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Briciole di pane

La rivincita delle vetture con la presa

Sviluppo sostenibile

Roma, 31 ottobre 2011 - Ricordate lo splendido documentario di Chris Paine sulle auto elettriche, Who killed the electric car? Bene, il lavoro del regista americano ha avuto un seguito, che si chiama "Revenge of the Electric Car", nelle sale americane da qualche giorno.

II primo documentario, del 2006, raccontava di come, dieci anni prima, fosse stato affossato il primo modello di auto elettrica realizzato da General Motors, la EVI. I responsabili? Le grandi compagnie petrolifere, che si erano messe di traverso, perché non avvenisse il temuto passaggio dalla benzina all'elettricità.

Nel nuovo film, Paine racconta il lavoro di oggi a favore della mobilità a batterie proprio della Gm, della Nissan e della Tesla, azienda californiana specializzata in auto sportive. A parlare sono i due amministratori delegati di Nissan e Tesla, Carlos Ghosn - che insieme a Renault guida il gruppo oggi più impegnato nel settore - e il giovane Elon Musk, più per la Gm l'ex vicepresidente e veterano del mondo dell'auto Bob Lutz. Revenge of the electric car - presentato quest'estate a New York e una settimana fa a Milano, in esclusiva per il Festival dell'Ambiente in collaborazione con il forum della mobilità sostenibile MobilityTech - spiega dunque la rinascita del sogno elettrico, in un sequel trionfale dove vincono gli eroi del nuovo corso.

Il documentario è molto concentrato sul mercato americano, forse a ragione, visto che tutto quello che funziona in Nord America prima o poi arriva anche in Europa, perfino i Suv o i Pickup, che da noi non hanno veramente ragion d'essere, data la conformazione socio-geografica del Vecchio Continente, desolatamente privo dei vasti spazi americani. È vero che anche in questo caso tutto è cominciato dalla Tesla, il bolide californiano dell'outsider Elon Musk, un imprenditore venuto dalla Net Economy per scuotere gli ingessati giganti automobilistici del freddo Nord.

Se non fosse stato per lui e i suoi drammatici problemi di liquidità, la Daimler non avrebbe messo le batterie al litio nella Smart (riconvertita da lui in cambio di una congrua infusione di cash), prima macchina elettrica di ultima generazione a circolare su strada da questa parte dell'Atlantico. Ma nel prosieguo l'evoluzione del mercato europeo potrebbe essere determinante, vista la vocazione cittadina delle auto elettriche e i molti centri urbani europei che stanno limitando l'accesso alle auto a benzina. Quindi, occhio all'Europa! E anche ai cinesi, per ora vincitori nella corsa alle nuove batterie. Forse saranno loro a chiudere la trilogia.