Fs: la Signorina vs. E404, differenti tempi moderni

Roma 4 aprile 2011 - È un confronto-incontro quello che si tiene a Valle Giulia fra la Signorina e la E404. Tranquilli, nessun umano è stato rapito dagli alieni a Roma, né siamo dentro un romanzo di Philip K. Dick! Si tratta di due treni che sono stati esposti come “ospiti d’onore” presso la mostra “Regioni e Testimonianze d’Italia”, che si tiene nel cuore della città eterna e che si profila fino al prossimo 3 luglio come uno degli eventi più importanti del programma nazionale per le celebrazioni dei centocinquanta anni dell’Unità d’Italia. Un’esposizione accompagnata da materiale storico, video che ne traccia i percorsi storici.
La Signorina è uno splendido esemplare di razza delle Ferrovie dello Stato: una locomotiva a vapore 640 che porta con charme ed eleganza i suoi oltre cento anni di vita (tutti i 169 modelli realizzati uscirono dalle fabbriche di costruzione fra il 1907 e il 1911) sulla banchina allestita per l’occasione. Fiera e altera, con la sua figura slanciata, dovuta alla mancanza di cilindri esterni, sistemati all’interno del telaio, si guadagnò questo appellativo fra i ferrovieri per via della sua sagoma anomala, più snella rispetto alle locomotive del resto d’Europa e le altre tipologie di treni italiani. In realtà, la scelta di tale struttura era dovuta ad un motivo meramente pratico, ovvero permettere un viaggio più comodo e veloce ai passeggeri nelle tratte che sono tutt’ora il cuore delle Ferrovie italiane (Roma – Napoli, Milano – Bologna e Milano – Torino).
La Signorina è stata degna figlia del suo tempo storico: straordinariamente femminile, capace di definire le proprie idee, estetiche e intellettuali, morali e fisiche. Suffragetta nello spirito. Può essere eccessivo affermarlo, ma è proprio ad un’anima femminile che è stata affidata la velocità sulle rotaie attribuendole un valore etico ricercato, come la parità fra individui maschili e femminili in un tempo dove persino in Italia, quando i diritti delle donne erano ancora troppo lontani dalle lotte costituzionali (basti vedere la differenza dell’ottenimento del voto fra le donne inglesi e quelle italiane: 1918 contro 1946), erano già sedimentate le radici per una ribellione ed una costruzione di tempi moderni e di un pensiero scientifico. Le 169 Signorine forse con il loro progresso e la visione di una caratterizzazione femminile della propria identità hanno instillato lentamente il valore della donna e del femminismo in un’Italia dove non esisteva affatto, se non attraverso la lotta mite all’interno di certe classi privilegiate. In altri luoghi e in altri ambienti non era nemmeno concepito. Lei in tutto il suo metallo nero la si può immaginare con la stessa grazia di una tenera ragazza che mentre fa una passeggiata sulla spiaggia, con indosso il suo semplice cappello di paglia, passa di nascosto ad un’amica incuriosita un peccaminoso e proibito libro di D’Annunzio o nel suo semplice tubino nero di Coco Chanel strappa un bacio troppo focoso al suo amato dietro una porta chiusa. La Signorina ha pepe e classe, è elegante, raffinata, colta, affascinante.
È quello che si desidera. È una sorta di antesignana dell’Alta Velocità, il cui primo esemplare fu inaugurato in occasione di un altro grande evento storico per l’Italia, ovvero i Mondiali di calcio del 1990. La E404 che si trova proprio di fronte alla Signorina a Valle Giulia è stato, infatti, il primo treno ad Alta Velocità ETR Y500; un elettrotreno che correva già all’epoca a 310 chilometri orari sulla tratta Roma – Firenze. Nuovi tempi, una nuova società, uno yuppismo imperante. Ma anche questo modello fa parte della Storia, che testimonia un inizio concluso con l’apertura dell’intera rete Alta Velocità, di cui il Frecciarossa politensione è il simbolo e l’orgoglio delle FS. L’inizio di una nuova era?