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Briciole di pane

La strada Regina ponte per l'Europa

L'associazione Iubilantes studia valenza culturale e fruibilità del tracciato

Como, 8 luglio 2012 – Il Lario: nel solco del ghiacciaio dell'Adda, che collegava naturalmente il nord e il sud delle Alpi, una importantissima via d'acqua sulla quale genti, merci ed eserciti hanno viaggiato per millenni.
Un sistema di comunicazione che, dall'età romana, aveva come baricentro Como, polo militare e commerciale più agevolmente collegato a Milano, e come asse la riva occidentale del Lario, perché geograficamente convergente su Como.
Ma alla via d'acqua si affiancava, certamente, una rete di percorsi via terra adibiti ai traffici locali, su carrabili, mulattiere o semplici sentieri. Ed è proprio di questa rete, nota come via o strada "Regina", ovvero di questo «intrico suggestivo di percorsi di varie epoche, tutti interessanti e meritevoli di essere studiati» - come la definiva l'indimenticato Giorgio Luraschi, in un suo contributo alla raccolta di studi "L'antica Via Regina" (Società Archeologica Comense, Como 1995) - che ci vogliamo occupare nelle nostre prossime attività di associazione Iubilantes, impegnata da ormai 15 anni nel costruire cammini.
Un cammino da vivere insieme
Con quale scopo? Non la ricostruzione "filologica” e archeologica del tracciato, né la definizione della sua origine. Per tutto questo rimandiamo agli studi compiuti autorevolmente da altri, e, in particolare, dalla Società Archeologica Comense.
Ci piace invece l'idea di potere restituire al nostro territorio la Via Regina come un vero cammino, interamente pedonale, da Como a Sorico, strutturato concretamente come tale. Un cammino che prosegue, a nord, con l'asse Via Francisca - Via Spluga - Via Mala, e a sud con l'antica via Como - Milano, di cui abbiamo già ricostruito il tratto Cantù - Seveso ("Cammino di San Pietro"). Pensiamo anche ad una sua continuazione da Milano verso Corte Sant'Andrea (Lo), guado del Po dai tempi di Sigerico, sulla Francigena ufficiale. Pensiamo quindi ad un vero e proprio percorso "francigeno", a un itinerario culturale di valenza europea, anzi, ad un possibile itinerario culturale del Consiglio d'Europa, come la Via Francigena o il Cammino di Santiago, in grado di attirare viandanti, turisti, pellegrini da tutto il mondo, in un contesto che tutto il mondo ci invidia. Pensiamo, insomma, ad un progetto chiamato "Il Cammino della Via Regina". Lo abbiamo già anticipato lo scorso 23 aprile a Cernobbio, con la partecipazione del Comune e del Touring Club Italiano, rappresentati rispettivamente dal sindaco Simona Saladini e dal console regionale Pino Spagnulo. Lo abbiamo ripresentato ad Ossuccio, nella sede dell'antico Hospitale di Santa Maria Maddalena, ora Antiquarium, lo scorso 17 maggio 2012. I primi piccoli ma importanti passi sono stati già fatti e sono stati testati nei giorni 18-19-20 maggio, in occasione della Giornata nazionale dei Cammini Francigeni con la partecipazione degli studenti del Ciren, coordinamento degli studenti internazionali del Politecnico di Milano - Polo Territoriale di Como.
Antichi tracciati riportati alla luce
Gli antichi tracciati, già studiati da altri, sono stati ritrovati e ripercorsi; controllati di persona dai nostri soci e attentamente descritti da apposite schede, preliminari ad un vero e proprio roadbook; alle soluzioni di continuità si sono trovati percorsi alternativi; si sono individuati i punti di criticità rimasti; il tutto, appunto, per ridare una fondamentale unità "strutturale" al cammino facendolo percepire come un "unicum" su cui agevolmente camminare. Si tratta di 90 chilometri di bellezza, non solo tra splendidi monumenti, ma anche tra muri a secco, antiche case, edicole sacre, ponticelli in pietra, frutto di tecniche tramandate nei secoli, sapienti nella loro concezione, in un piacevole dialogo con la natura, il paesaggio, l'arte, la storia, la cultura e le tradizioni del territorio lariano.
Per far riscoprire tutto questo sarà importante creare sinergie sul territorio per giungere alla produzione di cartografia, guide escursionistiche e segnaletica "dedicate", per incentivare la nascita di una rete di accoglienza diffusa e di punti di informazione e per creare le condizioni per nuovi posti di lavoro nel settore turistico-culturale.
Sarà fondamentale ricreare anche lo "spirito del cammino", ovvero risvegliare nella memoria collettiva il ricordo e la percezione dell'importanza dell'antica strada, per ridare gambe alla cultura della riscoperta lenta del territorio e cogliere una opportunità di sviluppo sociale, economico e culturale per l'area lariana.
Traiettoria storica indimenticabile
Non tutti sanno infatti quale sia la portata dell'importanza della Via Regina. Con il nome di Via o Strada "Regina" viene indicato l'antico percorso (o meglio, l'insieme di diversi percorsi, variabili a seconda delle epoche) che, seguendo la riva occidentale del Lario, univa Como con la Valchiavenna dove poi, attraverso la Via Francisca, sua naturale prosecuzione, raggiungeva Chiavenna, "punto base" per i valichi verso la Rezia.
La Via Regina è nata verosimilmente come raccordo degli antichi sentieri e con funzione di supporto/collegamento locale, in subordine rispetto alla più importante via lacustre. Il nome di "Strada" Regina (ovvero "strada regia"', via selciata, principale, pubblica), molto più tardo, risulta documentato per la prima volta nel 1187. La via d'acqua, cioè il Lario, via dei naviganti, dei soldati e dei mercanti, e la Strada Regina, adibita ai traffici locali, carrabile, mulattiera o pedonale, costituirono per secoli un vero e proprio "sistema Lario", ovvero una rete articolata di percorsi, che puntavano decisamente a nord, verso i valichi alpini, e a sud, verso Milano, nodo viario della Pianura Padana e che avevano come baricentro Como, il polo militare e commerciale più agevolmente collegato a Milano, e come asse la riva occidentale del Lario, perché geograficamente convergente su Como.
Dal secolo XVI il passaggio del territorio milanese alla Spagna e poi all'Austria segnò il progressivo spostarsi dei grandi traffici alla sponda orientale del Lario, per la necessità di collegamenti più rapidi fra l'impero asburgico e Milano. Il "sistema Lario" della riva occidentale, che tanto aveva segnato la storia del territorio, divenne definitivamente secondario, passando il testimone all'asse Lecco-Colico.

Ambra Garancini e Silvia Fasana (fonte: La Provincia)