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Briciole di pane

Expotunnel. Cantieri miliardari sottoterra

Chiave per salvaguardare il patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese

Bologna, 10 ottobre 2013 - Le grandi opere del sottosuolo saranno la risposta strategica allo sviluppo urbanistico mondiale, perché solo lavorando in profondità si potrà tutelare il patrimonio paesaggistico in superficie e liberare spazi da vivere sulla crosta di un globo sempre più affollato. Nel settore tunnelling le imprese italiane sono top player mondiali, con Rocksoil, Trevi, Impregilo, Maccaferri o Astaldi, per citare solo alcuni dei nomi più noti.

Sono queste le due premesse per capire le ragioni alla base del debutto a Bologna - in concomitanza con il Saie ma in modo autonomo dal salone dell'edilizia - di Expotunnel, il primo salone italiano delle tecnologie del sottosuolo, abbinato a una tre giorni congressuale della Società italiana gallerie. Una formula inedita fieristico-scientifica che viene alla luce con 100 espositori registrati, di cui una ventina stranieri, e oltre 250 convegnisti già prenotati per discutere di gallerie e spazio sotterraneo nello sviluppo dell'Europa.

«Occorre rilanciare la cultura del sottosuolo, perché spostare i traffici in profondità significa migliorare la qualità della nostra vita facendo spazio ai servizi in superficie. Così come va sfatato il preconcetto che costruire sottoterra costi di più che farlo sopra, anzi: con le nuove tecnologie spesso costa meno», sottolinea Pietro Lunardi, presidente del Congresso Sig e fondatore di Rocksoil, società di geoingegneria di 150 professionisti specializzata nella realizzazione di tunnel e gallerie.

Quand'era ministro delle Infrastrutture (2001-2006) Lunardi ha aperto cantieri per 60 miliardi in Italia, «e di questi, le opere in sotterranea rappresentano almeno 20-25 miliardi - spiega - data la morfologia del Paese con Alpi e Appennini da attraversare».

Senza considerare la manutenzione di cui avrebbero bisogno 6mila chilometri di gallerie lungo lo Stivale (l'Italia ha fatto da apripista in Europa negli anni 60, ma oggi è fanalino di coda), si parla di importi miliardari per l'edilizia del sottosuolo tra le metropolitane di Napoli, Roma e Milano, il traforo del Brennero pronto ad andare in appalto, la Torino-Lione, il raddoppio stradale del traforo del Frejus, l'alta velocità Milano-Genova, con 42 km in galleria.

Per non parlare delle potenzialità di business all'estero, con Singapore che - dopo aver sviluppato all'inverosimile la verticalità open air per fare spazio ai 5,4 milioni di abitanti - ha annunciato un piano di espansione in profondità percentinaia di ettari, o «il ricchissimo Qatar, che sta investendo 200 miliardi in opere pubbliche di cui buona parte nel sottosuolo», ricorda Lunardi.

«Il segmento del tunnelling rappresenta una vocazione manifatturiera italiana da esplorare e promuovere oltreconfine», conferma Nino Leanza, presidente di Expotunnel, riferendo di due delegazioni istituzionali da Russia e Brasile in arrivo per l'inaugurazione della fiera. «Apriamo una porta su un segmento specialistico che finora non aveva identità propria e anche per avviare una discussione sul ruolo delle perforazioni e del costruire sottoterra per salvaguardare il patrimonio che c'è sopra», nota Leanza, che conta di fare del salone un appuntamento fisso, almeno ogni due o tre anni.

Ilaria Vesentini (Sole 24 Ore Casa24 Plus)

  Expotunnel, il sito web dell'evento