seguita una crescita di servizi». Zingaretti solleva quindi «il problema della mobilità, che fa entrare e uscire da Roma ogni giorno gli abitanti di una regione come l'Umbria». Per questo va potenziato il trasporto locale su ferro. «Nell'area metropolitana, non nel comune di Roma, c'è il più grande aeroporto italiano a Fiumicino, uno dei più grandi porti logistici d'Italia (Civitavecchia), un altro porto a Fiumicino, un centro fieristico». Tutti questi luoghi strategici si trovano in diversi comuni della provincia, non in un unico comune, per questo ci vorrebbe un'unica regia. Occorre un salto culturale, secondo Zingaretti: «non ci sarà sviluppo, in questa nostra area, se non avrà una dimensione metropolitana». Sono troppe per Zingaretti 12 autorità per la mobilità (Ferrovie, Cotral, Atac, Provincia, Comune, Regione, Agenzia della mobilità e Roma metropolitane, ecc. ). Bisognerebbe farne soltanto una, con dentro anche le Ferrovie. Un'unica agenzia della pianificazione metropolitana per una maggiore integrazione tra aree periferiche e capoluogo. Zingaretti è dell'avviso che la pianificazione conferisce qualità, riducendo al minimo la discrezionalità nelle scelte che si compiono. Il presidente si è detto favorevole anche al partenariato privato se, però, risultano chiari i fini e le regole. Maruffi, presidente Cna, esordisce con il dramma che sta vivendo la categoria che rappresenta. «La categoria delle piccole e medie imprese sta vivendo una situazione molto più drammatica rispetto a quello che emerge dai dati». E a complicare il quadro contribuisce, secondo Maruffi, la concorrenza alle gare delle grandi aziende del nord Italia. Maruffi ritiene che la qualità della progettazione degli appalti pubblici è bassa. E questo accade perché i progettisti non sono messi nelle migliori condizioni per lavorare. Per questo capita sempre più spesso di vedere appalti gestiti male, con contenziosi con le amministrazioni pubbliche. Il presidente degli artigiani tocca, infine, lo spinoso tema dei pagamenti della pubblica amministrazione: «non è possibile aspettare i mandati di pagamenti per sei mesi, un anno».