Il Gruppo FS tutela il patrimonio archeologico
I principali ritrovamenti nei cantieri di RFI, Anas e Italferr
Il Gruppo FS è sempre più impegnato nella valorizzazione e nella tutela del patrimonio archeologico. Da molti anni è un punto fondamentale delle sue attività: modernizzare il Paese significa anche mettere in luce i reperti storici rinvenuti nel corso delle grandi opere infrastrutturali di strade e ferrovie.
Rete Ferroviaria Italiana, Italferr e Anas, infatti, fanno parte di Archeolog, onlus del Gruppo FS che, in sinergia con le Soprintendenze del Ministero della Cultura, ha lo scopo di contribuire al restauro, alla conservazione e alla valorizzazione dei preziosi reperti archeologici venuti alla luce durante la realizzazione e la manutenzione delle infrastrutture stradali e ferroviarie italiane. Se ne parla in un lungo e approfondito articolo di FS News.
Mappare tutte le più significative scoperte archeologiche di questi anni è un altro obiettivo del Gruppo: di prossima realizzazione, infatti, un vero e proprio atlante che censirà i reperti con delle schede suddivise per aree geografiche e corredate da testi descrittivi, immagini e indicazioni per visitare i siti archeologici o eventuali musei.
Fra i principali ritrovamenti ricordiamo a Furbara un’ampia area a carattere produttivo e commerciale di origine etrusca, i nuovi resti archeologici del Bastione San Vitale a Pescara durante alcuni lavori di RFI, alle porte di Piadena un’antica fornace per la produzione dei laterizi di epoca post-medievale. Inoltre, sulla tratta Palomba - Catenanuova, è stato rinvenuto un vasto insediamento riferibile all’età romano imperiale e un’estesa necropoli che ha restituito 168 sepolture.
Fra le aziende del Gruppo anche Anas presta particolare attenzione al patrimonio archeologico. Segno tangibile di questa sensibilità dell’azienda è la presenza, all’interno della Direzione Tecnica – Architettura Ambiente e Valorizzazione del Territorio, di una specifica area Archeologia che opera con dieci archeologi specialisti.
Per i lavori di ammodernamento della strada statale 89 “Garganica” nel tratto tra Villaggio Amendola e Manfredonia Sud, è stato rinvenuto il sito di Posta della Via che ha rivelato almeno due fasi di frequentazione: una più antica, di età daunia/ellenistica, con strutture canalari e fosse rettangolari datate al IV-III sec. a.C., e una fase compresa tra Tardo-antico e Alto Medioevo, che ha restituito delle strutture a carattere religioso, fra le quali spiccano due fonti battesimali cruciformi e una necropoli composta da 26 tombe a fossa terragna e una in cassa litica.
A Mercatello sul Metauro invece è stata ritrovata una villa romana e i resti di una fornace post-medievale. A Valle di Cadore, in Veneto, nel corso della progettazione per la realizzazione della strada statale 51 “di Alemagna”, gli scavi archeologici hanno messo in luce un possibile asse stradale di età tardo-antica e parte di una struttura in pietra di incerta funzione.