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Briciole di pane

Energia eolica: il cambiamento climatico non sarà un problema

Secondo le previsioni, l'aumento della temperatura non avrà conseguenze sullo sfruttamento dell'energia eolica in molte regioni degli Stati Uniti

Roma, 3 maggio 2011 - La produzione di energia eolica nei prossimi 30-50 anni sarà scarsamente influenzata dall'incremento delle temperature dovuto al cambiamento climatico, almeno negli Stati Uniti: è quanto sostiene un nuovo studio firmato sui Proceedings of the National Academy of Sciences da ricercatori dell'Università dell'Indiana a Bloomington in cui sono stati analizzati i risultati di diversi modelli climatici regionali per valutare i futuri schemi dei venti.

Negli ultimi anni una parte della comunità scientifica ha dibattuto spesso la questione se la rpesenza di un'atmosfera più calda possa determinare una diminuzione della densità dei venti o dei loro schemi. Il rapporto, che rappresenta la prima analisi a lungo termine della stabilità dei venti negli Stati Uniti in funzione anche della porduzione di energia elettrica, cerca in questo modo di fornire una risposta plausibile.

“La maggiore costanza nella densità dei venti è stata riscontrata sulle Grandi Pianure, che sono già ampiamente sfruttate per la produzione di energia eolica”, ha spiegato Sara Pryor, docente di scienza dell'atmosfera e coautrice della ricerca. “Le aree in cui i modelli prevedono un maggiore decremento nella densità dei venti sono abbastanza limitate, e sono in ogni caso lontane dalle maggiori centrali eoliche della nazione”.

La Pryor ha analizzato, insieme con la collega Rebecca Barthelmie, i risultati di tre differenti modelli climatici, in termini di variazioni nella densità dei venti in uno scenario di modesti cambiamenti climatici (dell'ordine dei due gradi Celsius alla fine del secolo).

Le due studiose hanno così trovato che il Canadian Regional Climate Model (CRCM) ha fornito le migliori prestazioni nella modellizzazione del clima e dello schema dei venti attuali, ma hanno integrato anche il Regional Climate Model 3 (creato in Italia e poi sviluppato negli Stati Uniti) e l'Hadley Centre Model (sviluppato nel Regno Unito).

Facendo un confronto tra le previsioni per il periodo 2041-2062 e le osservazioni del periodo 1979-2000, si è evidenziato come la maggior parte delle aree degli Stati Uniti non dovrebbero esserci grossi cambiamenti.

Le regioni molto ventose per le quali ci si attende una continuità anche nei prossimi decenni sono quelle dei Grandi Laghi, del New Mexico orientale, dell'Ohio sudoccidentali, del Texas meridionale, e ampie aree di diversi stati messicani, tra cui Nuevo Leon, Tamaulipas, Chihuahua, e Durango.

FC (Fonte: Le Scienze)