Editoria, "Ombre bruciate" di Kamila Shamsie
Il viaggio di una donna in diversi luoghi e tempi della Storia, dalla bomba di Nagasaki alla guerra in Afghanistan
Un romanzo complesso quello di Kamila Shamsie - Ombre bruciate (edito da Ponte alle Grazie) che affonda il viaggio della vita della sua protagonista in una linea diretta delle conseguenze politiche dalla caduta dell’atomica in poi: l’inizio della Guerra Fredda, la conseguente invasione della Russia dell’Afghanistan, eventi che hanno portato dritti all’11 settembre e alle conseguenze che tutti conosciamo. Storie di confini e luoghi che separano famiglie e creano incomprensioni culturali, storie travagliate di persone smarrite in una diaspora umana, apolidi: lo è Hiroko, che ha abbandonato la sua patria più volte, prima quella di nascita, il Giappone, e poi quella d’adozione, il Pakistan, una cosa che la accomuna a Ilse, che ha tradito la Germania perché essa ha tradito lei, è diventata inglese, un’inglese colonizzatrice in India, che ha poi abbandonato per tornare in Inghilterra, una patria che però non le appartiene, come non le appartiene più il suo matrimonio, così da lasciare entrambi alla volta di New York. Uno smarrimento che colpirà i figli di entrambe: quello di Hiroko, Raza, che non sente sua né l’identità paterna, quella indiana, tantomeno quella materna, quella giapponese, e che sarà vuoto e confuso in un mondo che altrettanto non accetta la sua anomala identità. Cosa che lo accomuna al figlio di Ilse, Harry, che si sente più indiano che inglese, poi più americano che inglese, una volta trasferitosi negli Stati Uniti vagherà per sempre alla ricerca della sua identità d’infanzia perduta. Al primo non lo aiuterà la sua predisposizione per le lingue, un modo per mascherare la sua vera identità, per essere altro, ingannare il prossimo attraverso il suo lavoro, in Medio Oriente, di traduttore; al secondo la sua eterna fuga dagli affetti, con la scusa di agente della CIA sempre in giro per il mondo fra posti “caldi”.
Ombre bruciate affronta attraverso quattro periodi e luoghi principali della vita della sua protagonista un discorso molto più complesso sull’identità e la convivenza fra più etnie, le predisposizioni per le lingue da parte di Hiroko e di Raza rappresentano due tasselli diversi: di comprensione e conoscenza di mondi nuovi da parte di lei, di inganno da parte di lui. Un romanzo di straordinaria onestà intellettuale, maturo e intelligente che pone al lettore con semplice maestria domande sull’identità, sulle ideologie, sulla politica. I confini del nostro mondo sono labili così come le sue sicurezze. È stata quasi una moda negli ultimi dieci anni costruire storie intorno all’11 settembre e al suo collegamento con altre tragedie della Storia (vedasi l’esempio di Jonathan Safran Foer con l’Olocausto con Molto forte, incredibilmente vicino da cui recentemente è stato tratto anche un film omonimo diretto da Stephen Daldry), ma il romanzo di Kamila Shamsie non si concentra tanto sull’simmetrie della Storia quanto sull’impossibilità di sfuggire ad esse. Impresse nella propria memoria, così come i contorni delle gru nere dipinte sul kimono di seta della protagonista restano impresse sulla pelle morta della sua schiena a seguito delle ustioni provocate dalla bomba di Nagasaki.
Kamila Shamsie - Ombre bruciate (traduzione di Guido Calza); 390 pp. - Ponte alle Grazie 2010