Il Tunnel del Colle di Tenda «raddoppia»
L'Anas ha consegnato all'impresa il cantiere della nuova galleria, destinata a migliorare concretamente i collegamenti fra Italia e Francia

Roma, 12 dicembre 2013 Se si eccettuano alcune celebri infrastrutture storiche, come la galleria del Furlo (77 d.C.) e l’ancora più antica Crypta Neapolitana (la grotta vecchia di Posillipo che permetteva di raggiungere Napoli da Fuorigrotta), quello del Colle di Tenda può di diritto titolarsi come uno dei più vecchi tunnel stradali tuttora in esercizio. Al momento della sua inaugurazione, avvenuta nel 1882, era il più lungo mai costruito in assoluto
Il Tunnel del Colle di Tenda è uno dei più antichi della storia. Al momento della sua inaugurazione, avvenuta nel 1882, con i suoi 3182 metri era il più lungo mai costruito nel suo genere, escludendo quindi le gallerie ferroviarie: proprio in quello stesso 1882 fu aperta quella del Gottardo, di 15.033 metri. All’epoca, peraltro, non solo non esistevano ancora i veicoli a motore (il tunnel era destinato a carrozze, cavalieri e viandanti), tantomeno si pensava che, un giorno, il Tunnel sarebbe diventato un passaggio di confine. Ma andiamo con ordine.
L’idea di rendere più agevole il collegamento fra Ventimiglia e Borgo San Dalmazzo è di lunga data: il primo tentativo di rendere più sicuro l’attraversamento del valico risale al 1614, quando il Duca Carlo Emanuele I di Savoia iniziò i lavori per un traforo, nell’intento di evitare il freddo e insidioso tracciato di superficie. Lavori che terminarono poco dopo, per mancanza di fondi. Verso la fine del Settecento, Vittorio Amedeo III cercò di riprendere in mano la situazione, ma invano: quello che rimane degli scavi è tuttora visibile a quota 1.750 metri, lungo una deviazione della strada a valle del versante italiano del Colle. Un antro buio e freddo, di forma biforcuta, conosciuto erroneamente come la «galleria di Napoleone». Nel 1780 iniziarono i lavori per mettere in sicurezza il sentiero, ampliando adeguatamente il tracciato segnato, nei secoli, dal passaggio dei carri lungo la montagna. A quei tempi venne anche istituito un corpo di guardia, la cui missione era quella di fornire assistenza ai viaggiatori e rendere sicuro il passaggio, soprattutto durante l’inverno. La nuova pista, ironia della sorte, fu utilizzata nel 1794 dai rivoluzionari francesi, che proprio dal Colle passarono il confine per invadere il Regno di Sardegna.
Tra il 1881 e il 1895 sul Colle del Tenda e nell’alta valle del Roja fu costruito un massiccio sbarramento, costituito da sei grandi fortificazioni. L’intento era quello di creare un sistema di difesa per proteggere il Piemonte da eventuali assalti nemici: per la stessa ragione, nello stesso periodo, nacquero tante altre fortificazioni sull’intero vallo alpino e appenninico attorno alla regione. Nel 1882, grazie agli studi geologici e geografici effettuati per gli scavi avviati da tempo a quota 1.750, e poi abbandonati, venne ultimato il traforo stradale del Colle di Tenda. La galleria stradale sorge a 1.321 metri di quota, a poca distanza dal bivio per Limonetto, e termina a poca distanza da Vievola.
Nel 1898 fu ultimato anche il tunnel ferroviario, molto più lungo di quello stradale (8.099 metri) e parallelo a esso. Il 25 aprile 1945 il tunnel e il colle del Tenda furono catturati dalle milizie di Francia Libera, che mettevano per la prima volta piede sul suolo italiano dopo avere scacciato le ultime compagini della Wehrmacht dalla Roja.
I tedeschi in fuga avevano fatto saltare in aria gran parte delle infrastrutture di collegamento: non furono risparmiati i due tunnel, e quello stradale fu inagibile per un certo periodo. Fino alla sua riapertura, auto e camion dovettero «arrangiarsi» a percorrere la galleria ferroviaria, a sua volta chiusa al traffico dei treni a causa delle distruzioni operate lungo la linea. Ciò significava percorrere più di otto chilometri (8.099 metri, per l’esattezza), con due ruote sul terreno, e le altre due sulle traversine: la galleria ferroviaria, fortunatamente, era stata costruita con una sezione ampia, idonea ad accogliere due binari, per poter consentire un agevole smaltimento dei fumi di scarico delle locomotive a vapore. Nel 1946 il tunnel stradale fu riaperto al traffico, e un anno dopo (settembre 1947) l’entrata in vigore dei Trattati di Parigi spostarono il confine tra Italia e Francia verso nord, consegnando ai cugini d’Oltre Alpe Briga, Tenda e la gran parte del Colle, tra cui l’intero complesso dei forti. Il Tunnel del Colle di Tenda diventava così il primo collegamento internazionale italiano: a quel tempo, infatti, le gallerie del Monte Bianco, del Gran San Bernardo e del Fréjus erano solo nelle menti di chi aveva visto lontano. Le prime due sarebbero state aperte nel 1965 e 1964, mentre per il Fréjus si sarebbe atteso fino al 1980.
Dal 1882 ad oggi, la galleria del Colle di Tenda - che dal 1947 è «spezzata»: 1,7 km in territorio italiano, 1,4 km in quello francese - ha subito ben poche modifiche: la larghezza è di poco superiore ai 6 metri, mentre l'altezza massima per i mezzi in transito è di 3,9 metri. Dimensioni alquanto esigue, non certo compatibili con i grandi flussi di traffico né, soprattutto, con i criteri gestionali delle infrastrutture sotterranee.
Negli ultimi quindici anni, anche sulla scorta dei tragici incidenti verificatisi sul tunnel del Monte Bianco (39 vittime nel 1999) e in altre importanti gallerie (Gottardo in Svizzera, e Tauri in Austria), e delle nuove normative, il «Col di Tenda» è stato oggetto di varie migliorie. Sono così stati introdotti un impianto di spegnimento ad idranti, un sistema di rilevazione della temperatura, rilevatori di ossido di carbonio e opacità dei fumi, collegati al sistema di ventilazione forzata e un impianto di video sorveglianza a circuito chiuso, che permette di monitorare dall'esterno la condizioni interne alla galleria. Recentemente, infine, è stato introdotto anche un sistema radio dedicato, per consentire ai soccorritori le comunicazioni all'interno della galleria.
Per passare il «Tenda» è necessario, spesso, armarsi di santa pazienza, e attendere a lungo agli ingressi: è infatti attivo un sistema di semaforizzazione, che gestisce il traffico a senso unico alternato, non essendo possibile il transito contemporaneo di mezzi pesanti nei due sensi di circolazione. In passato (negli inverni del 1964 e del 1965, ma anche nel 1987) si è ricorso al servizio ferroviario di trasporto auto, che consentiva il transito attraverso la galleria ferroviaria, ovviamente su vagoni dedicati. Una soluzione adottata anche per fronteggiare le diverse chiusure dell’opera, dovute di volta in volta o agli interventi di adeguamento, o alle criticità proprie di un’opera che, tutto sommato, si ritiene da tempo giunta al termine della sua vita utile. Il raddoppio del tunnel - o il suo adeguamento - sembrava comunque anche per questo la soluzione più idonea: e i cantieri, attesi da decenni, sono finalmente partiti a fine novembre. L’Anas, a seguito della condivisione del progetto esecutivo da parte della Commissione Intergovernativa per le Alpi del Sud (CIG), ha infatti avviato i lavori del Nuovo Tunnel del Colle di Tenda sulla strada statale 20 di Valle Roja e del Colle di Tenda.
“Con la consegna del cantiere all’Associazione temporanea d’imprese «Grandi Lavori Fincosit-Toto Costruzioni Generali» - ha affermato il Presidente dell’Anas Pietro Ciucci - sono partiti i lavori principali del nuovo tunnel, dopo che nel dicembre 2012 erano già stati avviati i lavori di realizzazione dell’opera di presa della sorgente S. Macario, nel comune di Vernante, e dopo quanto fatto sul versante francese nel mese di ottobre del 2012”.
“L’Anas - ha concluso Pietro Ciucci - appaltante unica del progetto per Italia e Francia, procede così ad avviare definitivamente i lavori di un`opera indispensabile per la quale sono stati stanziati 209 milioni di euro, a carico per il 58% dell`Italia e per il 42% della Francia”.
Come richiesto dalla Commissione Intergovernativa, il nuovo tunnel del Colle di Tenda, risponde ai requisiti di sicurezza per la mobilità tra i due versanti delle Alpi marittime, lungo il collegamento tra le province di Cuneo e Torino e la Costa Azzurra attraverso la valle Vermenagna, in Italia, e la valle della Roja, in Francia.
Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo tunnel per il traffico diretto verso la Francia e l`allargamento e l`ammodernamento dell`attuale tunnel, destinato al traffico diretto verso l’Italia, per una lunghezza di circa 3.300 metri e una carreggiata effettiva pari a 6,50 metri (con una corsia di marcia di 3.50 metri, una corsia di emergenza di 2,70 metri e banchina da 0,30 metri). Il tunnel esistente, destinato ad accogliere la corsia verso la Francia, verrà a sua volta allargato: ma non prima della realizzazione del nuovo tunnel. I lavori, in questo caso, avranno inizio non appena verrà deviato, su quest’ultimo, il traffico in entrambi i sensi di marcia, così da non creare ripercussioni sulla viabilità.