Flash news Infrastrutture:
 
 

Briciole di pane

Ferrovie dello Stato e social network

La rete ferroviaria italiana si coniuga con internet ed entra nel terzo millennio

Roma, 7 febbraio 2011 - Secondo Derrick De Derckhove, studioso e filosofo della comunicazione, il computer è composto di “luoghi in cui il pensiero viene scritto, ma simultaneamente, anche luoghi il cui pensiero viene condiviso e elaborato da diverse persone che possono incontrarsi da qualunque posto si trovino, quando vogliono per dare il proprio contributo ad un pensiero comune. Questa è una forma di intelligenza connettiva”. Internet ha cambiato tutto, il cicaleccio del pettegolezzo non si fa più per strada, le signore non lo fanno più da balcone a balcone mentre stendono il bucato in piena mattinata. Avviene online, chattando, su facebook, sulla propria e-mail, lasciando post, scrivendo su un blog, twitterando. Si esprimono opinioni e si parla di tutto. Ma soprattutto si fa tutto. Shopping, investimenti, grossi acquisti. Lo ha capito un ragazzino di appena vent’anni di nome Mark Zuckerberg che ha inventato una certa cosa chiamata facebook con cui ha rastrellato milioni di dollari. E così anche le Ferrovie dello Stato hanno dovuto adeguarsi. È finito il tempo in cui si faceva la fila alla stazione o nelle agenzie per acquistare il biglietto del treno. Oggi basta un click e una carta di credito e il gioco è fatto. Niente file, solo un computer comodamente acceso da casa. Qualcuno direbbe: “Era ora!” Ferrovie dello Stato fa un passo avanti e si adegua al mondo del web ancora di più entrando nel vivo di quel sottobosco che unisce due paroline dal significato così diverso, social e network. In un certo qual modo, FS diventa un nuovo animale sociale – in fondo collegando paesi, città, regioni, stati e continenti non si può dire che non lo fosse -, figlio di una concezione globale del mondo del web che incamera contatti e un nuovo modo – e forse ormai non si potrebbe nemmeno definire più tale – di acquisire popolarità. Certo fondamentale in questi tempi di crisi in cui i servizi delle Ferrovie (italiane) non godono di una rassicurante fortuna. Così, nella primavera del 2010 è entrata nel canale di You Tube e su Twitter. Questo ha permesso alla società di entrare in contatto con il consumatore, ascoltare i suoi bisogni e, perché no, anche le sue lamentale. Nuove iniziative hanno consentito anche di sviluppare collegamenti internet e altri vantaggi per i viaggiatori che usufruiscono di Freccia Rossa, ad esempio. La comunicazione è arrivata anche nei Paesi economicamente più disagiati, tecnologicamente meno avanzati. È diventato questo un modo di essere, forse il vero carattere globalizzato di un mondo che non anela più alle differenze, purtroppo, alle individualità, alle realtà locali nel suo quotidiano, per poi gridare il proprio diritto di conservarle come bagaglio storico e culturale, metterle da parte per poi in un qualsiasi momento servirsene. Sapere che sono sempre là. Una certezza. Come quando si conserva in cantina ciò che forse un giorno potrebbe servirci. Risvolto di una medaglia contraddittoria e confusa che ostenta un desiderio di indipendenza per poi comportarsi in maniera opposta. Ed è anche questa la comunicazione, che d’altronde un mezzo come la ferrovia a metà Ottocento reclamizzava ed ostentava senza essere ancora totalmente consapevole dell’evoluzione che avrebbe generato. Il web permette di spostarsi in ogni angolo della terra con il proprio personal computer – ormai inseparabile più del portafogli. Viaggiare nel nulla nell’etere del tutto. Internet e i social network sono stati una grande rivoluzione, così come lo furono le ferrovie quasi due secoli fa ormai. Un concetto uguale a quello dell’invenzione dei binari, sebbene l’uno reclamizzi proprio quello opposto. Lo spostamento fisico contro quello virtuale. Di conseguenza, meno serve oggi come oggi la ferrovia più la comunicazione è diventata insita nell’essere umano. E lo spostamento, per quanto più quotidiano, ha perso la sua valenza di un tempo divenendo nuovo e diverso. I social network sono diventati movimento sociale. Sono diversi l’uno dall’altro. Twitter non è certo Facebook, ma in fondo alla fine entrambi sono una rete,o per meglio dire una ragnatela, di collegamenti che permette a tutto e a tutti di affiorare dall’anonimato e di creare un’intelligenza collettiva, concezione di origine illuministica, tramite la quale permette alle menti di unire i propri pensieri in una forza comune, attraverso una comune sinergia di intenti e valori che permettono alle distanze di venire annullate. Come dice il buon Pierre Levy, filosofo che più di altri ha studiato questo concetto, “internet non cambia il concetto di spazio e tempo, ma proprio lo spazio e il tempo” proponendo come esempio proprio quello di una linea ferroviaria che collega due città: quando viene creata lo spazio fra i due luoghi inevitabilmente si modifica. Lo spazio di internet integra tutti i rapporti con i media e con esso cambia lo stile di vita degli esseri umani, il cyber spazio diventa sempre più una realtà concreta, non fittizia, paradossalmente più reale della realtà.

Erminio Fischetti