Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Editoria, "Una storia per l'essere tempo" di Ruth Ozeki

Un'isola del Canada e il Giappone, spazi e tempi diversi negli abissi della memoria: il capolavoro di un'autrice straordinaria

Roma, 5 novembre 2013 - Il tempo e lo spazio si alternano su più livelli nel romanzo dell’autrice canadese, ma di padre nipponico, Ruth Ozeki, Una storia per l’essere tempo – finalista all’ultima edizione del Man Booker Prize -, che affronta il tema della vita e della morte. Una scrittrice, molto somigliante alla stessa Ozeki, vive su un’isola dell’Oceano Pacifico, un’adolescente vive a Tokyo ma è cresciuta in California da un padre di successo ora in declino, il quale tenta più volte invano il suicidio perché si crede finito, mentre l’ultracentenaria bisnonna della ragazzina vive sulla costa ed è una monaca buddista, a sua volta madre di un uomo che è stato un pilota kamikaze durante la seconda guerra mondiale, un altro tassello fondamentale della storia.

 

Tsunami, segreti, famigliari, due punti opposti e così diversi del mondo - un’isola del Canada e il Giappone, che poi sempre di un’isola si tratta, ma che sembrano essere territori estranei fra culture così differenti -, Una storia per l’essere tempo racconta la ricerca del sé, della vita, di esistenze che si trascinano mestamente con discrezione e perseveranza in un tempo sospeso che è quello dell’incertezza, della frustrazione. Che poi è il vero protagonista del romanzo, insieme allo spazio nel quale le vicende si consumano. Perché la delicatezza del romanzo della Ozeki verte in una ricerca intrinseca di uno spazio e tempo emotivi. Un viaggio negli abissi della memoria e nell’alienazione di un presente assente. Non a caso la giovane ragazzina racconta la sua storia sotto forma di diario e lo nasconde dietro la copertina del capolavoro proustiano, La ricerca del tempo perduto.

 

Quel diario conservato in uno zainetto di “Hello Kitty”, dentro il quale ci sono anche un vecchio orologio e delle lettere scritte in giapponese, si è perso nell’oceano e così arriva fino alla scrittrice alter ego della Ozeki, che lo legge e forse comprende finalmente la vera natura del narrare. Così le vicende della donna e della ragazzina si uniscono, così le loro vite in un modo del tutto diverso prendono forma. Fin troppo ricco di citazioni stilistiche e letterarie, la bellezza di Una storia per l’essere tempo sta nella capacità da parte dell’autrice di scavare proprio in quelle sottotracce culturali e trovare così un’originalità che si mescola fra il respiro dei personaggi e la forza del racconto. Come raccontare sempre gli stessi dubbi e viaggi dell’esistenza, tipici del resto della forma letteraria, e apparire sempre veri e attuali. Elemento che rende questo uno dei libri più interessanti dell’ultima stagione letteraria britannica.

 

Ruth Ozeki, Una storia per l’essere tempo (trad. Elisa Banfi, 520 pp.; Ponte alle Grazie, Milano 2013; 19,00 €

Erminio Fischetti