La guerra vista da un'auto
Pubblicato da poco "Alla Grande Guerra in automobile" di Guido Chigi Saracini
Torino, 2 febbraio 2016 - Con la propria automobile in guerra. E anche con l’autista. Volontario della Croce Rossa, di alto lignaggio eppure pronto a mettersi in gioco con tutto se’ stesso e con i propri mezzi. La guerra vista dal posto di guida di un’auto dei primi del secolo scorso, ha un sapore particolare. Storia romantica ma anche storia cruda di battaglie, di feriti, di retrovie, senza eroismi.
Tutto ciò si ritrova in “Alla Grande Guerra in automobile. Diario e fotografie 1915-.1916” di Guido Chigi Saracini appena pubblicato da Il Mulino.
Diario – di guerra, appunto -, e quindi cronaca quasi giornaliera di impressioni e di notizie su come si può andare incontro ad un conflitto non per uccidere ma per soccorrere gli altri e con la propria auto fra l’altro, le pagine di Chigi Saracini sono dense eppure immediate, scritte da resoconto giornalistico. Fanno sentire i colori di quel periodo, le sensazioni, gli orrori, ma anche quel senso di romantica avventura che allora poteva ancora pervadere alcuni.
Guido Chigi Saracini sa scrivere e raccontare. Classe 1880, nato in una delle famiglie più nobili del Paese, colto e appassionato di musica (fondò l’Accademia Musicale Chigiana), al momento dell’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale decide di partire volontario automobilista per la Croce Rossa, mettendo a disposizione sé stesso e la propria automobile. Eppure non è fra i richiamati, non è interventista, è anzi visceralmente contrario alla guerra, è addirittura stato riformato per insufficienza toracica. Ma il conte Chigi parte per senso del dovere, per amor di patria, perché crede che appartenere a un’élite significhi dare il buon esempio e assumersi fino in fondo le proprie responsabilità.
Accanto all’autore, protagonista è la sua “Spa 25x35 HP Tipo 1915” che ad un certo punto verrà addirittura trasformata in autoambulanza e alla quale viene anche destinato un autista (che naturalmente Chigi chiama chauffeur). Il diario del conte inizia così nel maggio del 1915 e si conclude d’improvviso nell’estate del ’16 quando una broncopolmonite costringe l’autore a rientrare. In mezzo, come si è detto, il racconto della “strana guerra” vissuta sui sedili di un’auto nobile. Storia fatta di riparazioni ai mezzi e di riflessioni sul senso della battaglia, di testimonianze di feriti e di prigionieri oltre che della vita nell’esercito, così come cronaca di quanto, intanto, accadde attorno ai viaggi compiuti dalla “Spa”.
“Alla Grande Guerra in automobile” è un bel libro che racconta (anche con belle foto e didascalie scritte da Chigi stesso), un pezzo della storia d’Italia da un punto di vista certamente originale e diverso.