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Briciole di pane

La Salerno-Reggio? «Un mito da sfatare»

Parola di un milanese cinico ma non troppo

Altomonte (Cs), 4 agosto 2011 - Esperto di comunicazione, intrattenitore spontaneo, cabarettista per caso e straordinario one-man-show, tutto questo è Enrico Bertolino (in foto). Reduce dai palcoscenici televisivi di "Zelig" e "Glob- l'Osceno del villaggio", torna in teatro con uno spettacolo in cui analizza il perverso meccanismo dei "luoghi comuni".
"Lampi accecanti di Ovvietà" è uno spettacolo work in progress. Realizzato nel 2008, cambia a seconda di come cambia l'attualità. «Lavoro quasi esclusivamente così. Fortunatamente, l'attualità ci dà sempre materiale fresco. Il ruolo del comico dovrebbe essere quello di sdrammatizzare la realtà e renderla più divertente. Purtroppo (o per fortuna) le cose sono già di per sé divertenti anche se hanno un contenuto abbastanza drammatico».
Lei ripete spesso nei suoi monologhi che la realtà supera la fantasia. Soprattutto quando si parla di politica italiana. Sì, ogni giorno ne capita una nuova. Per un comico è molto difficile, una volta eravamo costretti ad inventarci situazioni assurde e il pubblico sorrideva perché sapeva che erano paradossi. Oggi, invece quando riportiamo certe notizie la gente si sorprende di averle sentite il giorno prima nel tg. Soprattutto, in certi tg».
Nel suo spettacolo dà spazio alle realtà regionali che incontra nel corso delle sue tournèe. Cosa tirerà fuori dalla Calabria? «Generalmente mi interessa il contrasto tra Nord e Sud. Sulla realtà calabrese ho notato alcune differenze che stando a Milano si percepiscono in modo errato. Come il mito della Salerno - Reggio Calabria che è sempre chiusa e i lavori sono fermi. Siamo arrivati qui ad Altomonte, questa mattina, e invece era tutto libero e siamo arrivati in orario. O hanno aperto la strada apposta per me oppure ci sono dei pregiudizi troppo esasperati. Luoghi comuni su cui specula anche l'attuale conduzione governativa. Voi avete la Calabria, noi siamo confinati in una regione che non esiste, la Padana. Fate conto come siamo messi».
Sembra che la satira in tv abbia difficoltà a sopravvivere. Per difenderla ci si sposta a teatro? «Credo che sia necessario recuperare il contatto con le persone. La televisione tende a riempire gli spazi con dei programmi che dicono siano dedicati al grande pubblico. Ma c'è anche un piccolo pubblico che ha diritto ad essere nutrito. Non penso nemmeno che sia così piccolo».

Raffaella Salamina - Calabria Ora

  Calabria Ora 4 agosto 2011